Risarcimenti record
«Conquei 5 milioni potremo curare nostra figlia» di Marianna Aprile
Eleonora ha quasi dieci anni e due genitori, Benedetta e Davide, che - a causa di un errore medico alla sua nascita - hanno visto le loro vite stravolte. La diagnosi recita «encefalopatia epilettica su base anossico-ischemica perinatale con tetraparesi ipotonica-distomica con atteggiamenti di ipertono associati a microcefalia, ipovisione ed epilessia parziale sintomatica». Una sentenza ne ha attribuita la responsabilità penale a due ginecologhe; un’altra ha stabilito un risarcimento record di oltre 5 milioni di euro per mamma e figlia ( la causa civile per quello al papà sta per iniziare). Ma se si esce dal gelo di diagnosi e sentenze si entra in una casa calda in cui Eleonora è il centro di ogni attenzione, il fine di ogni risorsa. Per starle accanto, Benedetta e Davide hanno perso il lavoro e quattro anni fa si sono trasferiti da Rovigo a Ravenna, dove c’è un centro di eccellenza per la terapia iperbarica. «Finora siamo andati avanti con le nostre forze e la sua pensione. Abbiamo dovuto rinunciare a cure costose ma
necessarie, perdendo tempo prezioso ma ora Eleonora è nell’età in cui quello che fai ha speranze di produrre risultati», dice Benedetta. Il timore, dichiarato, è che le compagnie assicurative che devono versare il risarcimento record (i Lloyd’s e l’AmTrust Europe) la tirino per le lunghe. «Senza cure specifiche che fanno in America, peggiorerà: lo Stato non le paga, noi non possiamo permettercele», aggiunge. «Finché eravamo a Rovigo, don Silvio e l’intera comunità ci aiutavano con raccolte fondi e ci hanno regalato un’auto quando hanno sequestrato la mia perché non ho pagato le ultime quattro rate», spiegaDavide. «Qui siamo soli. Viene una signora ad aiutarmi a fare il bagnetto, ma di Eleonora ci occupiamo noi», aggiunge Benedetta. Il sogno è investire quei soldi in ogni minimo recupero possibile («Vorremmo riuscisse a farsi almeno compren- dere», dice Davide) ma anche in un futuro di cure garantite. «Eleonora è forte, altrimenti dopo quello che le hanno fatto non sarebbe qui». PoiBenedetta e Davide raccontano.
QUELLA NOTTE TERRIBILE
Eleonora era una bimba sana finché non è iniziato il travaglio. «Sono arrivata in ospedale a Rovigo alle 10 del mattino e fino alle 15 tutto era normale, ma la bambina si era girata durante la notte e sentivo un dolore sul fianco. Dopo il parto scopriranno che aveva il braccino incastrato e non era posizionata di testa, bensì di faccia. Non se ne sono accorti perché non mi è mai stata fatta un’ecografia», racconta Benedetta, che per tutto il tempo ha chiesto un cesareo che le viene negato fino alle 23.45, quando la situazione è ormai definitivamente compromessa. «Benedetta è diabetica ed era stata operata alla retina pochi giorni prima, il cesareo doveva essere la prima opzione. Ma da anni, ormai, gli ospedali cercano di evitarli per risparmiare: costano circa3mila euro e per ragioni di budget, specie verso al fine dell’anno ( Eleonora è nata a dicembre, ndr), si fanno economie», spiega Mario Cic-
«CI DISSERO CHE ERA ANDATO TUTTO BENE INVECE AVEVANO GIÀ TRASFERITO LA BIMBA APADOVA IN RIANIMAZIONE»
chetti, l’avvocato che, non potendo dare sollievo, è riuscito almeno a far sì che la famiglia avesse giustizia.
IL NO AL CESAREO
Torniamo a quella notte. Alle 21.40, il monitoraggio (intermittente e non continuativo, come previsto dalle linee guida) mostra una sofferenza del feto, ma Benedetta viene sottoposta a una serie di manovre di Kristeller ( pressioni sulla pancia) e all’applicazione di ventose (per estrarre la bimba). La situazione peggiora e due ore dopo viene disposto il cesareo. «È nata cianotica e senza battito. Viene intubata, rianimata, trasferita alla rianimazione neonatale di Padova. Ma a noi viene detto che il parto è andato bene e la bimba è in pediatria», dice Davide, che ha appreso delle condizioni di sua figlia solo il pomeriggio successivo. «Io l’ho vista dopo sei giorni, a Padova», dice Benedetta. Da allora, non hanno mai smesso di lottare per avere giustizia. Le denunce vengono inizialmente archiviate. Poi Cicchetti fa riaprire il caso ma in primo grado le ginecologhe vengono assolte. In appello, condannate anche se il reato si è prescritto e tornano al lavoro. Quindi arriva la sentenza civile col maxi risarcimento. «La quantificazione dei danni a favore della bambina prevede minimi e massimi e una maggiorazione del 25% per casi di particolare gravità, come questo», spiega l’avvocato. «Il perito nominato all’inizio dall’ospedale, il professor Salvatore Alberico, riconoscendo le responsabilità dei sanitari, disse: immaginate un pugile che affronta l’avversario con le mani legate dietro la schiena e capirete cosa ha passato Eleonora durante il parto».