Lo smog uccide (ma il fumodi più)
HO LETTO CHE L’INQUINAMENTO AMBIENTALE È CAUSA DI QUASI 9 MILIONI DI MORTI ALL’ANNO. NON LE PARE UN DATO ESAGERATO? Giacomo S., Piacenza
Caro Giacomo, il dato è assolutamente reale e si riferisce a uno studio, pubblicato nelle scorse settimane, che per la prima volta utilizza un metodo diretto per la stima delle morti attribuibili all’inquinamento dell’aria che respiriamo. Se fino a oggi gli scienziati hanno sempre utilizzato dei modelli predittivi in cui venivano integrati dati approssimativi e frutto di misure indirette, gli autori dello studio hanno potuto calcolare i decessi basandosi sulla misura diretta delle concentrazioni di polveri sottili PM 2,5 provenienti da tutto il globo. È emerso che l’inquinamento è causa di 8,9 milioni di decessi all’anno, in gran parte attribuibili a malattie quali tumore al polmone, ictus, ischemie, infezioni polmonari e malattie respiratorie cronicoostruttive. Si scopre che i Paesi del mondo che pagano di più in termini di vite perse sono India, Cina e Medioriente con 5 milioni di morti. Qui le concentrazioni di PM 2,5 si aggirano intorno a 70 microgrammi per metro cubo di aria. In Europa siamo a quota
440 mila per via della più bassa concentrazione di polveri (13 microgrammi). Anche di questo discuteremo il 28 e 29 settembre a Terni al convegno “Tutti per aria” organizzato da Fondazione Umberto Veronesi. Attenzione però a pensare che l’inquinamento sia il nemico numero uno. Fumare una sola sigaretta equivale a rimanere esposti per 24 ore a una concentrazione di PM 2,5 pari a oltre 600 microgrammi per metro cubo. Una quantità enorme rispetto a quello che respiriamo nell’aria delle nostre città.