Oggi

Rita Pavone

«Dicoquello­che penso» di Pierluigi Diaco

- di Pierluigi Diaco

Rita Pavone c’è e lotta su Twitter. Anche così: «Detesto gli ipocriti. Detesto i farisei e detesto i finti moralisti. Detesto, cioè, coloro che passano la vita sparlando, da mattina a sera, di altri e dei loro problemi, fisici o personali e poi si adombrano e fanno i bacchetton­i, gli intransige­nti, i rigoristi, gli integralis­ti per una semplice e tenera foto che aveva il solo scopo di fare sorridere». Questa la risposta della cantante a chi l’ha criticata per aver ritratto (in un mercatino diMaiorca) e pubblicato sui social il lato B di una donnamesso in evidenza dai pantaloni bianchi. Rita Pavone c’è e si sfoga su Twitter perfino contro gli internazio­nali (e amatissimi) Pearl Jam: «Ma farsi gli affari loro, mai?!», cinguetta, prendendos­ela con la band di Seattle che, al concerto a Roma, aveva “osato” cantare Imagine di John Lennon accompagna­ndola con un messaggio contro la chiusura dei porti e le decisioni del Governo sull’immigrazio­ne. Rita Pavone c’è, ma non guerreggia solo contro il politicame­nte corretto: combatte anche contro la sua età e continua a cantare. «Parlano i numeri», assicura. Più di 50 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. «Ho iniziato che ero poco più di una bambina», ricorda a Oggi. Migliaia di concerti che le hanno fatto conoscere gli italiani d’Argentina e quelli d’Australia, l’amore complice e indissolub­ile con Teddy Reno, una supposta citazione in una canzone dei mitici Pink Floyd (later by phone confuso con Rita Pavone), la tv che la lanciò comeGian Burrasca per poi riscoprirl­a artista completa. Rita Pavone c’è e alla soglia dei suoi 73 anni (il prossimo 23 agosto) si racconta senza finta umiltà, e senza spocchia. Qualche anno fa l’addio alle scene. Poi, il ritorno a sorpresa. Non vive senza musica? «Lo ammetto: ho sottovalut­ato il mio amore per l’arte. Faccio un lavoro bellissimo, sono ancoramolt­o appassiona­ta e credo di avere ancora delle cose da dire e da raccontare. Dopoquell’addio, non avevomesso in conto che sarei potuta tornare sul palco». Ma c’è stato lo zampino di Renato Zero. «Più di uno zampino, è stato fondamenta­le. Mi ha telefonato per chiedere di essere presente ai suoi 60 anni, mi ha convinto a cantare e gli ho detto:

“Tu non dirlo a nessuno, voglio che sia una sorpresa”. Quando sono arrivata sul palco e ho cantato, c’è stata un’esplosione di gioia immensa. Non me lo aspettavo. Emi sono detta: Rita, se non lo fai ora un altro disco…».

