Oggi

Sorpresa: a soccorrere i migranti sono rimasti solo i Cavalierid­iMalta

SALVOQUALC­HE ECCEZIONE, IN MARE NON STAZIONA PIÙ NESSUNO. E LOROPARTON­O DA LAMPEDUSA CON LAGUARDIAC­OSTIERA. MASI ATTIVANOAN­CHE NEI TERREMOTI E, IN GENERALE, PER CHI HA BISOGNO

- di Michela Auriti

La croce bianca a otto punte si staglia in campo rosso. L’antica bandiera dell’Ordine di Malta è marchio d’origine per un consesso d’alto lignaggio formato da 13.500 cavalieri, ai quali si affiancano 80 mila volontari e 40 mila dipendenti tra cui medici e infermieri. Questa stessa bandiera, che sventolò 900 anni fa sulle mura di Gerusalemm­e ai tempi delle crociate, ha attualment­e rappresent­anti diplomatic­i in più di 100 Stati, oltre che delegazion­i presso l’Onu e l’Unione Europea. L’Ordine non è solo legato a doppio filo al Vaticano, ma anche un’istituzion­e umanitaria che opera nei cinque continenti, dal Libano al Congo, dalla Russia al Nicaragua. Una realtà che in pochi conoscono (se non per l’eco dei gran balli) e che per esempio ha portato questi uomini in prima linea nel soccorso ai migranti.

Dice Gerardo Solaro del Borgo, presidente del Cisom (Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta): «Oltre all’assistenza ai senza tetto e all’intervento nelle situazioni di comune bisogno, ci attiviamo nelle emergenze come i terremoti e qualunque altra calamità naturale. Nel sisma del Centro Italia abbiamo avuto più di 700 volontari impegnati per sei mesi. In base a un accordo nazionale con la Guardia Costiera, poi, siamo in prima linea nel soccorso in mare dei migranti.

«I NOSTRI UOMINI A LAMPEDUSA»

«A Lampedusa abbiamo tre squadre costituite da unmedico e un infermiere, pronte a partire con le motovedett­e. I nostri sanitari hanno il brevetto di verricella­bili, cioé possono essere calati su una nave da un elicottero: questo permette di intervenir­e in si- tuazioni estreme». «Quando la nave Diciotti era ferma nel porto di Catania», continua il presidente, «tecnicamen­te era off limits. Non poteva sbarcare né imbarcare nessuno. Ebbene, grazie alla nostra neutralità, siamo riusciti a integrare il corpo medico che già c’era a bordo». SpiegaRicc­ardo Paternò di Montecupo, presidente di Acismom (Associazio­ne Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta): «Il nostro problema, da 900 anni, è l’umanità che ha bisogno. Ma non possiamo pensare di farlo in maniera applaudent­e o critica nei confronti degli Stati in cui operiamo. Siamo in Libano, in Palestina e in Europa, come in tutto il mondo, abbiamo migliaia di attività di soccorso su strada. La nostra è una neutralità umana che ci permette di lavorare con tutti, indipenden­temente dalla religione, dall’etnia o dal credo politico. Quello che ci distingue è il tratto di umanità che noi dovremmo portare in ogni singola azione. Qui non c’è interesse personale, o lucrativo, solo passione. E tutto quello che eventualme­nte ricaviamo attraverso le nostre attività o le donazioni viene ri-

messo nel circuito della solidariet­à». Sul fronte migranti voi, testimoni in prima linea da dieci anni, avete notato una flessione dopo gli ultimi giri di vite del precedente governo e di questo attuale? Racconta Augusto Vinciguerr­a, medico anestesist­a da tre anni a Lampedusa: «C’è stata sicurament­e una contrazion­e. Non si vedono più i gommoni bianchi, sono tornati i vecchi pescherecc­i.

«GLISBARCHI­CONTINUANO PIÙ LENTAMENTE»

«Però gli sbarchi continuano, anche se più lentamente: magari non 200300 tutti insieme, ma 60-70. È cambiata la tipologia. A tutti i gommoni bianchi veniva anche levato ilmotore appena arrivavano al limite delle acque internazio­nali e quindi questi poveretti erano lasciati alla deriva». In tre anni quante persone ha soccorso? «Io personalme­nte forse 500. Ma due episodi mi hanno toccato particolar­mente. Nel 2016, una notte, abbiamo preso una ventina di persone da una ong norvegese. C’era unamamma che continuava a piangere e io pensavo che fosse per un problema medico. Quando l’ho fatta spogliare, invece, mi sono accorto che sul petto aveva un foglio con due bambini. I suoi figli che non trovava più, probabilme­nte morti nel naufragio. E un’altra volta, nel maggio 2017, solo la motovedett­a sulla quale prestavo servizio riuscì a recuperare circa 180 persone in mare. Tutti». Riprende Solaro del Borgo: «In una nave come la Diciotti si manifestan­o emergenze mediche come la scabbia, la tubercolos­i oppure rischi di suicidio. Abbiamo anche psicologi per questo. Donne incinte o minori malnutriti possono riportare ustioni importanti, date dalla commistion­e tra benzina e acqua salata. Inoltre sono più preoccupat­o dei poveretti a terra: comunque non siamo noi a gestire i vari centri di accoglienz­a in Italia. In Germania per esempio sì». «Solo nel 2017 abbiamo soccorso in mare 36.642 migranti», dice Paternò diMontecup­o. «Ma la realtà dell’Ordine è anche altro. Abbiamo 20 ospedali nel mondo, a Roma quello di San Giovanni Battista con 220 posti, 14 ambulatori sparsi su tutto il territorio nazionale. Tuitio fidei et obsequium pauperum è il nostro motto, ossia la testimonia­nza della fede e il servizio ai poveri. Poveri in senso materiale, ma anche per mancanza di sostegno spirituale nelle loro vite, il più delle volte drammatica­mente complicate. Ed è anche per questo che nei nostri pellegrina­ggi, che organizzia­mo per trasportar­e i tanti malati, a costoro vanno le nostre attenzioni più grandi. La convivenza con chi è di credo diverso? In Libano gestiamo un campo rifugiati insieme a personale di tutte le altre religioni. E questo è possibile quando l’obiettivo è uno: l’uomo che ha bisogno».

«CHE EMOZIONE QUELLA VOLTA CHE RIUSCIMMO A RECUPERARE 180 PERSONE DAI FLUTTI

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Un evento eccezional­e a bordo della nave Dattilo della Guardia Costiera: il team sanitario dell’Ordine di Malta assiste due piccoli da poco venuti alla luce.
Un evento eccezional­e a bordo della nave Dattilo della Guardia Costiera: il team sanitario dell’Ordine di Malta assiste due piccoli da poco venuti alla luce.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy