Oggi

In setteminut­i l’hanno decapitato e fattoapezz­i

SAPEVA DI RISCHIARE. MAPURDI SPOSARSI, IL REPORTER SAUDITA È ENTRATONEL SUO CONSOLATOD­I ISTANBUL. L’ATTENDEVAL’INFERNO

- di Edoardo Montolli

Due ottobre, tre emezza del mattino. Un aereo della compagnia privata saudita Sky Prime atterra a Istanbul. A bordo ci sono 15 persone. Hanno prenotato per tre giorni in due hotel del quartiere Levent. Ma ripartiran­no la sera stessa per Riad, identifica­ti dalle immagini di diverse telecamere di sicurezza. Uno di loro, ripreso alle 9.55 mentre si dirige al consolato saudita, l’uomo che secondo Al Jazeera ha noleggiato gli aerei, è il colonnello Maher Abdulaziz Mutreb, 47 anni, ex diplomatic­o dell’ambasciata saudita a Londra, fotografat­o vicino al sovrano, Salman, nelle ultime visite inFrancia, Spagna, StatiUniti e molto vicino al principe ereditario­Mohamed bin Salman. Degli altri, 11 appartengo­no ai servizi segreti sauditi. Khalid Aedh Alotaibi è addirittur­a membro della Guardia reale. L’ultimo nome del gruppo è il più inquietant­e, soprattutt­o perché non si capisce come mai ne faccia parte: è il dottor Mohammed al Tubaigy, anatomopat­ologo, esperto in “autopsie mobili”.

L’APPUNTAMEN­TO

Stesso giorno, ore 13.16. All’ingresso del consolato si presenta il giornalist­a Jamal Khashoggi, 60 anni, saudita dissidente, in esilio volontario negli Usa dal 2017, che, dalle colonne del quotidiano­Washington Post, firma articoli di fuoco contro il principe ereditario Mohamed bin Salman, l’uomo che dice di voler trasformar­e l’Arabia

in unmodello di sviluppo, ma del quale Khashoggi ricorda lo sterminio nello Yemen. Con il giornalist­a c’è Hatice Cengiz, 36 anni, la donna con la quale è fidanzato da quattro mesi e con cui vuole risposarsi. Al consolato ha un appuntamen­to per ritirare il suo certificat­o di divorzio. Ha paura, sa di non essere gradito lì dentro, ma non immagina minimament­e chemezz’ora prima del suo arrivo a tutto il personale turco è stata data la giornata libera. Non può portare con sé i due iPhone, che lascia alla compagna. Per prudenza, però, li sincronizz­a sul cloud con il suo Apple Watch: «Se nontorno», dice adHatice, «chiama la polizia».

LE TRACCE RIPULITE

Il consolato chiude alle 15.30. Hatice attende davanti, invano, fino all’una di notte. Nel frattempo, alle 17, ha chiamato le autorità. Dov’è andato Jamal? La goffa sceneggiat­a inizia poco dopo, quando le immagini di sorveglian­za mostrano un uomo assai simile al giornalist­a uscire dal consolato. Ha i suoi vestiti, la barba finta. Ma non è lui: è uno dei 15 del commando. Ne consegue che se un sosia ha i vestiti di Jamal e Jamal dentro non c’è, qualcuno l’ha ucciso e ne ha organizzat­o in maniera premeditat­a la sparizione. La polizia di Istanbul visiona 2 mila ore di immagini registrate dislocate in 62 punti diversi, da 137 telecamere, mentre, con calma, una squadra di servizi d’igiene ripulisce la sede diplomatic­a con stracci e spazzoloni. Quattro giorni più tardi un funzionari­o turco dichiara alla Reuters: «La prima valutazion­e della polizia è cheKhashog­gi sia stato ucciso nel consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul. Riteniamo che l’assassinio sia stato premeditat­o e che il corpo sia stato successiva­mente portato fuori dal consolato». Altre fonti riferiscon­o al quotidiano The Guardian che macchine con targa diplomatic­a hanno portato il corpo del giornalist­a in un garage sotterrane­o. Un video riprende un uomo scaricare valigie da una vettura e caricarle su un’altra. Che cosa o chi c’è dentro? Poi l’attenzione vira sul colonnello Mutreb, uno che conta a Riad: Wikileaks lo dà pure in Italia nel 2011, per un corso dell’Hacking Team su un avanzato software di intercetta­zioni a cui l’Arabia Saudita era interessat­a. Non può che essere lui, si sostiene, il leader del commando. Vien fuori che, tra le 19 telefonate che ha fatto il 2 ottobre, una era diretta proprio alla segreteria dell’ufficio del principe ereditario. Lo sdegno si leva da tutto il mondo. I governi chiedono verità. E si registrano numerose defezioni al Future Investment Initiative Conference, il convegno che Mohamed bin Salman, tanto avversato da Khashoggi, considera l’occasione per mostrare il volto della nuova Arabia. Aquesto punto ilNewYork Times cita un funzionari­o saudita, che ammette l’omicidio: «Jamal Khashoggi ha tentato di fuggire dal consolato, lo hanno fermato, preso a pugni. Lui ha iniziato a urlare, allora uno dei presenti lo ha preso per il collo e l’ha strangolat­o, uccidendol­o». È il secondo grande errore che viene commesso da Riad.

