Oggi

La nostra salute Doppio Nobel contro il cancro

HO LETTO CHE IL NOBEL ALLA MEDICINA È STATO ASSEGNATO AI PADRI DELL’IMMUNOTERA­PIA. DAVVERO QUESTA DISCIPLINA HA CAMBIATO LA LOTTAAI TUMORI? Lucia S., Milano

- di Paolo Veronesi Presidente Fondazione Umberto Veronesi Direttore Senologia chirurgica, Ieo, Milano

Cara Lucia, il Nobel per la Medicina di quest’anno è stato vinto da James P. Allison e Tasuku Honjo, due scienziati che con ricerche indipenden­ti fra loro hanno scoperto quei meccanismi molecolari che il cancromett­e in atto per spegnere la risposta immunitari­a. Partendo da questa intuizione, è stato possibile progettare alcuni farmaci, gli immunotera­pici, che hanno cambiato la storia di diverse forme di tumore. L’idea di fondo dell’immunotera­pia consiste

nello sfruttare le nostre difese per riconoscer­e ed eliminare le cellule

cancerose. Un meccanismo che però non sempre funziona: i tumori sono in grado di spegnere il nostro sistema di difesa e crescere in maniera indisturba­ta. L’obiettivo degli immunotera­pici è quello di mantenere sempre attiva la risposta immunitari­a. Il primo tumore a beneficiar­e di questo approccio è stato il melanoma: prima dell’avvento dell’immunotera­pia la sopravvive­nza a questo cancro della pelle in fase metastatic­a era di 6-9 mesi dalla diagnosi. Oggi, a 10 anni di distanza dalla diagnosi, il 20% dei pazienti che ha utilizzato il primo immunotera­pico della storia è ancora vivo. Risultati importanti che si sono estesi anche, per esempio, ai tumori al rene e al polmone. L’immunotera­pia non è la soluzione definitiva al problema cancro, ma grazie a essa oggi è possibile in sempre più casi controllar­e la malattia rendendola, di fatto, cronica.

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PREMIATI In alto, James P. Allison. Sopra, Tasuku Honjourei.
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