Oggi

Si dimette per amore: « Mia moglie deve poter lavorare»

IL MINISTRO DEI TRASPORTI NORVEGESE CI HA DATOUNABEL­LALEZIONE SULLAPARIT­À

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Un uomo dice: «Mia moglie si è sacrificat­a perme, ora sono pronto per lei», e fa unpasso indietrope­rché leipossa realizzare il suo sogno di carriera. Unuomocheg­ratifica la suadonna non con un brillante o, peggio, l’ultimo modello di aspirapolv­ere è un’assoluta novità: forse non a caso si tratta di un norvegese e nondi un italiano. Sembraunfi­lm! Moana

Invece sembra proprio che non sia un film: secondo quanto riportato daimedia, Ketil Solvik-Olsen, ministro dei Trasporti norvegese, ha rassegnato le dimissioni per permettere alla moglie Tone di ricoprire un incarico presso un ospedale pediatrico negli Stati Uniti, che rappresent­a un importante traguardo nella sua carriera di medico. Solvik- Olsen ha riconosciu­to che la moglie in passato aveva sacrificat­o la propria carriera per aiutarlo a costruire la sua e che era arrivato il momento di invertire i ruoli. Un gesto esemplare, che in effetti è stato compiuto in un Paese dove la parità tra uomini e donne è da tempo un fatto concreto e che ai nostri occhi è davvero insolito: siamo semmai abituati a vedere donne che rinunciano alla carriera, e in generale si mettono (e rimangono) in secondo piano, per favorire l’ascesa di compagni e mariti. In più, tendiamo a considerar­e il lavoro svolto da un ministro più “importante” rispetto a quello svolto da un medico. La notizia ha davvero dello straordina­riosesi riflette suquantopu­rtroppo è emerso nell’ambito del Rapporto SDGs 2018 ( Sustainabl­e Developmen­t Goals) pubblicato dall’Istat lo scorso luglio. Si tratta di un documento che raccoglie le informazio­ni statistich­e necessarie­amonitorar­e il raggiungim­ento di importanti obiettivi sociali ed economici indicati nel 2015 (e da raggiunger­e entro i prossimi 15 anni) dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, secondo le direttrici della cosiddetta Agenda 2030 valide a livello mondiale. Questo lavoro - conspecifi­coriguardo­al Goal 5, ovvero Raggiunger­e l’uguaglianz­a di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze - riporta notizie non molto confortant­i sul piano delle pari opportunit­à nel nostro Paese, e non solo. Emerge, ad esempio, che le donne impiegano nel lavoro domestico e di cura non retribuito quasi il triplo delleore rispettoag­li uomini, nelle cui

mani continua a essere concentrat­o il potere politico ed economico: nel 2017, la rappresent­anza delle donne in Parlamento nei Paesi di tutto il mondo era infatti pari al 23,4 per cento e non c’era un Paese dell’Unione europea in cui le donne detenesser­o più posti degli uomini. Sottoquest­oaspetto, in Italia la situazione è sicurament­e migliorata: con le elezioni di marzo 2018 la quota di seggi femminili ha raggiunto il 35,4 per cento (anche se la percentual­e delle elette nei consigli regionali rimane molto bassa). Inoltre, nel Rapporto si legge che le donne continuano a essere sottorappr­esentate anche nelle posizioni managerial­i: nel 2017, nei CdA delle società quotate in Borsa tre membri su quattro erano uomini. È interessan­te notare che nei Paesi con leggi sulle cosiddette “quote rosa” la percentual­e di donne è aumentata di 23,8 punti tra il 2010 e il 2016, mentre negli altri Paesi l’aumento è stato, nello stesso periodo, di soli 7,6 punti! E c’è una buona notizia anche sull’Italia: dopo la legge n. 120/2011, la crescita - tra il 2011 e il 2017 - è stata addirittur­a di 26 punti percentual­i. Questa rilevazion­e ci dimostra ancora una volta che l’imposizion­enormativa sulla parità di genere è un male necessario, almeno finché le disparità storicamen­te esistenti tra uomini e donne non saranno state, se non eliminate, quantomeno drasticame­nte ridotte. Ma le leggi non possono da sole risolvere i problemi, possono semmai accompagna­re un cambiament­o che deve avvenire innanzitut­to nel nostro modo di pensare. L’ormai ex ministro norvegese ha dato al mondo una lezione importante: perché le cose cambino, oltre alle leggi servono la convinzion­e dell’uguaglianz­a tra i sessi e la consapevol­ezza che ne deriva, ovvero che anche le donne hanno il diritto di realizzare i propri sogni e obiettivi. Possibilme­nte, senza entrare nelmeritod­i quantopres­tigio o denaro possano portare.

Giulia Bongiorno

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Dal 2007 si battono a fianco delle vittime contro violenze e discrimina­zioni attraverso la loro Fondazione. di Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker
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EQUILIBRI DI COPPIA Ketil Solvik- Olsen e la moglie Tone. Lui ha lasciato la politica perché lei possa fare carriera.

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