Oggi

Fari, reti, nastri puntali, fischietti, spaventapa­sseri...

Alcuni dissuasori sono efficaci, altri del tutto inutili

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C omuni dissuasori sono i puntali, striscie chiodate in metallo o plastica. Ce ne sono di varie forme: spirale, cuneo, ombrello. Il dissuasore elettrico è invece un filo che rilascia una scarica a basso voltaggio. Funzionano, ma per proteggere un condominio è necessario l’intervento di personale in grado di intervenir­e sui luoghi della facciata o del retro, difficilme­nte raggiungib­ili.

ULTRASUONI.

Speciali congegni che, emettendo fischi a una frequenza non udibile dall’orecchio umano, disturbano i piccioni. Unico problema, disturbano anche il gatto o il cane di casa.

RETI.

Efficaci per impedire l’ingresso di volatili in sottotetti o chiostrine. Per più di qualcuno non sono il massimo dell’estetica e richiedono continue manutenzio­ni: basta anche un piccolo strappo, magari provocato dal vento, per vanificarn­e l’efficacia.

LUCI.

C’è chi piazza faretti che illuminano a giorno i nidi dei piccioni. Funzionano? Ni. I piccioni si spostano o si abituano.

NASTRI COLORATI.

Si legano a balconi e finestre strisce di carta o plastica colorata perché i riflessi spaventino i piccioni come lo spaventapa­sseri dei campi.p Risultati? Prossimi P allo zero. z Anche se non n sembra, questi pennuti sono molto intelligen­ti e riescono a distinguer­e una minaccia effettiva da una farlocca.

LA SAGOMA DI GUFO O FALCO.

Altro rimedio inefficace: nessun piccione ignora che una forma di carta o plastica sia inoffensiv­a.

IL FALCO VERO.

Negli ultimi anni si è molto diffuso l’utilizzo dei falconieri per scacciare i piccioni da aziende, magazzini, aeroporti militari e

civili. Al Jfk di New York sono in servizio 4 falconieri con 12 rapaci che si alternano in volo. Non si tratta di un metodo cruento. Il falco (o la pojana di Harris) disdegnano i piccioni perché abituati a cibarsi di carne fresca che fornisce il falconiere. Basta però la loro presenza per indurre gli altri pennuti a darsela a gambe. Funzionere­bbe in un condominio? Sì, ma costano da 150 euro al giorno in su e appena il falco si assenta i piccioni ritornano. A meno che non si provveda a interdire l’accesso ai luoghi di nidificazi­one con apposite barriere.

NEL CONDOMINIO.

Decine di migliaia di condomini italiani fanno i conti con colonie di piccioni. Che cosa fare? «Rivolgetev­i all’amministra­tore e all’Assemblea di condominio con un punto dell’ordine del giorno», spiega Angelo De Nicola, vice presidente dell’Uppi, Unione piccoli proprietar­i immobiliar­i. «Del problema si deve fare carico l’intero condominio». E se l’amministra­tore

nicchia? «Non lo può fare: un’infestazio­ne di volatili, oltre a questioni di decoro, pone problemi di igiene e salute pubblica che non

possono essere ignorati. Nel caso però dovesse succedere, conviene rivolgersi

alla Asl che invierà un’ispezione e stenderà una relazione scritta. Se comunque l’amministra­tore e l’Assemblea non si muovono, si può sempre citarli in giudizio e chiedere a unmagistra­to di ordinare al condominio gli interventi necessari e doverosi, oltre agli eventuali danni subiti».

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IL FINTO PREDATOREC­ollocare un gufo finto in plastica o carta è una strategia che non funziona: il piccione non ci casca.
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I PUNTALI FUNZIONANO­Un dissuasore a puntale davanti alla finestra è strumento efficace per allontanar­e i volatili.

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