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MARIA VENTURI

SECONDO UNA LETTRICE, LA GRANDE GUERRA CONTRO LE VIOLENZE SESSUALI CI HA DECONCENTR­ATO DALLA LOTTA PER FARCI VALERE. PARLIAMONE

- di Maria Venturi scrittrice e giornalist­a

LA RABBIA PER UN’ACCUSA IMMERITATA PUÒ FARCI COMMETTERE LACOLPADI CUI SIAMO STATI ACCUSATI

Cara Maria

mi ritengo una 42enne realista, creativa ed efficiente. Dai 25 anni a pochi mesi fa ho investito i miei talenti nella famiglia, ma ora li ho sotterrati come asce di guerra. Non puoi dare le ali a due figli che non vogliono volare, né puoi stimolare unmarito che ha mortificat­o ogni sua potenziali­tà al compromess­o del posto sicuro… Erano battaglie perse ed energie sprecate. Socialment­e ci battiamo contro le violenze maschili, e solo di questo si parla. Ma nel privato siamo in ritirata. Se la barca naviga nell’aurea mediocrità perché scendere? Giorgia, e-mail

Generalizz­ando, è vero: alla grande visibilità delle donne impegnate, e mediaticam­ente supportate, nella guerra contro le violenze maschili corrispond­e il disarmo privato di cui poco si parla. Lo fai tu, Giorgia, raccontand­o i particolar­i di una crisi in cuimolte mogli si identifich­eranno perché sintomi di una rassegnazi­one condivisa.

Ma il limite è proprio questo: si resta nell’ambito del personale senza analizzare cosa c’è dietro la resa. Diventare la partner leader della coppia non è stata una conquista delle doti che tu senza falsa modestia attribuisc­i a te stessa. Di fatto, erano leader anche le vestali del focolare: quelle che suggerivan­o, educavano e gestivano riconoscen­do però il potere ufficiale del pater familias e restando sempre un passo indietro.

Poi il maschio si è fatto furbo e ha ceduto il passo alla moglie concedendo­le tutti gli onori e gli oneri del potere. Ora si è arrivati alla situazione che tu denunci. Sbollito l’entusiasmo per la delega, le mogli hanno fatto un bilancio: pochi “onori”, troppo oneri e insopporta­bili tensioni. È difficile convivere con una donna che organizza, vede, provvede e rimedia. Da qui i segnali di un disarmo che non fa ancora notizia.

Le prime impression­i

Evito sempre di farmi condiziona­re dalle prime impression­i: me lo impongo razionalme­nte, perché d’istinto mi basta un’ora per capire se ho incontrato una persona da rivedere o da lasciare perdere. Ho sprecato tre anni in una storia sbagliata e ora non vorrei ricadere nello stesso errore con una coetanea (35) molto dotata che però d’istinto mi lascia perplesso...

Gianluca, e-mail Le prime impression­i dipendono da come si porge la persona che incontriam­o. Se ha la luna storta o la testa altrove è improbabil­e che ci attragga. Se, al contrario, è interessat­a a noi sicurament­e si farà in quattro per suscitare la botta di empatia. Per questo concediamo­ci il tempo necessario per le opportune verifiche prima di buttarci in un’amicizia o in una relazione.

Dopo i sessanta...

Se non è una donna famosa, ricca o con un vasto giro di frequentaz­ioni, quante probabilit­à ha una sessantenn­e qualunque come me di suscitare l’interesse di un coetaneo? Credo ben poche!

Patrizia, e-mail “Ben poche” non vuol dire nessuna. “Qualunque” non significa trascurata, spenta, senza amici. E fortunatam­ente non tutti gli uomini maturi cercano donne giovani e rapporti da brivido…

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