Hotel strani
INUNABOTTEOINUNAMINIERA, INUNACASASULL’ALBERO O INUNAEREOPRECIPITATO. PICCOLA GUIDA (ANCHE PROVATAPERVOI) AGLI ALBERGHI PIÙPAZZI DELMONDO
Ecco quelli più curiosi di E. Riggi e F. Bosco
Avete prenotato la vostra banalissima camera d’hotel ampia e confortevole a due passi dal mare e a uno dal centro, con bagno, tv e magari pure wi-fi? Vi sembra la pretesa minima per una vacanza appagante? Quanto vi sbagliate. La tendenza del momento prevede l’albergo bislacco. Magari anche comodo, preferibilmente - chissà - pure di lusso, ma che sia eccentrico, stravagante, mozzafiato in senso proprio: questo è il requisito fondamentale. Gli esperti di turismo, da Federalberghi a Ttg, il portale di riferimento del settore, la chiamano ospitalità “off grid”, fuori dalla rete. Cioè, spesso, fuori dal mondo. Qualche volta, fuori di testa. Sempre, fuori dal coro. Se non avete mai provato il brivido del “lo famo strano” applicato al pernottamento turistico, le seguenti possibilità di soggiorno, varie delle quali provate per voi, potrebbero provocarvi brividi di vario genere. Paura, vertigine, claustrofobia. Ancora, mal dimare e mal d’aria, saltuariamente mal di schiena. Ma, alla luce sincera dell’esperienza, garantiamo: se l’idea vi incuriosisce, ne uscirete soddisfatti. Per esempio, tra le ultime tendenze del mercato c’è l’ospitalità nelle botti di vino: quelle che erano grandi cisterne per l’uva sono state riconvertite in stanze comode, o quasi, per vacanze nella natura, tra colline e vigneti. Pareti curve, spazi limitati, atmosfera fiabesca e il bagno in un’altra botte (ma se la temperatura è bassa vi offrono un pile per raggiungere la toilette): il rifugio dei Marsi di Roccafluvione, nelle Marche, è solo uno dei tanti da provare, dalle Lunotte, in legno di larice dell’agriturismo La Vigna di Sarah a Vittorio Veneto, a quelle di abete del Residence Chalet Corones in Alto Adige, a quelle di Chianti Classico del Castellare de’ Noveschi. L’esperienza può valere anche da prima prova per verificare che non soffriate di claustrofobia: nel caso, dateci dentro e liberate la fantasia. Tra le opportunità a disposizione c’è, per esempio la casa sott’acqua
ideata dall’artista Mikael Genberg: si trova in Svezia e ha una camera da letto di 3 metri al di sotto del livello del lago Malaren. Non c’è l’elettricità, ma è possibile esplorare la zona grazie a una canoa gonfiabile. Per amanti indefessi della natura, imperdibile anche una notte in una bolla: cioè in una delle stanze dell’hotel Attrap’Reves, nella Francia del sud. Trasparenti e gonfiabili, vengono smontate ogni volta che finisce la bella stagione. Se scarsa è la privacy, il contatto con la natura è mozzafiato (se non fa troppo freddo). Oppure, perché no, salite a bordo della nave-ospedale Gil Eannes, tra le principali attrazioni turistiche di Viana do Castelo, nel nord del Portogallo. Costruita nel 1955, utilizzata anche come rimorchiatore e cargo, oggi è un museo e un hotel (di circa 60 posti): a bordo manca un po’ l’aria, i letti sono mediamente scomodi e il moto ondoso del giaciglio è a fondo perso (la nave non salperà mai) ma dormire su un pezzo di storia non ha prezzo. Un’alternativa per cuori impavidi è il pernottamento in una fogna. Le camere del Park Hotel di Ottensheim, in Austria, sono ricavate all’interno di enormi sezioni di tubature fognarie, rigorosamente usati, ben ripuliti. Dentro trovate lettomatrimoniale e armadio, non i servizi igienici, che si trovano in un altro pezzo di tubo condiviso. Dalla fogna alla miniera, il passo è lungo qualche migliaio di chilometri: dall’Austria alla Svezia. Le stanze del Sala Silvermine Hotel sono in un’antica miniera d’argento, a 155metri di profondità: l’arredamento è lussuoso, gli arredi - va da sé - argentati, le comunicazioni con l’esterno ridotte a un interfono. Previsto un tour guidato
