EDITORIALE
I TELEFILM OFFERTI “IN BLOCCO” CREANO DIPENDENZA. E SI LEGGONO MENO LIBRI
Non so quanti di voi abbiano Netflix, ma chi ce l’ha sappia che contribuisce al decadimento culturale del Paese. Vi spiego perché. Qualche settimana fa ho letto un bell’articolo su Italia Oggi che spiegava come in Germania stia crollando il settore dei libri: meno volumi venduti, meno opere lette, fatturati in calo, librerie semivuote eccetera. La causa? «Secondo le indagini di mercato», scrive Roberto Giardina, «la colpa sarebbe delle serie tv vendute in blocco, come fa Netflix». Immagino di non sbagliare se più o meno la stessa cosa cominci ad accadere anche da noi.
Netflix funziona così. Se hai un televisore, possibilmente non del Neolitico, e un collegamento internet, ti abboni e puoi cominciare a vedere film e telefilm, quando vuoi tu ( on demand, cioè «su domanda») e per tutto il tempo che vuoi tu. La stessa cosa puoi fare con Sky, con Amazon e con altri fornitori di contenuti televisivi via Web: i «colpevoli» quindi sarebbero tanti, ma prendiamo Netflix perché è un po’ il capostipite.
Una volta accendevi la tv e se non trovavi niente che ti piaceva la spegnevi e facevi altro. Magari leggevi un libro. Capitava anche di trovare qualcosa che ti piaceva, ma finito il programma potevi dedicarti ad attività diverse, come, che so, andare a dormire. O magari leggere un libro. Così, a parte i casi patologici di «teledormienti» incapaci di staccarsi dallo schermo, per tutti gli altri l’oggetto in questione, il televisore, era soltanto un piacevole mezzo di intrattenimento. Per colpa di Netflix e dei suoi fratelli ora è diventato un dispotico schiavista. Io, per esempio, sono stato schiavizzato.
Ci propinano queste maledettissime serie tv, che non sono come i sani telefilm di una volta, quando davano un episodio alla settimana e la qualità era ridicolmente bassa rispetto al cinema vero e proprio. Oh no, adesso i telefilmsono più belli dei film, ci investono un sacco di soldi, recitano i grandi attori e le grandi attrici, scrivono i migliori sceneggiatori, dirigono i registi di fama, le storie e le trame sono di prim’ordine. E soprattutto te li offrono in blocco, tutti gli episodi insieme. E se, putacaso, una certa serie è arrivata alla settima stagione, cioè il settimo anno consecutivo, ti danno tutte le stagioni lì, belle e pronte da vedere, un episodio dopo l’altro a partire dal primissimo, una stagione dopo l’altra, così che ci passi le serate, e le notti, e i fine settimana, e la tua vita si allinea con quel personaggio e quella vicenda, ti stacchi qualche ora permanifesta stanchezza e intanto ti chiedi come andrà avanti. E ormai, esperto, non ti chiedi più come andrà a finire, perché c’è anche questo di terribile: le serie tv non finiscono mai! Nella migliore delle ipotesi concludono una stagione, vale a dire una dozzina di episodi inmedia, con una strizzatina d’occhio per dirti: ehi, drogato di serie tv, guarda che per te ce ne sarà ancora…
Esagero? Vabbè, certo che esagero, però il fenomeno è reale. Provate a guardare dall’inizio La casa di carta e poi mi saprete dire. O Breaking Bad. The Walking Dead per chi ama gli zombie, Il trono di spade per chi adora il fantasy, House of Cards per chi segue la politica. Potrei andare avanti all’infinito, ce ne sono centinaia, migliaia, per tutti i gusti, per tutte le età, più o meno coinvolgenti, più o meno accurate, ma tutte con questa caratteristica: creano dipendenza.
Euno degli effetti collaterali è che, nel tempo libero, si leggono meno libri. Perché, infatti, accingersi alla faticosa pratica di aprire un volume di carta e dedicare qualche ora alla lettura di un romanzo quando ci si può stravaccare sul divano e godersi una storia emozionante e ben raccontata? Altro che Farenheit 451 e i roghi di libri! Se andiamo avanti così saranno Netflix e i suoi fratelli a uccidere l’editoria. Come in un loop temporale aboliremo la scrittura e torneremo alla tradizione orale, ai racconti tramandati a voce. Ehi, adesso che ci penso questo sarebbe un buon soggetto per una serie tv. In un futuro distopico, alla Celentano…