Oggi

Matteo Salvini Abbiamo seguito il ministro per una settimana di Marianna Aprile

POST, TWEET, RIUNIONI, JOGGING, CENE DA 200 PERSONE, VERTICI POLITICI E GUERRE CONTRO MAGISTRATI, ONU, EUROPA. ABBIAMO SEGUITO SALVINI PER UNA SETTIMANA E ABBIAMO SCOPERTO CHE STA AL MINISTERO SOLO ALL’ORA DI PRANZO. E NON SEMPRE

- Di Marianna Aprile

La settimana scorsa, persino la regina delle influencer Chiara Ferragni a un certo punto ha spento il telefono per 24 ore: niente post, niente Stories di Instagram, niente di niente. Quando è ricomparsa, ha spiegato che aveva bisogno di staccare per resettare mente e pelle (specifican­do con quale crema). Il ministro dell’Interno Matteo Salvini questa necessità non la avverte: il telefono non lo spegne mai. Posta, twitta, commenta, risponde agli hater. Fotografa, fa selfie, dirette social. Il tutto mentre vola, viaggia, fa jogging. Un turbinìo tale da rendere legittima una domanda: ministro, ma lei quando lavora? E pur ammettendo che quel profluvio di tweet, post eccetera possa essere considerat­o lavoro, la domanda che rimane sul tavolo, altrettant­o legittima, è: ministro, ma lei quando ci va al ministero? Per provare a rispondere, abbiamo seguito passo passo Salvini tra lunedì 10 e domenica 17 settembre, durante sette giorni in cui ha interpreta­to quasi tutte le parti in commedia che la politica gli ha assegnato in questo periodo.

DA PAPÀ E FIDANZATO

La settimana comincia con un in bocca al lupo alle due donne della sua vita: la figliolett­a Mirta, al suo pri-

mo giorno di scuola (a Milano), e la compagna Elisa Isoardi, al suo primo giorno di conduzione de La prova del cuoco (a Roma). Il ministro dedica un post alla prima e una visita in gran segreto alla seconda, dietro le quinte della prima puntata, assieme alla “suocera” Irma. A trasmissio­ne finita, fa un salto al ministero poi vola a Milano per un evento alla Fondazione Don Gino Rigoldi, dove spara a zero su tutti: il governo tedesco che non si prende i migranti che sbarcano in Italia; l’Alto commissari­o Onu per i diritti umani Michelle Bachelet che annuncia ispezioni in Italia; l’Onu tout court, cuiminacci­a di tagliare i fondi. L’effetto è tale che alla fine Don Gino gli regala una maglietta con scritto: «Dio esistema non sei tu. Rilassati». Il tempo di un bacio alla piccola Mirta e Salvini torna a Roma. Si sveglia di buon mattino, va a correre in via dei Fori Imperiali per smaltire i chili presi in questi mesi per il poco sonno e il troppo cibo (parole sue), quindi torna da Elisa anche per la seconda puntata. Poi, verso pranzo, va alminister­o a lavorare. E twittare: contro il vignettist­a Vauro, contro il terrorismo islamico (è pur sempre l’11 settembre), ancora contro la Bachelet e l’Onu, e anche contro la Procura di Genova, che chie--

de alla Lega di restituire 49 milioni di euro («Pensino al ponte e non a noi»).

L’UOMO DEI BATTESIMI TV

Nel pomeriggio, torna nei panni di “cerimonier­e di debutti televisivi” e battezza anche la prima puntata di Porta a Porta (stavolta davanti alle telecamere, però). Un paio di interviste telefonich­e più tardi, Elisa e Matteo si ritrovano nella casa di 200 metri quadrati (accanto a quella romana di Berlusconi) che il Viminale mette a disposizio­ne delministr­o. Il mercoledì inizia presto, con una intervista all’alba su Radio2, e prosegue al ministero tra botta e risposta via social col presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e un flashmob organizzat­o dai leghisti davanti al Senato per esprimere solidariet­à al Salvini indagato per il caso Diciotti. Cena a casa con Elisa e altre 200 persone, tra porchetta e vino buono, col ministro in ciabatte e calzoncini a far da padrone di casa. Il giovedì inizia al Viminale, a parlare di Libia e rifugiati con l’Alto commissari­o Onu per i rifugiati Filippo Grandi. Quindi va a Bari, in visita al quartiere Libertà e alla Fiera del Levante e rientra a Roma per il Consiglio dei ministri, dopo il quale ricomincia a

mitragliar­e dichiarazi­oni e tweet su Diciotti, Mario Draghi, Europa...

IL VIDEO CLANDESTIN­O

Ilmattino seguente vola a Vienna per una riunione su sicurezza e immigrazio­ne con in colleghi degli altri Paesi Ue e tempo qualche minuto Salvini finisce a litigare con il lussemburg­hese Jean Asselborn (che esclama un «merd alors!», che sta più o meno per «E che ca...volo»). La discussion­e sarebbe rimasta un retroscena (il vertice era a porte chiuse) se un collaborat­ore di Salvini non l’avesse ripresa clandestin­amente e poi messa on line, infrangend­o ogni fair play. Salvini non se ne cura, annuncia rimpatri record per i tunisini sbarcati a Lampedusa (non ci riuscirà) e attacca Malta. Poi torna a Milano per due comizi in provincia e va a dormire nella sua casa meneghina. La mattina del sabato trova il tempo per dialogare in pubblico col poeta Davide Rondoni al Piccolo festival dell’essenziale («Sono permaloso ma non vendicativ­o; mi accusano di essere troppo buono») e di commentare la copertina che Time gli ha dedicato: «Quando l’ho vista ho pensato a Renzi: lui non ci è riuscito nonostante tutto il cinema che ha fatto». Poi parte per un minitour elettorale a Fano, Porto Recanati e Pesaro e la domenica mattina rientra a Milano: deve battezzare la prima puntata di Domenica Live di Barbara d’Urso. Ma soprattutt­o la sera è atteso ad Arcore da Silvio Berlusconi per provare a ricompatta­re il centrodest­ra con un’alleanza su nomine Rai (a Salvini servono i voti di Forza Italia perc onfermare MarcelloFo­aallap residenza) ed elezioni regionali. Dopo, torna a Roma tra le braccia diElisa. E al mattino seguente, con un post in cui cita Charlie Chaplin («Vivi, fai quello che dice il cuore, la vita è come un’opera di teatro») torna in scena. Pardon, inizia una nuova settimana di tweet, selfie e di pause pranzo alViminale...

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