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Giacomo, dopo ilTrioc’èdi più

IL“33PERCENTO” DELSODALIZ­IOCONALDOE­GIOVANNI SI PRENDE UNA PAUSA PER CONDURRE UN PROGRAMMA CHE DARÀVOCEAI­SENZATETTO. FINOALPROS­SIMOPROGET­TO

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Dopo 30 anni di palcosceni­co condiviso, Giacomo Poretti, «il 33 per cento del trio Aldo, Giovanni e Giacomo», come lui stesso ama definirsi, si è messo in proprio e ha lasciato i compagni di scena. Lo ha fatto, dice lui, per una giusta causa. Il comico debutterà come conduttore di un programma tv su

Tv2000 (la rete dellaConfe­renza Episcopale Italiana) intitolato Scarp de’ tenis - Incontri sulla strada che darà voce ai senzatetto di Milano. «Porterò gli spettatori», ha confessato Giacomino, «nellemense dei poveri, nei dormitori, nei supermerca­ti della solidariet­à per vedere come vivono i più bisognosi, ma anche quante persone, e sono tante, sono disposte ad aiutarli». Ha poi aggiunto: «Saranno storie ad alto tasso di sensibilit­à: racconti forti che ti colpiscono e ti danno uno schiaffo forte. Soprattutt­o che ti costringon­o a guardare i cosiddetti “invisibili”, che sono tali solo perché tutti quanti, me compreso, siamo vittime del pregiudizi­o. Viene facile dire: “Non hanno volontà”, “Sono senza palle”, “Si sono buttati via”. Invece, guardando da vicino si scopre che sono persone magari fragili, ma che a causa delle avversità della vita si sono trovate costrette a schiantars­i». Nessuno mette in dubbio le buone intenzioni e lo spirito di servizio di Giacomo. Tuttavia, bastava vedere la loro partecipaz­ione al Festival di Sanremo 2016, bastava vedere il loro ultimo film, Fuga da Reuma Park, per capire che la storia profession­ale del trio Aldo, Giovanni e Giacomo era al capolinea. Inutile cercare retroscena, le presunti liti, le “crisi mistiche” di Giacomo, le mogli che si vogliono intromette­re o cose del genere. La loro è stata una avventura profession­ale di tutto rilievo, iniziata per il grande pubblico con le straordina­rie avventure degli “svizzeri” diMai dire gol, proseguita poi a teatro e al cinema. In pochi anni avevano saputo raggiunger­e una maturità espressiva di assoluto livello, proponendo una comicità antica, lontana dalla chiassosa e infida parodia (sono mimi, clown, cabarettis­ti) e vicina al più rigoroso profession­ismo. La gag del viaggio nel deserto alla ricerca del dio Pdor o quella dei tre monaci zen rappresent­ano quei rari momenti in cui tutte le parole e tutti i gesti vibrano, sorprendon­o, colpiscono. Poi, inevitabil­mente, subentrano stanchezza, incomprens­ioni, chissà forse anche invidie. Giacomo sostiene che non c’è stato nessuno litigio, ma

lui ha l’aria un po’ da pretino: «La realtà è che tra poche settimane, dopo il filmcheAld­o farà in solitaria, ci incontrere­mo per metterci al lavoro e cominciare a pensare a un nuovo progetto che andrà in scena l’anno prossimo». Non resta che aspettare.

INUTILE CERCARE RETROSCENA E LITI, LA LORO È STATA UN’AVVENTURA, MA AL CAPOLINEA, DI TUTTO RILIEVO

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SI È MESSO IN PROPRIO Giacomo Poretti, 62. Sotto, Giovanni Storti, 61, Aldo Baglio, 59, e Giacomo.
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di Aldo Grasso Critico televisivo, giornalist­a del Corriere della Sera
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