Pesca
a cura di Daniela Stigliano Come insegnarla ai figli di Enrica Belloni
Sei seduto sotto l’ombrellone immerso nella lettura o a parlare col vicino del calciomercato, quando arriva tuo figlio/a: «Papà, mi porti a pescare?». Tu, che non haimai toccato una canna da pesca in vita tua, e hai sempre compatito l’amico dedito all’hobby più “noioso” del mondo, hai due alternative. La prima: accampi qualche scusa: «Ma qui non si prende niente». La seconda: ti armi di pazienza e ci provi. Potresti anche divertirti, di sicuro farai contento il tuo bambino/a. Nonseicapace, nonsai nullaenessuno ti consiglia? Insieme a due papà, che passano buona parte delle vacanze a pesca insiemecon i ragazzini, abbiamo compilato l’Abc dedicato ai genitori mai stati pescatori.
I luoghi e l’attrezzatura. Scegliere il luogo giusto è il primo passo. I posti più facili sono i moli o gli scogli (attenzione: la pesca, tranne eccezioni, è vietata nei porti). Quanto all’attrezzatura, la soluzione più semplice, per un
bambino che impara, è procurarsi una canna da pesca fissa senza mulinello. La si può acquistare per pochi euro nei negozi specializzati. «Un modello telescopico, di 3 metri, completo di armatura, cioè già pronto con galleggiante, piombini e ami, costa inmedia
13-15euro inbasealla lunghezza, dai 3 ai 4 metri», spiega Massimo Vacca, che gestisce un centro di attrezzatura sportiva a Carloforte (Ca). «È una soluzione perfetta anche per i papà inesperti». Evitate di comprare canne “giocattolo” per bambini: si spaccano subito. Chi ha voglia di montare da solo la canna può acquistare qualche galleggiante (da 30centesimi a 2 euro), un tubetto di piombini di varia misura (1 o 2 euro), una bustina di ami (da 2 euro).
Il momento giusto e la tecnica. Una volta procurata l’attrezzatura, dovete scegliere il momento giusto per pescare. L’ora più adatta è quella del
tramonto oppure l’alba, quando i pesci vanno a caccia di cibo, ma nulla vi vieta di farlo anche durante il giorno, meglio con un cappellino. E ora veniamo alla tecnica. Primo passo: montare la canna. Non è difficile: si attacca al cimino (la punta) il filo di nylon, chedeve esseremezzometropiù lungo della canna. Si aggancia il galleggianteeunpiombinoacirca1,5-2metri dall’esca. Attenzione, quandoattaccate i piombini controllate che il galleggiante rimanga dritto, senza stendersi sul mare, né andare a fondo. Come esca, il pane bagnato è la soluzione più economica, ma si scioglie subito quando è in acqua, quindi dovete continuare a
riattaccarlo. In alternativa, potete usare i bigattini (i cagnotti): in questo caso vale la pena di pasturare, gettandone di tanto in tantounamanciata attornoal galleggiante. Vanno molto bene anche pezzi di acciughe o sardine oppure le eschefinte. L’ultimosforzo è lanciaree aspettare che il pesce abbocchi. Quando ciò accade, bisogna dare un colpo, la “ferrata”, in modo da agganciarlo bene, quindi tirarlo a riva. Un guadino, il retino da pesca, può aiutarvi a recuperare lapreda. Se volete rilasciarla in acqua viva dovete bagnarvi sempre le mani prima di toccarla. Se non avete occasione di pescare dal molo o sotto costa, dove si possono
prendere saraghi, orate, muggini, cefali, potete farlo dalla spiaggia. Sappiate però che su molti litorali è vietata la
pescadall’alba al tramonto (è tollerata nelle spiagge libere meno affollate, ma informatevi sempre). Se decidete di farlo, dovrete aspettare che cali il sole. Per i bambini può essere divertente pescare al buio: basterà attrezzarsi con le luci (ottime le pile da minatore).
La canna col mulinello. La tecnica di pesca dalla spiaggia è più complicata, quindi adatta a ragazzinidai 10anni in su. Serve infatti la canna colmulinello (costo totale a partire da 50 euro), più difficile da maneggiare: occorre più forza per lanciare la lenza e più destrezza per far scattare il mulinello e richiuderlo.
La pesca dalla barca. Da un natante inmezzo al mare è più complicato pescare, quindi èmeglio avere una guida esperta (esistono uscite organizzate in molte località). In mare aperto le tecnichedi pescasonodiverse: nellatraina, si piazza la canna a poppa, si mette un’esca e ci si sposta. Con la tecnica del bolentino, si pesca, con o senza canna, vicino ai fondali; alla lenza sono attaccati da due a sei ami e la barca è ancorata, quindi rimane ferma.
Enrica Belloni