Mafinoaoggi la Chiesa ha ammesso la pena di morte?
ERAANCORAPREVISTANEL CATECHISMO NEL CASO DI DELITTI GRAVI. ORA, CON LA MODIFICA DI PAPA FRANCESCO, È INAMMISSIBILE
PapaFrancescoha “ritoccato” il Catechismo della ChiesaCattolica che, al paragrafo n. 2267ammetteva, dopo un processo regolare e per delitti gravi, la pena di morte sia come risposta adeguata alla gravità di alcuni reati
sia per la tutela del bene comune. Da oggi in poi« la pena di morte è inammissibile perché attenta all’ inviolabilità e dignità della persona»; non solo, ma la ChiesaCattolica si dovrà impegnare con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo (questa pena, infatti, persiste in ben 56 Paesi tra cui Cina, StatiUniti, Russia, India…). Parole chiare, determinate, definitive e che non ammettono repliche! Qualcuno potrebbe domandarsi: dove va a finire la tradizione della Chiesa? Si cambia marcia? No, nel solco della medesima tradizione si cambia solo la prospettiva: mentreprima lafinalità della legge voleva difendere le persone da alcuni individui pericolosi, oramuta l’orizzonte. La dignità di ogni persona viene posta al centro insieme con l’offerta di una “seconda possibilità” per un cammino di riabilitazione, di redenzione. Si ritorna all’ antico e sempre valido proposi todi trasformare la pena non solo in uncastigomaanche in un percorso di speranza, di rinnovamento. Lo Stato Pontificio, finoallapresa di Porta Pia (20 settembre 1870) aveva praticato la pena di mor-
te: l’ultima esecuzione fu compiuta
il 9 luglio 1870 a Palestrina. Sebbene successivamente il nuovo Stato avesse adottato il Codice Penale italiano (prima garantista ma, da Mussolini in poi, giustizialista, con la reintroduzione della pena di morte…) non praticò più nessuna esecuzione capitale. Questo finoal 1969quandoanche formalmente nella legislazione dello Stato della Città del Vaticano, con la legge 50, la pena di morte è stata abolita. Gli ultimi Papi l’hannosempre sconsigliata eoggi, sulla medesima strada, è stata finalmente dichiarata «inammissibile».