Oggi

LudovicaNa­sti La piccola star dell’Amica geniale si racconta

LUDO VI C AN ASTI HA CONQUISTAT­O IL RUOLO TV PIÙ AMBITO DEL MOMENTO, SUPERANDO 8 MILA PICCOLE RIVALI E DOPO ESSERE STATACINQU­EANNI PEROSPEDAL­I. QUICIRACCO­NTA LA SUA STORIA. DETERMINAT­A MA CON DOLCEZZE DA BAMBINA

- di Cristina Rogledi

Ludovica aspettava Lila e Lila aspettava Ludovica. Si capisce questo mentre si chiacchier­a nella sua cameretta con lei, la piccolama grandissim­a Ludovica Nasti, la bimba di 12 anni che ha prestato i suoi occhi magnetici e dolenti a una delle due protagonis­te della serie tv tratta dal libro L’Amica geniale di Elena Ferrante, il racconto dell’amicizia tra Lenù e Lila, dall’infanzia all’età adulta. Quando, dopo 8 mila bambine provi- nate, Saverio Costanzo, regista della fiction, ha incontrato lo sguardo di Ludovica, ha capito all’istante: «È lei!». E così la vita di questa bambina che già pare un romanzo, è diventata un sogno. Ludovica, che vive a Pozzuoli ed è la più piccola di casa (ha due fratelli di 26 e 23 anni), da qualche anno lavora come modella per i cataloghi di moda. Un giorno, un’amica dellamamma le suggerisce di mandare una foto in un’agenzia di casting per il cinema. Caso vuole che quando la responsabi-

le la riceve e la vede pensa ai provini in corso per il set di L’Amica geniale e senza dire nulla, invia le foto. È l’ultimo giorno di casting a Napoli e l’immagine di Ludo arriva per un soffio. «La sera stessa squilla il telefono e l’agenzia ci informa che ci sta mandando via mail un copione da imparare a memoria per il giorno dopo perché vogliono vedere Ludo per una serie televisiva», racconta mamma Stefania. «Ma noi non abbiamo la stampante e io non ero molto convinta. Alla fine mi sono detta “vado e come va, va”. All’uscita di scuola mamma mi ha dato il copione che era riuscita a stampare, io l’ho studiato con mia cugina e tre ore dopo sono andata a fare il provino», racconta questa piccola guerriera. Minuta ma tostissima (capirete perché). «Quando ha finito, la responsabi­le casting ha chiesto quanti ruoli avesse già fattomia figlia. Non voleva credere che fosse la prima volta in vita sua che stava davanti alla macchina da presa», aggiunge ancora emozionata Stefania. Conoscevat­e il libro della Ferrante in famiglia? Tu, Ludo, sapevi che stavi per fare il provino per una delle serie tv più importanti degli ultimi anni? «No, non sapevamo nulla! Forse anche per questo sono andata lì a cuor leggero, non ero preoccupat­a». (ride)

Dopo altri provini ti confermano che la parte è tua. Subito però c’è un altro problema da risolvere: la scuola. Cosa successe? «La mia dirigente scolastica non ci riceveva e non firmava il permesso per assentarmi due mesi da scuola, quindi mi avrebbero bocciato. Le riprese stavano per cominciare e così ho dovuto to cambiare scuola al volo altrimenti dovevo rinunciare al film. Per fortuna abbiamo trovato una preside comprensiv­a che mi ha aiutato subito».

Tu sei Lila, una bambina forte, testarda, audace e a volte cattiva. Quanto vi assomiglia­te? «Un bel po’. Io mi sentivo lei sul set anche perché sono testarda. Mamma dice che sono determinat­a. Cattiva no, non credo».

Mamma dice anche che hai affrontato due mesi di riprese senzamai lamentarti della fatica. «È vero, mi piaceva troppo recitare. E poi stavo bene sul set: avevo la mia roulotte per riposarmi e dopo pranzo giocavo con gli altri bambini. Era faticoso perché mi alzavo alle sei, facevo cocolazion­e, poi avevo mezz’ora di trucco e parrucchie­re. Lavoravo sino alle 17 poi rientravo in albergo e avevo due ore di lezione con un insegnante privato per non restare indietro col programma scolastico. Dopo facevo la doccia e andavo a cena con la mamma. Poi subito a letto. L’ultima scena l’ho girata con la febbre alta: mia madre insisteva perché rimanessi in hotelma io non vvolevo che si fermasse ttutto il set».

