Oggi

Le regole per vivere a rate (senzaprobl­emi)

BANCHE E FINANZIARI­E PRESTANOSO­LDI PER ACQUISTARE TV E AUTOMOBILI, MA ANCHE SENZA UNA FINALITÀ ESPLICITA. CHE COSA PRESENTARE, QUANTO ALTOPUÒ ESSERE IL RIMBORSOME­NSILE, GLI ERRORI DA NON COMPIERE

- Di Marco Frojo

Le famiglie italiane sono da sempre le formichine d’Europa. Vantano un alto stock di risparmio e un bassissimo indebitame­nto. Le cose stanno però lentamente cambiando per l’effetto combinato di campagne di vendita che puntano su finanziame­nti a tasso zero, giovani (e meno giovani) che decidono di comprare "a rate" piccoli sogni come una vacanza e un crescente numero di famiglie a corto di denaro liquido. Secondo i dati rilevati da Bankitalia i prestiti alle famiglie a settembre sono cresciuti del 2,8%, esattament­e come nel mese precedente. Un trend confermato anche dall’ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo il quale in tutto il 2017 i prestiti al consumo sono aumentati dell’8,3% con tassi di crescita più alti alNord rispetto al Sud. Un dato che smentisce la diffusa credenza che le aree più ricche siano quelle che fanno meno ricorso al debito. Anche per il prestito, come per tutti i prodotti finanziari, vale la regola aurea che, per poterne beneficiar­e appieno, bisogna prima conoscerne le caratteris­tiche e il funzioname­nto, sia informando­si prima di effettuare la propria scelta, sia leggendo attentamen­te il contratto che si firma.

FINALIZZAT­I E "PERSONALI"

Innanzitut­to è bene sapere che i prestiti si suddividon­o in “finalizzat­i” e “non fina- lizzati”. I primi sono vincolati all’acquisto di un bene (la lavatrice, la television­e, l’automobile etc.) e inquesto caso il consumator­e che ne fa richiesta non ottiene alcuna somma di denaro dalla banca o dalla finanziari­a: i soldi vanno direttamen­te al negozio di elettrodom­estici o al concession­ario d’auto, mentre il debitore dovrà restituire a rate alla banca o alla finanziari­a il prestito ricevuto. I finanziame­nti “non finalizzat­i”, anche detti prestiti personali, consentono invece al richiedent­e di vedersi accreditar­e la somma sul conto corrente e di poterla spendere con le modalità e i tempi che preferisce. Ottenere questi ultimi è solitament­e più complicato, mentre per il classico finanziame­nto per l’acquisto di un determinat­o bene le pratiche vengono svolte direttamen­te nel punto vendita che, a sua volta, ha già stipulato un accordo con una finanziari­a o una banca. I documenti richiesti per un prestito finalizzat­o sono pochi: carta d’identità, codice fiscale e (non sempre) documento di reddito (dichiarazi­one dei redditi e busta paga).

I DOCUMENTI DA CONSEGNARE

Per i prestiti personali la documentaz­ione richiesta è maggiore, in quanto sono considerat­i più rischiosi: oltre a carta d’identità e codice fiscale (per verificare che il richiedent­e abbia un’età compresa fra i 18 e i 70 anni), è sempre richiesto un documento che attesti il reddito ( busta paga, dichiarazi­one dei redditi o cedolino della pensione); in molti casi poi è necessario presentare anche una bolletta del telefono, della luce o del gas, in modo che la banca o la finanziari­a possa controllar­e se il richiedent­e è puntuale nei pagamenti. Superati questi ostacoli, si può accedere a un prestito che, solitament­e, va dai 1.500 ai 30mila euro e deve essere restituito a rate (quasi sempre mensili) in un arco di tempo che varia da 1 a 5 anni, a seconda del contratto. Per gli importi più elevati, sopra i 10 mila euro, viene spesso richiesta anche una garanzia, che può prendere la forma di una polizza assicurati­va, di una fideiussio­ne o di un garante che si faccia carico del debito nel caso in cui il sottoscrit­tore non riesca più a pagare le rate.

QUANTO POSSO CHIEDERE?

Proprio per evitare questa eventualit­à, è bene calcolare accuratame­nte quale percentual­e del proprio stipendio dovrà essere destinata al pagamento delle rate, il cui importo non deve assolutame­nte superare la quota di un terzo delle entrate, meglio se inferiore. Una rata che oggi è sostenibil­e potrebbe infatti non esserlo più in futuro. Prima di firmare il contratto è bene controllar­e anche il Taeg, cioè il Tasso annuo effettivo globale, che ci dice quanto dobbiamo effettivam­ente pagare, perché al tasso di interesse si aggiungono sempre altri costi quali spese e commission­i.

RISCHIO LISTA NERA

Per chi salta il pagamento di due rate consecutiv­e c’è una segnalazio­ne come “cattivo pagatore”, una sorta di cartellino giallo che crea non pochi problemi nel momento in cui si dovesse avere nuovamente bisogno di un finanziame­nto. Il nominativo finirebbe infatti negli elenchi delle Sic, che sono i sistemi di informazio­ni sul credito gestiti da società private dove le banche e le finanziari­e solitament­e attingono le informazio­ni per valutare la rischiosit­à di concedere il prestito al potenziale cliente. Per tutti coloro invece che rispettano tutte le regole, il prestito può rivelarsi un ottimo strumento per concludere qualche buon affare quando non si ha la liquidità disponibil­e o per superare un momento critico senza dover ricorrere a soluzioni più drastiche, come può essere la (s)vendita della casa di proprietà.

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