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ChiaraDane­se «Fuggita da Arcore, lotto contro il cyberbulli­smo» di Marianna Aprile

L’AVEVANO ANNOVERATA TRA LE OLGETTINE, MALEI ERA ANDATA DA BERLUSCONI SOLO UNA VOLTA ED ERA SUBITO SCAPPATA. «EPPURE IN RETE MI HANNO MASSACRATA», RACCONTA. E POI ATTACCA IL METOO E ASIA ARGENTO

- di Marianna Aprile

Digitando “Chiara Danese” su Google, ci si imbatte ancora in articoli che la inseriscon­o nel lungo elenco delle “ragazze delle cene di Silvio Berlusconi ad Arcore”. Eppure, con la sua amica Ambra Battilana, fu tra le poche a fuggire da quelle cene (dove arrivò via Emilio Fede) dopo avance, barzellett­e sconce dell’ex Cavaliere, giochini ammiccanti con statuetted­i Priapo e spogliarel­li di Nicole Minetti. E, quando lo scandalo deflagrò, fu tra lepochissi­me a raccontare aimagistra­ti quanto poco eleganti potessero essere, quelle cene, e a costituirs­i parte civile al processo Ruby. Adistanza di quasi nove anni, prova a ricomincia­re con un libro, La violenza nella rete (GoalBook), la cui protagonis­ta si ribella ad approcci sgraditi e diventa bersaglio di cyberbulli­smo e altre molestie. «Lodovica è unmio alter ego, ma dentro non c’è solo Arcore, ci sono fatti avvenuti prima e dopo. L’aggression­e

fisica che descrivo è vera, anche se lei si difende colpendo l’aggressore con un candelabro e io nella realtà usai una sedia. Ma non fu ad Arcore».

Perché un libro? «Un modo di far diventare utile quel che ho vissuto, dimandareu­nmessaggio positivo. Dopo Arcore, sono stata vittima di cyberbulli­smo: all’epoca non era un fenomeno diffuso, non se ne parlava tanto. Ho sofferto di solitudine, mi sono sentita abbandonat­a. Voglio far capire che certi attacchi, certe parole, possono anche uccidere, far pensare al suicidio».

Anche lei ci pensò? «Sì. Non vedi più il futuro, hai paura degli altri, che ti giudichino, ti deridano. Ancora adesso ne ho, perché le ferite rimangono. Allora avevo 18 anni, ora sono più forte».

Come ne è uscita? «Convincend­omi che quell’incubo dovesse avere un senso. E questo libro e il mio impegno per me sono una con- ferma, così come l’aiuto che cerco di dare a chi mi scrive perché sta vivendo le stesse cose».

Che cosa gli consiglia? «Chiedere aiuto, affidarsi a un supporto psicologic­o. All’epoca lo feci, poi mi misi a studiare i meccanismi che portano la gente a odiare le vittime come me, attaccarle, augurare loro la morte. E ho capito che i fragili veri sono gli odiatori».

Che cosa ha fatto quando si sono spenti i riflettori ed è iniziato il processo? «Ho provato a cercare un lavoro ma appena capivano chi fossi, le offerte sparivano. Nel mio paesino ( Gravellona Toce, in Piemonte, ndr) mi sono rimboccata le maniche, ho iniziato a servire in un bar, la gentemi insultava e mi dava della escort. Poi è arrivato

un nuovo proprietar­io e mi ha licenziata. Allorami sono trasferita­aRoma per novemesi, ma anche lì si sentivano in diritto di allungare le mani, trattarmi come una poco di buono. Sono andata quindi a New York, che era il mio sogno e dove c’era mio nonno. Lì ho ritrovato Ambra Battilana e capito che siamo due persone con obiettivi molto diversi. Oggi sono tornata nel mio paesino e amo lamia vita semplice: non cerco soldi né fama».

La Battilana fu coinvolta anche nel caso Weinstein: firmò un accordo per non denunciare le molestie. «Ripeto, siamo persone diverse. Ho preso le distanze dal MeToo: non mi piace che tutto passi per molestia e ogni voce, anche quelle tardive, per coraggiosa denuncia. Il coraggio si dimostra denunciand­o le cose quando succedono, come ho fatto io. Dopo che sei diventato qualcuno, magari anche grazie ai film di Weinstein, che coraggio è? Che esempio è? Passa l’idea che puoi parlare solo se sei famosa e potente».

Ha preso le distanze anche da Asia Argento. Perché? «L’ho incontrata inpieno MeToo, con Ambra. Le ho proposto di fare qualcosa per il cyberbulli­smo, sembrava interessat­a. Postòuna nostra foto e non l’ho più sentita. Ho avuto una sensazione di incoerenza».

La protagonis­ta del suo libro, per via dello scandalo, perde l’amore. È successo anche a lei? «Dopo quella vicenda, per gli uomini ero “quella diArcore” e pensavano fossi una facile o che potessi fargli conoscere Berlusconi. Quando si accorgevan­o che sogna- vo una famiglia se ne andavano. Ora so di non aver bisogno di un uomo accanto. La protagonis­ta del libro riesce a ricomincia­re solo dopo un confronto duro con chi l’ha rovinata. Per me non è stato così. Non ce l’homai avuta con Berlusconi, neanche allora: lui fa caciara ma è un uomo solo, fa tenerezza. Ce l’ho con quelli che aveva intorno, che hanno giocato con lemie fragilità. Ce l’ho con Daniele Salemi, che per conto diMorami portò lì. Non so come avesse fatto, ma sapeva tutto di me e sulla mia famiglia, dalle nostre difficoltà economiche ai problemi di salute dimio padre, faceva leva su questo. E nonostante fossi una ragazzina di 18 anni ho detto di no».

Il processo a che punto è? «Non lo so e non mi interessa. Voglio ritirare la costituzio­ne di parte civile, lasciarmi alle spalle quella storia in cui ho solo perso. In aula ogni volta torno con lamente lì, la ferita si riapre e sto male. Pensavo che fare la cosa giusta mi avrebbe tutelata. Invece non è stato così. Voglio voltare pagina. E scrivere la prima di un libro nuovo».

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Lei e Ambra hanno raccontato tutto
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 ??  ?? COINVOLTA NELLO SCANDALO A 18 ANNI Chiara Danese, 26. Quando ne aveva 18, partecipò a una cena ad Arcore con Ambra Battilana, 26 (a sinistra, con lei in tribunale).
COINVOLTA NELLO SCANDALO A 18 ANNI Chiara Danese, 26. Quando ne aveva 18, partecipò a una cena ad Arcore con Ambra Battilana, 26 (a sinistra, con lei in tribunale).
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Le foto artistiche da modella

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