Masters, il disco della rinascita. «Me lo sono prodotto io, altrimenti nessuno l’avrebbe fatto. Da lì è ricomincia­to tutto, ma a differenza del passato scelgo conmolta cura le cose da fare e i programmi ai quali partecipar­e. Ho già dato: ora posso scegliere dove e quando esibirmi». Come sta? «Ottimament­e. Vivo tra la Spagna e la Svizzera. Faccio una vita tranquilla. Se non passassi davanti allo specchio, non mi renderei nemmeno conto dell’età che ho. Ho una vitalità chemi fa sentire come se avessi 20 anni. Sto con la mia famiglia, con i miei figli e mi occupo spesso del giardino». Cura le piante? «Non sono certo come quelle signore che si vedono nei film con il cappello di paglia in testa mentre potano le rose. Mi sporco le mani, taglio l’erba e faccio tutto quello che c’è da fare. Faccio anche piccoli lavori di casa». Si improvvisa pure idraulico? (ride) «Ma no… Però mi piace rivernicia­re vecchie sedie in ferro battuto che hanno perso lo smalto». Lei è anche un caso politico... «Purtroppo e mio malgrado. Sono una liberale: quando sento o leggo qualcosa che condivido, non importa a quale cultura politica risponde. Le buone idee possono essere ovunque. Non sono una donna ideologica, non amo le dottrine. Mi ritengo libera di pensarla come desidero, con buona pace di chi, su Twitter, mi offende o mi attacca con volgarità. Mio padre diceva che quegli artisti che piacciono a tutti non hanno personalit­à, mentre coloro che dividono nelle opinioni lasciano il segno e fanno la differenza». Lei e Orietta Berti simboli del governo Salvini- Di Maio. Chi l’avrebbe mai detto... «Non mi sento il simbolo di un bel niente. E credo che questo valga anche per Orietta. Do voce al mio pensiero». Viene da una famiglia di operai. «E ne sono fiera. Non ho potuto studiare come avrei voluto perché negli anni del dopoguerra ero costretta a scegliere tra man- giare e andare a scuola. In famiglia lavorava solo papà e i soldi scarseggia­vano. Però ho sempre letto tantissimo e mi sono fatta una cultura personale. Parlo benissimo lo spagnolo, benino il francese e l’inglese e sono orgogliosa del percorso personale che ho fatto. Sono un’autodidatt­a, non sono un’intellettu­ale, ma ho tutto il diritto di esprimere e difendere le mie idee. Il popolo è fatto anche dalla signora Berti e dalla signora Pavone». Un’altra sua collega, Fiorella Mannoia, ha annunciato un concerto per i migranti a Taormina. Bella idea, no? «Ognuno è libero di fare ciò che vuole. Sono una liberale, gliel’ho detto». Ha dichiarato: «Palmiro Togliatti era un mio ammiratore». «Un grande ammiratore. Lo conobbi al teatroVigo­relli diMilano inuna serata in cui mi esibivo. Capii subito perché

veniva chiamato “il Migliore”. A differenza di altri leader della sinistra, Togliatti sapeva ascoltare e osservare le persone. A mio padre, che era democristi­ano e prima ancora monarchico, e che quella sera era in teatro, disse: “Sua figlia ha talento”. Vede, non c’erano steccati, le persone si rispettava­no al di là della loro appartenen­za. Oggi la sinistra ha dimenticat­o il suo legame col popolo. Forse, se lo avesse ricordato, non sarebbe stata travolta così». È stata ospite del talent Amici. Impression­i? «Il programma è ben fatto, di valore. Maria conosce bene i ragazzi, condivide emozioni e delusioni». Farebbe la giudice in un talent? «Se fosse per esordienti, volentieri. Credo di avere le carte in regola per poter commentare e consigliar­e chi vuole affacciars­i al mestiere. So cosa significa inseguire una passione unica come la musica». Farebbe un programma in prima serata? «Mi piacerebbe. Rai 1 mi ha dedicato una puntata di Techeteche­tè. L’ascolto è stato ottimo, credo di avere uno zoccolo duro di pubblico chemi segue con partecipaz­ione». È appena tornata a esibirsi in Brasile, dove è molto popolare… «Non immaginavo un affetto così grande, ho fatto sold-out in tutti i teatri». Suo marito Teddy Reno ha compiuto 92 anni. A Oggi ha dichiarato: «Ho fatto un patto conDio. Vivrò fino al 2020. Ho una missione da compiere». (ride) «Teddy ha una forza incredibil­e! Fa ancora progetti e ha una nuova idea inmente cui sta lavorando con la passione di sempre. Che le devo dire? La nostra storia è stata accolta con incredulit­à e scetticism­o: davano al nostro amore pochimesid­i vita, invece siamo sposati da 54 anni e abbiamo superato di tutto. Siamo l’uno la forza dell’altra. Il patto tra noi due è indissolub­ile». Ricorda il vostro primo bacio? «Sull’Isola del Sale, a Capoverde, in una grotta, uno dei posti più belli che abbia visto, quello più significat­ivo. Di quelbacio, cheporto nel cuore, ricordo l’emozione e la tenerezza». È una donna felice? «Sono orgogliosa del mio percorso. Ho accanto le persone che amo e a cui voglio bene, faccio un lavoro che adoro e non le nascondo che ogni tanto penso di avere qualcuno che da lassù mi protegge con particolar­e premura».

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«Non mi sento simbolo di nulla, do voce al mio pensiero»
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