Matteo Salvini
IL MINISTRO DELL’ INTERNO CONTINUA A PROFESSARE L ALINEA DURA VERSOI MIGRANTI. MAIL MONDO CATTOLICO SI COMPATTA E LO CONTRASTA. ANCHE CON UN NUOVO PARTITO
Le scelte del vicepremier tra consensi e critiche
Ha lo sguardo sereno e la voce pacata. Don Antonio Rizzolo, direttore di Famiglia Cristiana, la scorsa settimana ha dedicato la copertina del settimanale ai migranti con un titolo che ha suscitato clamore: Vade retro Salvini. «Molti hanno scritto. Alcuni solo parolacce e insulti, ma nonmimeraviglio: si è creato un clima avvelenato. Altri hanno ringraziato perché su questo dramma il silenzio stava diventando assordante», dice don Rizzolo. « Famiglia Cristiana mi accosta a Satana. Non pretendo di dare lezioni a nessuno, sono l’ultimo dei buoni cristiani, ma non penso di meritare tanto», ha commentato Matteo Salvini, ministro dell’Interno, vicepremier e leader della Lega che sta portando avanti una battaglia dura sulla questione epocale e tragica dei migranti. La questione dell’accoglienza sta diventando sempre più un terreno di tensioni. Da giugno, i casi di aggressioni, spari e violenza contro gli immigrati sono quasi una decina. I toni si fanno facilmente aggressivi e il dialogo difficile. Salvini mantiene la sua linea. In un’intervista al Sunday Times ha negato che ci sia una situazione di allarme sociale e responsabilità. «Accusare di razzismo tutti gli italiani e il Governo dopo alcuni limitati episodi è una follia. Ricordo che i reati commessi ogni giorno in Italia da immigrati sono circa 700, quasi un terzo del totale». E mentre questi reati sono in realtà in calo, secondo un sondaggio Ipsos realizzato per il Corriere della Sera, il gradimento di Salvini è dato al 60 per cento. Anche gli sbarchi sono diminuiti: i migranti arrivati in Italia quest’anno
sono circa 18 mila, l’80 per cento in meno rispetto al 2017. «Oggi ci sono meno sbarchi, ma più morti: nel 2017 erano 68, finora sono 153. Ma non si possono lasciare le persone in mare senza accoglierle. C’è un reato umanitario», spiega con tono appassionato il direttore del quotidiano Avvenire, Marco Tarquinio. La posizione della Chiesa è chiara. Papa Francesco, fin dall’inizio del pontificato, ha sottolineato l’importanza di costruire ponti: aveva scelto di fare il primo viaggio a Lampedusa, isola di confine - parola che indica anche vicinanza - e di sbarchi. Era di luglio, nel 2013. E la scorsa settimana, all’Angelus, il Papa ha ricordato le «drammatiche notizie di naufragi di barconi carichi di migranti nelle acque del Mediterraneo». Ha rivolto un nuovo appello alla comunità internazionale «affinché agisca con decisione e prontezza, per evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi». E la Cei, la Conferenza episcopale italiana, presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, ha pubblicato sul suo sito una nota accorata dedicata ai migranti. «Come Pastori della Chiesa non pretendiamo di offrire
soluzioni a buon mercato. Rispetto a quanto accade non intendiamo, però, né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determinino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto…». In questo contesto, il mondo cattolico, giornali e voci autorevoli della Chiesa, dal cardinal Gianfranco Ravasi a padre Antonio Spadaro, direttore della rivista La Civiltà Cattolica, intervengono con forza su questo dramma della nostra storia che sembra dividere la società e lo stesso popolo cristiano. E si ipotizza anche la nascita di un “partito dei cattolici”, vicino alla Comunità di Sant’Egidio, e magari a quel Pd che sta cercando un nuovo corso e una nuova identità. «È una follia concentrare il discorso politico sui migranti, o sui rom o sulla legittima difesa. Sono armi di distrazione di massa. Distraggono dalle promesse fatte in campagna elettorale, dalla flat tax alla riduzione della pressione fiscale per imprese e famiglie», commenta il direttore di Avvenire. E proprio su Avvenire, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, ha proposto una riflessione storica a partire dallo sgombero dei campi rom, popolo definito da Salvini «sacca parassitaria». «Forse ci siamo dimenticati che la definizione di parassiti nella storia del Novecento è stata utilizzata per gli ebrei», ha scritto Impagliazzo. Il riferimento è alle leggi razziali di 80 anni fa. I migranti, i rom, la legittima difesa hanno una linea rossa, si alimentano su un’idea comune: c’è un nemico da combattere. «I toni aggressivi e sprezzanti, gli slogan, la chiusura dei porti o dei campi romdiffondono la cultura della paura. Anche tra i cristiani. Ma i puntidi riferimento, per chi crede, sono il Vangelo e il magistero della Chiesa. Quindi, i principi della solidarietà. Io invito Salvini a ritrovare la via del Vangelo cambiando idea e stile, facendo azione politica di accoglienza. Certo, la situazione è complessa. E anche il Papa ha detto che non si può accogliere tutti a prescindere. Ma le semplificazioni non risolvono i problemi. Possono giusto offrire consensi facili. Invece, si deve salvare chi è in difficoltà, si devono creare corridoi umanitari e favorire una reale integrazione. La politica ha il fiato corto. L’opposizione è debole, non sa parlare alla gente, non sa ascoltare», dice don Rizzolo. Anche Marco Tarquinio è su questa posizione. «Ci si sente soli a fare opposizione suqueste scelte delGoverno. Ma credo che Salvini si pentirà: è un politico intelligente, capirà che così si genera unPaese incattivito. Gli italiani soccorrono, non lasciano affogare». Intanto, Matteo continua a professare il suo “vangelo”. Alla chiusura della campagna elettorale a Milano, si era presentato con rosario e Vangelo, e ora fa discutere la proposta leghista di esporre il Crocifisso nei luohi pubblici. «Usare il Crocifisso come un Big Jim qualunque è blasfemo», ha twittato padre Antonio Spadaro. «Non serve il rumore dei proclami, che spesso rimangono vani», ha detto Papa Francesco invocando una «leadership rinnovata» e il dialogo al posto dell’antagonismo. Lo stesso dialogo che cerca la Chiesa. E qualche vescovo, anche tra quelli impegnati sull’accoglienza, in un primo momento ha pensato che la cover di Famiglia Cristiana fosse una fake news.