Oltre a divertirti, come dice tua ma- dre, per te è stato un riscatto: ti sei ripresa quello che la vita ti aveva tolto. Per tanti anni non hai potuto avere un’esistenza “normale”. Ti va di raccontarl­o? «Avevo quasi cinque anni quando mi sono ammalata di leucemia» ( e qui gli occhi di Ludovica si riempiono di lacrime e quindi stoppiamo la risposta. Prosegue la mamma, ndr). «Ludovica dai 5 ai 10 anni ha vissuto dentro e fuori dagli ospedali. Abbiamo sofferto e avuto paura. Ma è stata proprio lei a darci coraggio: in ospedale era diventata la mascotte del reparto. La nostra forza è che non abbiamo mai perso la speranza, siamo rimasti uniti e abbiamo sempre detto a Ludo la verità anche se, come nel film La vita è bella, cercavamo di reinventar­e quanto stava accadendo con giochi, e piccole abitudini che le davano il sorriso. Mia figlia ha affrontato anche gli esami dolorosi come una guerriera. Per questo non abbiamo più paura di nulla. Siamo grati alla vita anche solo di aprire gli occhi ogni mattina, tutto il resto si risolverà. Ludovica, anche se è piccola, ha fatto sua questa filosofia».

Torniamo a te: qual è stata la parte difficile del lavoro di attrice? «Mi è venuto tutto facile: leggevo il copione e mi sentivoLil­a. Al massimo ho ripetuto una scena cinque volte. Mi sono arrabbiata solo quando ho dovuto tagliare i capelli perché sono stata calva per tanto tempo e finalmente avevo i capelli lunghi. Quando la parrucchie­ra del set me li ha accorciati, sono scoppiata a piangere. Per due giorni non ho più parlato. E poi non sopportavo le unghie sporche di Lila: ogni sera le spazzolavo bene».

Difficile imparare il copione? «No, dopo i provini sapevo quasi tutto a memoria. Poi io ed Elisa ( Elisa del Genio, la bambina che fa l’altra protagonis­ta, Lenù, ndr), avevamo un coach che ci faceva provare la scena,

cci insegnava dizione e il nnapoletan­o. Anche Saverior mi ha aiutato. Ripeteva:teva: “MostrMostr­a le emozioni che senti quando diventi Lila”». Il libro è ambientato nellaNapol­i degli Anni 50: andare a scuola era un lusso e per Lila e Lenù è stato determinan­te. Per te cosa rappresent­a la scuola? «Io ho sempre sentito che è giusto studiare e mi piace, a parte musica e tecnologia. Girando il film, però, ho capito che devo sapere bene le lingue, così ora frequento anche una scuola di inglese. Dopo le medie farò il liceo linguistic­o». Il film ha cambiato la tua vita? «In parte sì perché prima volevo fare la calciatric­e o la ballerina di hip hop, ora so che voglio fare l’attrice». La calciatric­e? «Sì, adoro giocare a calcio. Ho iniziato nelle piazze del paese con gli amici e quando sono guarita, come promesso, mamma mi ha iscritto a un club. Ora gioco come attaccante nella squadra del Napoli Dream Team». Il tuo giocatore preferito? «Tifo Napoli, mi piace Insigne. E anche Ronaldo e Neymar. Guardo tutte le partite con papà e gioco a Fifa. Nelle pause del film giocavo anche con Saverio Costanzo». Il filmsarà visto in 56 Paesi per ora ed è costato 30 milioni di euro, ci si aspetta un grande successo. La tua vita potrebbe cambiare molto, sei pronta? «Boh, nonmi rendo conto. Qui a Pozzuoli mi conoscono tutti, al massimo mi fermano per una foto insieme e mi piace. L’unica volta che ho sentito le gambe tremare è stato sul red carpet a Venezia. Bellissimo». Un’amica come Lenù ce l’hai? O ne vorresti una come Lila? «La mia amica del cuore è Vittoria ma poi ci sono anche Ela, Sara, Alessia e Viviana. Dopo il film, però, alcune non mi hanno più cercata. Un’amica come Lila mi piacerebbe perché mi darebbe forza». Ludovica rimugina un po’. «Ma forse non ho bisogno di una Lila. Anch’io sono forte adesso».

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 ??  ?? SOGNAVA DI FARE LA BALLERINA HIP HOP Ludovica vestita da ballerina hip hop. «Ma ora voglio fare l’attrice», dice.
SOGNAVA DI FARE LA BALLERINA HIP HOP Ludovica vestita da ballerina hip hop. «Ma ora voglio fare l’attrice», dice.
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