LUCA BOTTURA
La notizia è straniante a prescindere dal nomignolo. Il Fatto (quotidiano) che Di Battista “Cuore di panna” abbia compiuto una qualunque attività assimilabile al lavoro ha del sensazionale, dell’incredibile, del surreale. Ma il nomignolo – che oggi, dopo i viaggi inmoto e gli attacchi alla stampa, è diventato “Culo di piombo” – non risulta essere una prerogativa esclusiva del ragazzo immagine a Cinque Stelle. Ecco allora, in un’altra esclusiva per Oggi, le occupazioni segrete e gli appellativi di altri noti politici. Luigi Di Maio, quando vendeva bibite allo Stadio San Paolo di Napoli, si era guadagnato il nomignolo di “Fanta Ghirò”. Matteo Salvini faceva il commesso al sex shop «Ben Dur» di Luino ed era soprannominato “il Capitone”. Danilo Toninelli lavorava come modello per le fiere dei parrucchieri e si faceva chiamare “Sotto la cofana niente”. Matteo Renzi aveva un piccolo gruppo di boyscout privati finanziati dal padre Tiziano. Tutti sanno del soprannome “Il Bomba” ma pochi ne conoscono la ragione: pare che, proprio come Salvini, posa vantare una miccia notevole. Virginia Raggi lavorava in uno studio legale. Era soprannominata l’aliante, per via di quelle volta che una folata di vento la sorprese alle spalle nel centro di Roma e il combinato disposto con importante apparato uditivo la trasportò a Fregene. Marco Minniti lavorava come animatore in una scuola per l’infanzia: se i bambini non facevano i bravi, li deportava in Libia. Il suo nomignolo: “Il luogocomunista”. Massimo D’Alema curava l’animazione comica alle feste dell’Unità. Per la sua capacità espressiva era soprannominato il “Che?”. Giuseppe Conte ha sempre fatto solo l’avvocato e per la sua imprevedibilità, la sua vivacità, le suemille personalità, era soprannominato “Giuseppe Conte”.