Mara Carfagna
«Ce l’homessa tuttaper far dimenticaredi essere solo bella»
In Campania l’hanno ribattezzata “la zarina”. Potenza del passaparola, il soprannome è arrivato fino a Roma. Temuta e ascoltata, ex “bella-elegante- glamour ma chissà quanto vale”, Mara Carfagna ci tiene molto a dare un’immagine di sé più vicina possibile al ruolo che ricopre. «La prima diva della politica», per usare le parole di Enrico Lucherini, il mitico press agent delle star del cinema, è vicepresidente dellaCamera in quota Forza Italia. Disse di lei Dario Franceschini: «Parla a braccio, dice cose approfondite». Oggi quella stessa opposizione di centrosinistra la ringrazia per aver rimbrottato Matteo Salvini in aula: «Le sembrerà strano, ma le regole valgono anche per lei, ministro». Presenze nei salotti mediatici: non pervenute. Da star consumata (questa volta della politica), non si concede ai talk, non siede accanto a sovranisti arrabbiati o intellettuali polemici, non rilascia dichiarazioni “volanti” ai cronisti che presidianoMontecitorio. Unica concessione laica al “fu” pubblico televisivo, i like sui social network: su Instagram, Carfagna prende in giro le gaffe di LuigiDi Maio con il presidente cinese Xi Jinping facendosi fotografare davanti a un parrucchiere asiatico dell’Esquilino, il quartieremultietnico di Roma: «Ho trovato il vero Ping». E così, inseguita da ammiratori e detrattori - questi ultimi più a destra che a manca -, l’onorevole studia da aspirante leader: punta tutto sull’empatia con l’elettorato femminile che, le va riconosciuto, ha conquistato trasversalmente quando, ancora mediamente preparata ma volenterosa, assunse la guida del dicastero delle Pari Opportunità. Perché va detto senza pregiudizi: Carfagna ha fatto la ministra sul serio. Secchiona, puntigliosa e precisina, assai appassionata, come nella campagna contro la violenza sulle donne che sta promuovendo in queste settimane. Di se stessa racconta a Oggi: «Conosco la fama di maestrina chemi precede, ma commetto errori e sono attraversata da dubbi e incertezze». Fa poca tv. Come mai? «Faccio politica e mi sono data delle regole, come quella di non esseremai sovraesposta». Fa più snob non andare in tv, ora che ci vanno tutti, da Luigi Di Maio a Matteo Salvini? «Penso che un politico debba andare in tv se ha qualcosa da dire ai cittadini e agli elettori. Purtroppo molti talk show si sono trasformati in vere e proprie arene dove prevalere la propria voce. Non mi presto a questo gioco e per fortuna non soffro di ansia da visibilità». Eppure lei sul piccolo schermo ci è nata: lo rinnega? ( ride, ndr) «E perchè mai? La tv è stata una bella esperienza. La Domenica del Villaggio mi ha dato la possibilità di conoscere arte, storia, cultura di un’infini-
tà di piccoli e grandi comuni del mio Paese. Però ammetto che, se avessi potuto, avrei scelto molto prima di avvicinarmi alla politica». Sa cheGiancarloMagalli ha detto a Oggi che lei, da quando ha un importante ruolo politico, non considera più i vecchi colleghi? «Ma se l’ho incontrato di recente! Ci siamo salutati in maniera affettuosa. Sappiamo che lui è un burlone». “La ministra più bella del mondo”, titolò un giornale tedesco quando Berlusconi la scelse per le PariOpportunità. Fu un commento sessista? «Non mi ha offeso quel titoloma mi ha fatto capire che da lì in avanti la mia sfida sarebbe stata quella di dimostrare di essere brava e competente». Sfida vinta? «Non sta a me dirlo. Io ce l’ho messa tutta». Del movimento # metoo cosa pensa? «Ha avuto il merito di aiutare molte donne a sentirsi più libereemeno sole nell’affermare la propria autonomia. È finita un’epoca: le donne non sopportano più il sessismo, la violenza, i pregiudizi e certi stereotipi». Asia Argento è un simbolo? «Non amo dare pagelle né commentate altre vite. Detto questo, almeno per me, i simboli sono altri». Quali? Non mi dica Madre Teresa di Calcutta o Papa Francesco, perché la retorica non vale... «Per me rappresentano un simbolo quelle donne che, pur non apparendo in tv o sui giornali, tutti i giorni lottano contro discriminazioni, abusi e violenze. Donne che fanno i saltimortali per esseremadri, mogli e lavoratrici». L’errore pol itico più grande
dell’onorevole Mara Carfagna? «Come tutti, anche io commetto errori e sono molto severa con me stessa». Quello privato? «Più che un errore è un dispiacere: aver lasciato la mia famiglia troppo presto e non vederla quanto vorrei». L’atteggiamento di Silvio Berlusconi l’ha mai imbarazzata? «Mi guardo bene dal dover fare i conti con gli atteggiamenti del Berlusconi privato, il mio ruolo mi impone di dare la mia opinione, se richiesta, sul suo ruolo pubblico. Le posso dire, in tutta sincerità, che sono fiera di aver fatto parte di un governo che per la questione femminile ha fatto più di ogni altro. Quel governo era guidato da Berlusconi. Le basta?». Nemmeno certi suoi commenti o barzellette sulle donne l’hanno mai infastidita? «Si possono apprezzare o meno alcune sue battutema sta di fatto che sui diritti delle donne, quando ero suo ministro, mi ha lasciato lavorare in totale autonomia non facendomi mai mancare apprezzamento e sostegno». Dicono di lei che piaccia più al Pd che a Forza Italia. ( ride, ndr). «Questa è una notizia!». Non faccia la furba: lo sapeva già. «L’apprezzamento trasversale non è scontato e mi lusinga soprattutto perché significa che certe mie battaglie sulle donne e sui diritti delle minoranze sono ampiamente condivise. Comunque, girando l’Italia per partecipare alle iniziative organizzate dal mio partito, vengo sempre accolta con affetto daimilitanti. Non faccio fatica a dirle che mi vogliono bene». Stato civile? «Felicemente fidanzata». Ha un matrimonio alle spalle. «Purtroppo è durato molto poco. La vita a volte ci sottopone a prove dolorose: anch’io ho sofferto, fatto soffrire, commesso errori. Una esperienza complicata ma né più né meno di quella che hanno vissuto tante donne». Qualche anno fa disse: «Mi sono sentita come Bridget Jones, ma ora voglio un figlio». «Non mi sono mai opposta all’arrivo di una nuova vita. Anche se sono un pò avanti con gli anni, se dovesse arrivare un figlio ne sarei felice». Celebrerebbe un’unione civile tra persone dello stesso sesso? «Certo anche perchè ho votato a favore della legge sulle unioni civili». Dica la verità: dopo Berlusconi, spetterà a lei il compito di guidare Forza Italia? «Uffa! Che noia! Ci simette pure lei a tirarla a Berlusconi. Guardi che non solo è vivo e vegeto, ma ha anche una forza senza pari!».
NON GIUDICO ILPRIVATODI BERLUSCONI. DICO CHE IL NOSTRO GOVERNO HA FATTO MOLTO SUI DIRITTI DELLE DONNE DAQUANDOÈUN POLITICO IMPORTANTE NON CONSIDERA PIÙ I VECCHI COLLEGHI Giancarlo Magalli