nelle caverne. Bisogna coprirsi bene. E non dimenticarsi mai di respirare, piano (finché c’è ossigeno... brrr). A questo punto potete giocare al rialzo e concedervi la prigione: l’Ostello Långholmen, a Stoccolma, conserva l’architettura del vecchio carcere, chiuso nel 1975, che lo ospita. Sbarre alle finestre, letti a castello, porte blindate. Doccia e wc esterni. L’alternativa tedesca è l’Hotel Alcatraz, ricavato dall’ex prigione di Kaiserslautern. Spioncini alle porte, sanitari in camera spartani, pigiami a righe per calarsi nella parte del galeotto. La colazione prevede caffè, pane nero e marmellata serviti dalle fessure delle porte. La notizia è che siete liberi di uscire: tanto basterà per farvi dormire sonni tranquilli. Dalle celle dei carcerati a quelle dei penitenti. Per chi cerca silenzio e meditazione, non c’è niente di meglio che dormire come un asceta nei boschi umbri: l’Eremito, a Parrano, ha sede inuna strutturanatanel ‘300 con una vocazione, appunto, eremitica. Le stanze sono piccole ed essenziali e si affidano alla coibentazione naturale per mantenere una temperatura sem- pre confortevole. Inoltre, trattandosi di una strutturaDigital Detox, non ci sono wi-fi, televisione o telefono, ma soltanto uno scrittoio in pietra. I pasti? Si consumano nell’area relax, con un sottofondo di canti gregoriani. Per carità! In rigoroso silenzio. Immerse nella natura, madre o matrigna, le case sull’albero sono un’esperienza da provare: che vi troviate in Alto Adige, in Toscana o in Turchia. Comfort? Variabile. È altissimo al Caravan Park Sexten in Alta Pusteria, nel cuore delle Dolomiti: qui si dorme a 3 metri e mezzo di altez-
za, con sauna privata e colazione che arriva puntuale ogni mattina grazie a una carrucola (300 euro a camera). Va di lusso anche a casa Barthel nei pressi di Firenze: classificata al terzo posto nelle dieci destinazioni airbnb più ambite al mondo, è una costruzione rialzata immersa negli ulivi e pini silvestri. Calano i comfort nelle cabane en l’Air a Neuilly sur Seine, nella regione dell’Ile de France, non lontano da Parigi. Qui le case sull’albero sono nate come rifugi per far giocare i più piccoli: abbastanza primitive, impongono l’uso della torcia, di notte per raggiungere le zone comuni. Ma, fatevelo dire da chi la casa sull’albero l’ha provata in Turchia, a Kabak: se durante la notte aveste bisogno del bagno, e magari, chissà, più di una volta, la discesa con la scala a pioli nella notte potrebbe costarvi lacrime amare. Ma, chiaro, al mattino: che vista! Trovandovi in un luogo d’incanto ( Messico, Zipolite), potrebbe rapirvi la prospettiva di un contatto imme- diato con lo spirito della terra, cullati dal rumore delle onde dell’Oceano. Noleggiate allora una splendida amaca: solo quella, appesa tra due tronchi sulla spiaggia. Che idillio! Naturalmente, la possibilità che il party in spiaggia più affollato dell’estate venga organizzato proprio quella sera e proprio lì, esiste. State pronti ai cambi di programma. Meno natura, più archeologia industriale? AlCraneHotel Faralda ci sono tre suite sovrapposte tra i tralicci di una gru del porto di Amsterdam. Trattasi di hotel di lusso in piena area industriale, conteso da rockstar, magnati e comuni turisti in cerca di... vertigini. Prezzi? Alti: da 450 a 2.500 euro per suite. Casomai l’altezza vi avesse dato alla testa ma vi mancasse ancora di provare l’esperienza di un buon sonno ristoratore in aereo (ne parlano tutti!), ci sono i velivoli riconvertiti in hotel. A Teuge, inOlanda, sulla pista dell’aeroporto, a fianco di veri Boeing pronti per il decollo, si trova l’Hotel Suite NL: la perfetta combinazione tra lusso e... rumore ( pur sempre su una pista state). Ma, suvvia, bastano un paio di tappi per le orecchie! In alternativa, a pochiminuti dall’aeroporto Arlanda di Stoccolma, comodo se perdete un volo e dovete fermarvi in zona a dormire, c’è il Jumbo Stay Hotel, con suite nella cabina di pilotaggio. È a 5 minuti di navetta dall’aeroporto, laterale a una via di rullaggio in disuso, insomma, non proprio al centro del mondo. Ancora, il paradiso dell’“avio feticista” può essere un Boeing precipitato nel cuore della giungla, in Costa Rica. Bagno privato e tv al plasma non sono nulla: il vero plus della sistemazione è l’atmosfera da atterraggio di emergenza che si respira all’esterno, con tanto di vista mozzafiato sull’oceano. Per chi ama vivere spericolato. O fare finta, col cuore in gola e il sorriso in faccia.