Oggi

Il dramma did Annapaola Le protesi al senoeno la stavano uc-uccidendo

«A 22 ANNI, DOPO UNA DELUSIONE D’ AMORE, MI SONO SOTTOPOSTA A UN’ OPERAZIONE DI CHIRURGIA PLASTICA », DICE ANNA PAOLA X ODO .« D ALÌ SONO INIZIATI I GUAI: CHOC ANAFILATTI­CI ,70 INGRESSI AL PRONTO SOCCORSO, DUE INTERVENTI ». ECCO COS’ ERA SUCCESSO

- di DeaD Verna

« Avevo 22 anni, vivevo a Milano, facevo la modella e stavo per laurearmi all’Istituto europeo del design. Avevo tutto, ma non me ne rendevo conto». Inizia così la storia di Annapaola Xodo, che ora di anni ne ha 30 e ci accoglie nella sua casa di Padova per raccontarc­i un calvario lungo otto anni: 70 ingressi al Pronto soccorso, due ricoveri e due operazioni. La causa: le protesi al seno. «Il mio fidanzato, dopo sei anni, mi aveva lasciato per una ragazza prosperosa», ci racconta. «Ero disperata e ho deciso di rifarmi il seno, perché speravo di riconquist­arlo». Annapaola si opera in una clinica di Montebellu­na ( Treviso), per passare da una seconda di reggiseno a una terza. Dopo appena venti giorni dall’operazione, iniziano i guai. «Una mattina mi sveglio con le gambe gonfie, bollenti e rosse», ci spiega. «I miei genitori temevano una trombosi. Chiamo la chirurga chemi aveva operato, mi dice che non c’è nessuna relazione con l’intervento e mi consiglia di fare linfodrena­ggi». Annapaola ascolta il suo consiglio, ma la situazione peggiora. «Il gonfiore si trasferisc­e al volto: avevo angioedemi e rush cutanei. Un giorno, mi viene uno choc anafilatti­co: si gonfia la gola, non riuscivo più a respirare. E finisco al Pronto soccorso». Inizia così la via crucis: choc anafilatti­ci uno dietro l’altro, via vai dal Pronto Soccorso, un dimagrimen­to preoccupan­te. «Da 54 chili inmeno di un anno ero passata a pesarne 47, su un’altezza di unmetro e 75», continua. «Ero perennemen­te sotto cortisone, non avevo più il ciclo». Nessunmedi­co capisce le ragioni del malessere, l’unica allergia che le viene trovata è quella (rarissima) alla patata. «Alla fine un cardiologo scopre che soffrivo di una pericardit­e acuta che poteva portarmi a un infarto da un momento all’altro», dice la Xodo. «Il disturbo, però non era di origine virale, ma dovuto a un’infiammazi­one». «A questo punto mia madre, che aveva scoperto da vari siti americani l’esistenza della breast implant illness, ovvero l’avvelename­nto da protesi al seno, capisce che devo togliermi gli impianti». Annapaola torna dalla chirurga, che, dopo qualche incertezza, la opera, ma commette un errore fatale: le toglie le protesi ma non le capsule. «Le capsule sono le membrane che il nostro corpo crea intorno a qualsiasi tipo di protesi, per isolarla», spiega la ragazza. «La chirurga le ha lasciate perché, a suo dire, erano troppo sottili e aveva paura di fare danni, vista la delicatezz­a della zona. Ma questa sua

decisione è stata pessima, ha peggiorato solo la situazione». Era il 2012: nei successivi sei anni Annapaola ha alternato momenti di relativo benessere ad altri di crisi nera, con gonfiori, choc anafilatti­ci, intolleran­za al cibo. «Mangiavo solo pollo bollito», racconta. «La mia vita profession­ale ne ha risentito, perché dovevo stare a casa per mesi. Mi isolavo dagli amici perché non volevovole­vo esseessere di peso». A salvarla è stata Cryst tal Hefner, la terza moglie del patron di Playboy Hugh Hefner. «Aveevo scoperto su internet che anch he lei aveva i miei stessi dis turbi. Le ho scritto un messaggio su Instagram. Mi ha risposto subito, dicendomi che dove-

vo assolutame­nte farmi togliere le capsule dalla dottoressa Lu-Jean Feng di Cleveland, la numero uno al mondo». E così è stato: a metà giugno Annapaola, ormai allo stremo delle forze, viene operata d’urgenza negli Stati Uniti dalla specialist­a, che le ha tolto le capsule. «Il mio corpo era intossicat­o dai mastociti», spiega la Xodo. «Sono cellule del sistema immunitari­o che vengono attivate dal corpo durante le infiammazi­oni. I miei erano impazziti, era in corso una mastocitos­i e c’era il rischio si fossero trasformat­i in cellule maligne. Per fortuna, non è successo, siamo intervenut­i in tempo». Ora Annapaola stameglio: deve prendere ancora tantemedic­ine, ma ha ripreso una vita (quasi) normale. «Mi è tornato il ciclo, ho ricomincia­to a fare yoga. Ora mangio ancora solo carne bianca e verdure, ma piano piano posso in- trodurre altri cibi», ci dice. A sostenerla in questi anni, l’amore della mamma e di suo marito Abelardo, sposato l’anno scorso. «Una persona splendida, mi ha voluto con tutto il “pacchetto” della mia malattia. E ora sogniamo un figlio». Anna ha raccontato la sua storia su Instagram e mette in guardia le ragazze. «Prima di fare interventi di chirurgia estetica, fate esami accurati. Ilmio corpo non tollerava il silicone e i metalli pesanti contenuti nella protesi. Ora tante donne mi scrivono per chiedermi consigli». Noi di Oggi abbiamo interpella­to Francesco Alia, specialist­a in chirurgia plastica ed estetica. «La breast implant illness è collegata al linfoma anaplastic­o a grandi cellule, è rara ma esiste», spiega. «Ma è risolvibil­e rimuovendo protesi e capsule. Così come nel caso della rara allergia al silicone».

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MOSTRA LA CICATRICE Annapaola Xodo, 30, mostra la cicatrice dell’operazione al seno. «È tornato quello di prima», dice. «Sono guarita».
 ??  ?? Annapaola Xodo nel salotto della sua casa di Padova. «Alle ragazze dico: amatevi per quello che siete», raccomanda. «L’insicurezz­a mi ha fregato». ACCETTATEV­I!
Annapaola Xodo nel salotto della sua casa di Padova. «Alle ragazze dico: amatevi per quello che siete», raccomanda. «L’insicurezz­a mi ha fregato». ACCETTATEV­I!
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UNCALVARIO­TRARICOVER­I E FARMACI Sopra, Annapaola Xodo in clinica a Cleveland, negli Stati Uniti, dopo l’operazione di rimozione delle capsule infette (a destra, è con il marito Abelardo). A destra, lemedicine che deve tuttora prendere quotidiana­mente.
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«PIÙ INFORMAZIO­NE SUI RISCHI» Un ritratto di Annapaola Xodo. «Ora voglio fondare un’associazio­ne per informare le donne sui rischi delle protesi al seno e tutelarle», dice.

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