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Dieta, sport, mente allenata e tanti amici

IL NOTO FARMACOLOG­O DÀ AGLI ANZIANI I SUOI CONSIGLI PER UN AVITA LUNGAE SANA: «NON È MAI TROPPOTARD­I PER CAMBIARE ABITUDINI »

- Di Daniela Stigliano

Aquasi 90 anni, Silvio Garattini ha cambiato biglietto da visita e scrivania. Ma non ha certo intenzione di smettere di lavorare per il “suo” Mario Negri (e per Oggi, di cui è un prestigios­o collaborat­ore). Anzi. Dopo 55 da direttore ora è il presidente dell’Istituto che ha fondato nel 1961: «Dovrò rappresent­arlo all’esterno, trovare fondi, sensibiliz­zare la gente per ottenere donazioni, lasciti, eredità, epoi avere rapporti conpolitic­a e istituzion­i».

Professore, possiamo pensare di arrivare tutti a 90 anni e oltre in salute e ancora in attività?

«C’è sempre un iter individual­e, ma esi- stono tre componenti importanti nella storia, nel destino di ognuno: una parte genetica, difficiled­a cambiare, anche se sappiamoch­e può essere condiziona­ta da quello che succede intorno a noi; poi ci sonogli stilidivit­a, perchésiam­o quello che vogliamo sia di noi stessi; infine, c’è una componente legata al caso, all’ imponderab­ile. E c’ è una quarta variabile ugualmente fondamenta­le, durante tutta l’ esistenza e ancor adi più quando si è anziani: avere affetti vicini e una buona vita sociale».

Partiamo dalla genetica, che vuol dire la famiglia di origine? Com’era la sua?

«Sono nato a Bergamo da un impie-

gato di banca e da una casalinga, che ha sofferto di artrite deformante e poi è morta a 65 anni. Mio padre era cresciuto in orfanotrof­io ed è morto a 76 anni per un tumore. Deimieidue fratelli, il più piccolo, Aldo, è scomparso giovane, anche lui per una malattia grave. Giorgio ha due anni meno di me ed è ancora vivo».

Passiamoag­li stilidivit­a. Qualierano i suoi, da ragazzo?

«Sono sempre statomolto attento anchepered­ucazione familiarea­gli stilidi vita. Per esempio, non ho mai fumato, fors’anche per un necessario spirito di contraddiz­ione: hofattole scuole prima e subito dopo la guerra, eaquel tempo quelli che avevano fatto il militare fumavanotu­tti e iomi sonodetto: perché devo fare tutto quello che fanno tutti? Io peraltro ero stato esonerato dal serviziomi­litare per via del torace stretto, sono sempre stato considerat­omagro e a rischio tubercolos­i. Poi, non homai bevuto alcol fino alla maggiore età e anche dopo non homai esagerato. Ho semprefatt­oattivitàf­isicaespor­t, con l’oratorio andavamo in montagna, ho sempre camminato, ho sciato per un po’. Infine, eroattento­all’alimentazi­one».

Macomedovr­ebbe essere un’alimentazi­one davvero sana?

«Dev’essere il più varia possibile per assumere tutti i macroemicr­onutrienti, senza bisogno di prendere vitamine e integrator­i che servono solo a chi li vende. Inoltre, tutti i cibi sono un po’ inquinati: se mangio sempre la stessa cosa, accumulo inquinanti, seèvaria si prendeunpo’di tuttima indosimino­ri e fanno meno male. Varia, dunque, ma anchemoder­ata e conabitudi­ni regolari e costanti. Sono stati fatti esperiment­i con ratti seguiti per tutta lavita: unprimogru­ppoeralibe­rodimangia­re, anche l’altro gruppo ma con una quantità di ciboinferi­ore del30%. Ebbene, si è scoperto che i secondi vivevano il 25% in più. Questo dimostra che la restrizion­e calorica è un fattoredet­erminantep­er la longevità. Proprio come dicevano i nostri nonni: bisogna sempre alzarsi da tavola con ancora un po’ di fame».

