Oggi

Valeria Fabrizi

«Così ho sconfitto il tumore»

- di M. Amorosi

Non ci crederete, ma la suora più amata dagli italiani da giovane era una bomba sexy. Se SuorCostan­za, lamadre superiora della fiction Che Dio ci aiuti 5, è un personaggi­o così pieno di umanità da essere diventato l’anima della storia, il merito è tutto di Valeria Fabrizi e della sua interpreta­zione. Ma forse pochi sanno che prima di questa fiction, che ha riportato l’attrice sulle scene dopo un lungo periodo di esilio, regalandol­e una seconda giovinezza artistica, Valeria è stata una star del varietà. Vedova di Tata Giacobetti, compianto cantante del Quartetto Cetra e padre di sua figlia, Giorgia, Valeria da giovane era un sex symbol ed è stata finalista al concorso di Miss Universo. Per Garinei e Giovannini era la Marilyn Monroe italiana: con loro fu un’ammirata soubrette in teatro, per poi recitare nel cinema in molte commedie brillanti, anche in bikini. «Avevo un corpo perfetto e non mi vergognavo a mostrarlo», dice. «Poimi ritirai dalle scene, traumatizz­ata dalla perdita di mio figlio, che aveva solo un mese, e mi dedicai alla famiglia. Non ho mai avuto rimpianti, ma quando mi è stata offerta una nuova occasione con il ruolo di suor Costanza, mi sono rimessa in gioco». Felice del suo rinnovato successo, Valeria oggi sta bene, dopo aver superato un grave problema di salute. Lei, con la sua solita ironia, lo definisce solo «un incidente di percorso», ma non è proprio così. E se ne parla con Oggi, dice, è solo per dare coraggio alle tante persone che affrontano la stessa malattia. Valeria, prima di tutto ci dica: come sta?

«Sto bene, ma certo non è stata una passeggiat­a. A ottobre, mentre ero sul set di Che Dio ci aiuti, mi sono sentitamal­e, pensavo a una colica renale. Quando ho fatto dei controlli, però, le analisi hanno evidenziat­o un tumore al rene che andava rimosso al più pre- sto. Eppure io non ho voluto lasciare il set, ho continuato a lavorare». Non teme di essere stata un po’ imprudente? «Forse, ma non me la sono sentita di mettere a rischio il lavoro di tante

persone, così ho stretto i denti e sono andata avanti. Terminata la lavorazion­e ho affrontato l’intervento, che è perfettame­nte riuscito, ma l’essere impegnata mi ha aiutato a fronteggia­re la malattia. La mia terapia personale è quella di ignorare il tumore: non lo chiamo per nome, per me è un intruso che va scacciato dal mio corpo. Mi sento forte grazie al sostegno della fede, all’amore di mia figlia e a una buona dose di ottimismo. Sorrido perché non sopporto di essere compatita. E poi compatita perché? Io la battaglia contro l’intruso l’ho vinta . E per il futuro... che Dio ci aiuti!». Valeria, visto che non è una suora, ci dice come va la sua vita sentimenta­le? «Sono una single soddisfatt­a, piena di interessi, e cerco di aiutare chi ha bisogno. Ogni risveglio, per me, è come un dono. Apro gli occhi, mi stiracchio come un gatto e sussurro: “Grazie, mio Dio”. Dopo la perdita di mio marito non ho mai pensato di rifarmi una vita. Era un grande artista, un uomo buono, sensibile e lo ritengo insostitui­bile». Eppure il vostromatr­imonio finì nel mirino del gossip... «A causa del mio legame con Walter Chiari, sì. Quando io ero poco più di una ragazzina eravamo fidanzati, poi ci lasciammo. Molti anni dopo, quando Walter rimase solo e cercava di liberarsi dalla schiavitù della cocaina, ci ritrovammo da amici. Tata lo accolse in casa come un fratello, cercando di dargli il calore di una famiglia. Nessun tradimento, insomma, ma le chiacchier­e dei maligni ci perseguita­rono. Con grande dolore di Walter, dispiaciut­o di creare disagio a mio marito». Valeria, che cosa pensa delle molestie sessuali di cui si lamentano tante attrici? «Le ho subite anch’io. Feci cadere in tentazione persino un prete che, dandomi la benedizion­e, trovò il modo di sfiorami il seno. Una volta un produttore alto e grosso mi invitò per un presunto party, ma in realtà in casa c’eravamo solo noi due. Prima lo supplicai di lasciarmi in pace, poi lottai con tutte le mie forze per tenerlo a bada e ci riuscii. Era un caso limite, in altre occasioni per scoraggiar­e il molestator­e di turno è bastata la solita vecchia frase: “Tieni le mani a posto”». È possibile che lei ceda alla corte di un toy boy? «Un giovanotto che va in giro con una signora di una certa età? No, grazie, mi sentirei ridicola. E sono altrettant­o contraria alla chirurgia estetica. Io, a meno che non siano nascoste dalle luci giuste, ho le mie rughe e me le tengo. Per fortuna, invecchio bene e voglio restare vera. Dentro e fuori».

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