GIORGIO DELL’ARTI
Si vorrebbe sapere la verità sulla Tav, o sul Tav, non ho mai capito come si deve dire... Si dovrebbe dire “il Tav”, dato che la sigla sta per “Treno ad Alta Velocità”. Tutti però dicono “la Tav”, forse pensando alla “Tratta ad Alta Velocità”. Mi pare l’ultimo dei problemi.
Beh, quella cosa lì... è giusto farla oppure no? Qual è la
verità? La verità vera la sapranno i posteri: se si farà, toccheranno con mano se sarà o no inutile. E se non si farà, verificheranno di persona se se ne sente o no la mancanza. La faccenda va avanti da una trentina d’anni, e francamente...
La sua idea personale? Che tecnicamente sia ormai inutile. E che politicamente sia necessaria. La questione intreccia il declino, oppure il trionfo, dei grillini.
Spieghiamo quel “tecnicamente”. Il treno ad alta velocità sulla tratta Torino- Lione è quel che resta di una vecchia idea abbandonata, quella del corridoio 5, che doveva collegare Lisbona a Vladivostok. Si diceva che senza una linea ultramoderna sul pezzetto italo-francese il grande traffico del futuro sarebbe passato più a nord, lungo il corridoio 8. Saremmo stati tagliati fuori dal mondo, eccetera eccetera. Sono scenari abbandonati e a cui non crede più nessuno. Ed è vero che il collegamento già esistente tra Torino e Lione è più che sufficiente, e anzi, secondo molti, sotto utilizzato. Il traffico merci s’è effettivamente ridotto nel tempo, e non sembra destinato ad aumentare nel futuro. L’inquinamento da amianto forse non è un pericolo, ma insomma ho l’impressione che se ci trovassimo al punto zero e si dovesse decidere adesso la nuova Torino- Lione non sarebbe varata e meno chemai finanziata.
Quindi? Lo stesso professor Marco Ponti, che guida la commissione incaricata di valutare costi e benefici dell’opera e che darà parere fortemente negativo (non si sa ancora ufficialmente, ma di fatto si sa), ha spiegato bene che a una sentenza tecnica negativa può benissimo accompagnarsi una decisione politica positiva. Ci sono ditte che hanno investito, e posti di lavoro da difendere. Aggiungi gli accordi internazionali, i finanziamenti della Ue, il rapporto con i francesi. Il contesto internazionale potrebbe profittare di un nostro passo indietro per aggravare l’anatema su di noi, provocato tra l’altro (ma non solo) dal fatto che abbiamo un esecutivo assai sgradito agli attuali vertici di Bruxelles, di Berlino e di Parigi. Poi ci sono le questioni interne.
Sono i grillini a non volere la Tav. Già. La Lega, nei sondaggi, distanzia il M5s di almeno 10 punti. Il No Tav è stato un punto di forza della propaganda grillina in campagna elettorale. Riuscire a far vincere il Sì Tav, quindi, sarebbe un gran colpo per i nemici, o i concorrenti, del Movimento 5 stelle.