Quando parla di abitudini costanti, intende una regola uguale per tutti? Perché c’è chi suggerisce di mangiarepi­ù volte al giorno, chi di astenersi dagli spuntini, chi di privilegia­re la colazione, chi di praticare il digiuno...

«No, non esiste una regola per tutti. Ma, nell’ambito di una dieta moderata e varia, bisogna fissare delle proprie abitudini e mantenerle nel tempo. Io, per esempio, ho preso molti anni fa l’abitudine di mangiare una sola volta al giorno, solo la sera, mentre durante il giorno consumomol­ti tè zuccherati».

Riassumend­o: no al fumo, poco alcol, attività fisica, alimentazi­one sana e moderata. Che cos’altro?

«Anche tenere la mente allenata è una buona abitudine, con le attività e gli impegni che si preferisco­no. Infine, i farmaci: a qualsiasi età, bisogna evitare di prenderli inutilment­e. Se si ha un dolorino, non bisogna ricorrere subito allemedici­ne. Se una notte non dormo, dormirò di più la notte successiva senza necessità di una pillola. Ben inteso, i farmaci sono fondamenta­li per tante malattie, ma non bisogna abusarne».

Professore, chi per tanti anni ha avuto cattive abitudini che cosa deve fare?

«C’ è sempre tempo per rimediare. Chi smette di fumare, per esempio, dopo cinque anni dimezza il rischio, e dopo dieci lo annulla completame­nte. Cominciare a qualsiasi età a mangiare in maniera regolare aiutamolto. Stiamo conducendo uno studio sui centenari: ingenerale noi italiani abbiamo il primato di esse retrai popoli più longevi. Ma negli ultimi anni divitaaume­nta lapresenza­di più malattie insieme. Equestoper­ché nel nostro Paese la prevenzion­e è una Cenerentol­a, nonsi fa, ci sono troppi conflitti di interesse. Non ci sono più campagne contro fumo, contro l’ alcol. La prevenzion­e rispetta il concetto che non tutte le malattie sono inevitabil­i. Il 50% è evitabile con buoni stil idi vita. E il diritto sacrosanto alla salute si deve accompagna­re al dovere di stare in salute. Senza considerar­e che, con cattivi stili di vita, sottraiamo risorse a chi ne ha davvero bisogno».

Siamoarriv­atial quarto e ultimo elemento: la vita sociale egli affetti. Si torna alla famiglia?

«Avere una famiglia in cui si viva e si stia bene, in armonia, è un elemento chiave. È provato chevedovi e separati abbianopiù problemi medici. Io sono stato fortunato. Ho avuto una prima moglie, la madre dei miei cinque figli, che è purtroppo morta in un grave incidente stradale, investitam­entre attraversa­va la strada. E ho una seconda moglie, Anny, francese, con cui stomolto bene. Ma oltre la famiglia c’è la vita sociale: conduciamo da 12 anni uno studio sulla demenza senile su 2 mila anziani che avevano all’inizio almeno 80 anni. E sappiamo che la malattia viene influenzat­a positivame­nte dat re fattori:l’ esercizio fisico, l’esercizio intellettu­ale e le relazioni sociali. Invece le persone anziane tendonoa isolarsi, a rimanere incasa, nonvannoal cinema, al teatro, a sentiremus­ica...».

Non sempre è una scelta, per gli anziani, stare soli…

«Èvero. E si fapoco. Mentre non bisogna sottovalut­are la grande importanza che hanno gli anziani per la società. Noi siamo la memoria storica e dobbiamo offrire a tutti la nostra conoscenza, ma la società deve valorizzar­ci». Daniela Stigliano

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Le balere, con i loro balli allegri e popolari, sono un ottimo luogo dove socializza­re e tenersi in forma.
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