I piccoli non devono essere sradicati dalla propria casa
Il disegno di leggePillon, con il quale si intende apportare cambiamenti al testo sull’affido condiviso, propone una visione restrittiva e soprattutto adultocentrica della bigenitorialità. L’ipotesi della proposta di legge di rendere i figli dei “migranti” per metà tempoda una casa all’altra dei genitori separati è un percorso che non tiene conto di bambini, preadolescenti e adolescenti coinvolti nella fine del rapporto tra mamma
e papà. E non considera la necessità di ogni minore a radicarsi nella propria casa e nella propria stanza. I più piccoli, inoltre, hanno bisogno di un rapporto stretto e costante con la figura materna che rimanda alla “diade” madre-bambinodi cui parlava lo psichiatraGiovanni Bollea e che la presenza paterna costante, responsabile e competente trasforma, nel tempo, in “triade”. L’ideache l’educazione e la formazione psicofisica e sessuale dei minori sia un compito del mondo culturale femminile (composto da mamme, nonne, zie, sorelle, tate, maestre, professoresse), vuoi per consuetudine, vuoi per assenza dei padri a causa del lavoro, va superata in ragione di un duplice, costante rapporto educativo e affettivo che ambedue le figure genitoriali, nel rispetto dei ruoli, debbono fornire. Ma va anche aggiornata. Ilweb, infatti, costituisce “un mondo a parte” che isola dalla realtà e nel quale chi non ha una famiglia armonica, né una madre e un padre che si rispettano, né una casa in cui radicarsi stabilmente, può trovare un rifugio quotidiano, al di fuori del controllo dei genitori. Se, infine, l’obiettivo è quello di colpire quegli emolumenti spropositati ad appannaggio di poche ex mogli attraverso la volatilizzazione dell’assegno di mantenimento che di solito viene assegnatoalledonnecome“genitori collocatari”, la prospettiva è dannosa per tante madri che accetteranno compromessi capaci, nel tempo, di trasformare ifiglinel “braccioarmato” della loro vendetta.