TORTURE E MUTILAZION­I

Ilprincipe, sospettato di essere ilmandante, dice che il delitto è un «crimine ingiustifi­cabile» e di voler andare fino infondo, collaboran­do conIstanbu­l. Le autorità di Riad arrestano 18 sauditi. Siparla di servizi segretidev­iati e cani sciolti. Un po’, scrive ilNewYorkT­imes, come accadde con il delitto diGiacomo Matteotti in Italia, quando si tentò di far passare il delitto come l’opera di alcuni sconsidera­ti. A Riad cadono le teste del vicecapo dell’intelligen­ce AhmedAl Assiri, del consiglier­e SaudAl Qahtaniati e di altri tre alti papaveri. Ma il caso è tutt’altro che chiuso: perché Khashoggi ha registrato la propria morte sul cloud, con l’AppleWatch, trasmetten­do l’audio sull’iPhone. Si può così provare che non c’è stata alcuna scazzottat­a al consolato, ma un interrogat­orio feroce, con percosse e torture. Culminato nello squartamen­to. Il capo dellaCia GinaHaspel sostiene di aver ascoltato tutto. Il quotidiano turco Yeni Shafak racconta che al giornalist­a sarebbero state tagliate le dita. Poi lo avrebbero decapitato e fatto a pezzi. Smembrato, aggiunge Al Jazeera, in meno di sette minuti dall’anatomopat­ologoMuham­med al Tubaigy. Roba da macellai più che da medici. Nel file audio si sentirebbe anche il console Mohammed Utaybi dire a quelli del commando di «sbrigare la faccenda fuori dal consolato» per non essere compromess­o. Con la sinistra risposta: «Taci, se non vuoi essere ammazzato quando torni inArabia». Undiciminu­ti di terrore puro. Poi i 15 rientrano a Riad. Secondo Turan Kislakci, a capo dell’Associazio­ne dei media turco-arabi e amico di Khashoggi, i resti del giornalist­a potrebbero non essere rintraccia­bili. Circola voce che sia stato sciolto nell’acido e che alcuni pezzi siano sepolti nel giardino del console. Chissà. Alla tv turca, Hatice si sfoga: «Se avessi saputo che sarebbe successo qualcosa del genere, avrei detto no alla proposta di matrimonio e non l’avrei mai lasciato entrare al consolato. Ho un’enorme responsabi­lità emotiva». E le istituzion­i? Il presidente Donald Trump, partito prudente, ha preso posizione. Ha detto che la ricostruzi­one dell’omicidio offerta daRiad è un «fiasco totale. Uno dei peggiori depistaggi della storia». Ma ha aggiunto di non voler fermare la vendita di armi all’ArabiaSaud­ita. Ballanocon­tratti per110 miliardi di dollari.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy