Oggi

« Sono un sex symbol ma non soperché »

« ROCCO SCHIAVONE NON È BELLOCOME L’ISPETTORE DI GASSMANN, PERÒHA PIÙ SUCCESSO DI LUI CONLE DONNE», DICEL’ATTORE. «ESÌ, PIACCIOANC­HEIOENE IGNOROILMO­TIVO»

- Di Maria Giuseppina Buonanno

Immaginate lo sguardo un po’ ironico di Rocco Schiavone. Poi sovrappone­te la faccia intensa, di passato e promesse future, di Marco Giallini, e incastonat­e nella scena queste sue parole: «È vero, Lojacono è più bello, ma Schiavone ha più successo di lui con le donne». Così l’attore risponde ad Alessandro Gassmann che sul numero 42 di Oggi ha messo a confronto in modo giocoso il lato sexy del suo ispettore, appunto Giuseppe Lojacono, protagonis­ta della serie di Rai 1 I bastardi di Pizzofalco­ne, con il vicequesto­re della serie di Rai 2 Rocco Schiavone (in onda fino al a 7 novembre). Insomma, ha lanciato una sfida tra poliziotti di fiction, alla ricerca del più amato, e ha insinuato che Giallini, per essere alla sua altezza quando recitano insieme, usi un rialzo r per sembrare più alto. «Io il rialzo a nelle scarpe non l’ho mai messo, però mi ha dato un’idea», dice a distanza Giallini all’amico Gassmann. Solo una schermagli­a, naturalmen­te, tra due duellanti per gioco.

UN U CUORE COME FEDE

Il vicequesto­re Rocco Schiavone, trasferito da Roma ad Aosta, è uomo ombroso che ha nel cuore sentimenti profondi che sfidano il tempo e la ragione: ha perso in modo drammatico la moglie e continua a immaginarl­a accanto a sé. E ancheMarco Giallini ha dovuto affrontare la perdita, nel 2011, della sua Loredana, mamma dei suoi amatissimi figli, Rocco, 20 anni, e Diego di 13. «Gli amorimiei», scrive di loro su Instagram l’attore. E all’anulare porta il tatuaggio di un cuore. Un amore tatuato al posto della fede. Nel loden diRocco Schiavone, Marco Giallini ci sta bene: la fiction piace, fa ottimi ascolti ed è stata anche venduta all’estero, in America e Germania. «Nei panni di Schiavone mi trovo molto bene, è il ruolo a cui sono più affezionat­o ormai. Nella seconda stagione la sua città, Roma, è più pre-

sente: ci sono le sue radici e il suo passato che nella prima erano rimaste sospese. Io però il loden non l’ho mai indossato… E, a differenza di Rocco, a me piace tanto Aosta. Mi sono trovato davvero bene in questa città. Amo passeggiar­e nel centro storico, fermarmi in Piazza Chanoux. Uno dei luoghi più suggestivi dove rifugiarsi è sicurament­e il Teatro Romano. Per non parlare del Monte Rosa: spettacola­re, a parte il freddo e i 4 gradi sotto lo zero della notte. Comunque, ci porterei i miei figli, sicurament­e». Anche perché, Rocco oe Diego, amano il vice- questore Schiavone. «Abbiamo visto insieme qualche pun- tata della serie. Sono affascinat­i dal personaggi­o, così cinico e schietto, uno tosto. Mi piace guardarlo in tv con loro, mi ricorda quando da picco- lo stavo davanti al televisore e vedevo tantissimi noir con mio padre, che li adorava. Non perdevamo un film con Jean-Paul Belmondo, Alain Delon, Michel Piccoli e Lino Ventura». Il vicequesto­re inventato dallo scrittore Antonio Manzini è molto ammirato dal pubblico femminile. Forse anche per quell’amore per la moglie scomparsa che non si rassegna, un sentimento intenso, di grande romanticis­mo. Sembra che somigli, almeno un po’, a Marco Giallini… «Parecchio. Sotto sotto sono un romantico anche io», dice l’attore. E quando gli chiedi se si sente un sex symbol, risponde così. «Sì, più symbol che sex, ma ne disconosco il motivo».

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