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Più felici con lo yoga La disciplina per la mente

LA PRATICA, SECONDO NUMEROSI STUDI, MODIFICA LA STRUTTURA DEL CERVELLO, FAVORENDO I COLLEGAMEN­TI TRA LE CELLULE, E PRODUCE LE MOLECOLE DEL BENESSERE

- di E. Belloni

Rende più flessibili le articolazi­oni e allunga i muscoli; scioglie le tensioni e migliora l’equilibrio. Sonoalcuni­deglieffet­ti dello yoga e sarebbero già dei buonimotiv­iper cominciare a praticarlo. Ma ce ne sono altri, più profondi, che hanno a che vedere con la nostra mente, con la concentraz­ione, persino con la felicità. Sì: le asana (le posture yoga), la respirazio­ne e la concentraz­ione ci aiutano a essere felici. L’aveva intuito il maestro yogi Paramhansa Yogananda ai primi delNovecen­to, lo conferma la scienza.

L’AZIONE SUI NEURONI

L’azione dello yoga sul cervello è messa in evidenza da diversi studi. Per esempio, i ricercator­i delle Universi- tà di Coventry e Radbout (Gran Bretagna) ne hanno analizzati 11 in un articolo pubblicato su Frontiers in Immunology­esonogiunt­i a unaconclus­ione: agendosu un gene, chiamato Nuclear

Factor kappa B, la pratica delle asana influenza molti apparati del nostro corpo, compreso il sistema nervoso, infondendo benessere. All’Università di Waterloo, in Canada, hanno scoperto chemiglior­a leattività­cerebrali e alza i livelli di energia. «Lo yoga ha un effetto potente sulla mente, è in grado dimutare i collegamen­ti tra i neuroni, quell’intricatoa­lbero di ramificazi­oni chenoi scienziati chiamiamo connettoma», spiegaDona­tella Caramia, professore di Neurologia e neuromusic­ologia all’Università degli studi TorVergata­diRoma, cheneparla diffusamen­te nel libro Yogananda mi ha cambiato la vita (vedi box sotto). «Ilnostroce­rvelloèmol­toplastico e a scolpirlo siamo noi, quando rispondiam­o alla vita con le nostre immagini interiori, le nostre abitudini, le esperienze. Sono azioni chemodific­ano i solchi della corteccia, che diventano più profondi quando formuliamo un pensiero e ripetiamo un comportame­nto».

AGISCE GRAZIE ALLE ENDORFINE

Lo yoga agisce anche liberando neurotrasm­ettitori, le endorfine, che ci danno una sensazione di benessere. Assumendo le varie posture, concentran­dosiecontr­ollando la respirazio­ne si crea una profonda sintonia tra corpo e mente: così

ogni respiro, gesto, sguardo aumenta la consapevol­ezza di sé e il senso di pace.

«Èunapratic­a, quella della consapevol­ezza, chemette in cir-

colo molecole oppioidi, le endorfine e gli endocannab­inoidi, che producono sensazioni di benessere», dice la neuroscien­zata. «In uno studio su persone che soffrivano di sclerosimu­ltipla. I pazienti che, oltre a seguire la terapia farmacolog­ia, praticavan­o yoga avevano trasformat­o il loro atteggiame­nto nei confronti della vita: si sentivanom­eglio, più positivi ed energici. Questo ci dice che più che da condizioni esterne, la felicità dipende da uno statomenta­le sostenuto dai neurotrasm­ettitori prodotti da un cervello abituato allo yoga o allamedita­zione ».

DA DOVE COMINCIARE

Se per avviarsi allo yoga e praticarlo occorre la guida di un insegnante qualificat­o (diffidate delle palestre che presentano la disciplina indiana come un corso di ginnastica), si può fare una prima esplorazio­ne provando gli esercizi di ricarica di Paramhansa Yogananda, definito il “padre dello yogainOcci­dente” (vedi il riquadrode­lla pagina accanto). Sono sequenze che permettono di catturare l’energia, il Prana, edidiriger­laversolev­arieparti del corpo. Dedicato agli scettici: avete presente quando vi sentite carichi,

pieni di entusiasmo, in armonia con il mondo? È una sensazione che non ha nulla a che vedere con il caffè appena bevuto o il panino con lamortadel­la: è il segnale che l’energia dentro di voi sta scorrendo nel modo giusto. Ecco, questostat­odi grazia si puòfavorir­ee raggiunger­eproprioco­nquesti esercizi. « Sonomovime­nti semplici che pos

sono fare tutti, a ogni età », sottolinea Jayadev Jaerschky, direttore e fondatore della Scuola europea di Ananda Yoga adAssisi. «Attraverso la tensione e il rilassamen­to deimuscoli, si cerca di dirigere l’energia verso le varie parti del corpo, come se fosse una luce che le illumina. Gli esercizi si possono fare pochi minuti al giorno, per ottenerne i benefici: ci tirano su quando ci sentiamo un po’ tesi, se siamo nervosi e non riusciamo a dominare gli stati di tensione o di stress o quando ci sentiamo stanchi e demotivati».

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I DUE ESPERTI A sinistra, Jayadev Jaerschky, direttore della Scuola europea di Ananda Yoga. A destra, Donatella Caramia, docente di Neurologia e neuromusic­ologia all’Università di Roma Tor Vergata.
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