Tom Cruise
HA PILOTATO UN ELICOTTERO IN PICCHIATA, SI È ROTTO UNA CAVIGLIA SALTANDO TRA DUE PALAZZI, SI È LANCIATO 106 VOLTE COL PARACADUTE. E DICE :« DEVO SENTIRE L’ ADRENALINA»
Ha rischiato la vita sul set
Se andrete al cinema per vedere l’ultimo Mission: impossible - Fallout ricordatevi, quando pagate il biglietto, che Tom Cruise è pronto a morire pur di intrattenervi e inchiodarvi alla poltrona per 148 minuti. Perché l’ultimo capitolo della saga, nelle sale dal 29 agosto, è una lunga sequenza di scene da infarto ed è solo un miracolo (qual è il santo patrono degli attori?) che il coraggioso Tom sia ancora vivo e in salute. La trama è quasi un dettaglio: Ethan Hunt è impegnato nella solita corsa contro il tempo per impedire a un’organizzazione terroristica di usare del plutonio e distruggere contemporaneamente il Vaticano, Gerusalemme e LaMecca. Sono le acrobazie di Cruise che, come sempre, riempiranno le sale. «Questo è il più grande film di azione mai girato», ha dichiarato l’attore cinquantaseienne che pure negli altri Mission ci aveva abituati alla tensione. Si è buttato dal grattacielo più alto del mondo, si è attaccato al portellone di un Airbus militare in volo, ha scalato una montagna a mani nude. Sempre senza controfigure né effetti speciali.
NON C’ERANO RETI CHE POTEVANO PROTEGGERLO
Che poteva fare di più? Ci ha studiato per due anni, insieme al regista Christopher McQuarrie, e ha realizzatouna scena di inseguimento tra elicotteri che lascia senza fiato. Perché è tutto vero: non c’è un fotogramma virtuale, nessuna magia in fase di montaggio. È lo stunt più incredibile che Cruise abbia mai ideato. Per realizzarlo ha studiato a lungo per ottenere la licenza da pilota. Poi ha cominciato l’addestramento per effettuare una discesa a 360 gradi tra le montagne, con il muso dell’elicottero puntato in basso e la coda in alto. In pratica una discesa in picchiata con avvitamento. «Non c’erano strutture di sicurezza, reti o imbragature. Tutti speravamo che Tom si fosse allenato abbastanza per farcela e che non fosse la scena che avreb--
be ucciso la star di Hollywood più spericolata», ha confessato a riprese concluse W ade Eastwo od, coordinatore degli stunt. Manco a dirlo, ce l’ha fatta. Non solo. Prima di esibirsi nella manovra mozzafiato il nostro uomo d’azione si aggrappa a una corda che pende dall’elicottero in volo e si arrampica fino ad arrivare a prenderne in controllo. Non è un caso se il costo per assicurare l’attore sia diventato così alto da abbassare notevolmente i margini di guadagno al box office e perfino da mettere a repentaglio il proseguimento della serie. Il budget, che doveva essere intorno ai 180 milioni di dollari, è lievitato a 250 anche per colpa della ferita che Cruise si è procurato proprio durante una scena, quella più facile, secondo lui. Attaccato a due cavi d’acciaio, il protagonista si lancia da un tetto per raggiungere quello dell’edificio accanto. La sequenza prevede che manchi l’obiettivo e che si aggrappi con le mani per issarsi. L’attore esegue brillantemente ma nell’impatto contro ilmuro il piede si piega inmodo innaturale. Lui se ne accorge subito, ma da professionista qual è continua a recitare, raggiunge il tetto e comincia a correre trascinan- do il piede. Risultato: caviglia rotta e otto settimane di pausa dalle riprese. Ma la scena è buona e viene usata nel montaggio finale.
DA 8 MILA A 900 METRI IN CADUTA LIBERA
Non che il piccolo incidente abbia scoraggiato il fervente adepto di Scientology. Finché il fisico lo permetterà, ha dichiarato, affronterà ogni ciak senza controfigure: «Devo sentire l’adrenalina, essere sempre in movimento. Sul set mi devo divertire ed Ethan Hunt è il mio personaggio più divertente». Ma la scena che ha tolto il sonno al povero regista McQuarrie, è il cosiddetto “salto halo” ( high altitude low opening, ad altezza elevata e apertura bassa del paracadute). In pratica una caduta da quasi 8 mila metri, con il paracadute che si apre sotto i 900metri. In più il lancio doveva essere perfetto e fare posizionare l’attore a circa unmetro dalla macchina da presa. Cruise si è preparato allenandosi in una galleria del vento (la più grande al mondo) costruita appositamente fuori Londra. È stato realizzato solo per lui un elmetto speciale, con un visore più grande del solito, in modo che gli spettatori vedano bene chi sia attaccato al paracadute. La sequenza è stata girata ad Abu Dhabi in tre segmenti da due minuti ciascuno (la durata della caduta libera). E poteva essere tentata solo una volta al giorno perché ha luogo verso il tramonto, con una luce particolare. «Insegno paracadutismo da 35 anni ma sono rimasto senza parole», si è lasciato sfuggire il consulente tecnico di skydiving Allan Hewitt. A ragion veduta, perché l’attore si è buttato 106 volte da un cargo C17 prima di azzeccare la posizione. Avrebbe dovuto lanciarsi anche il co-protagonista HenryCavill, di vent’anni più giovane, ma Cruise gliel’ha vietato: «Per questa scena non ti sei allenato abbastanza».