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Montalbano/1

Il regista Alberto Sironi lo difende dagli attacchi politici

- di Michela Auriti

Montalbano festeggia i suoi primi 20 anni in tv con due nuovi episodi ( l’11 e il 18 febbraio su Rai 1). E soccorre i migranti. Nelle scene iniziali de L’altro capo del filo, tutto il commissari­ato di Vigata è alle prese col dramma degli sbarchi clandestin­i. Montalbano stesso si troverà a raccoglier­e il corpo di un poveretto tra le onde e lo choc sarà tale da spingerlo a entrare in una chiesa per la prima volta in due decenni. La vicenda è breve e ininfluent­e ai fini della trama gialla, ma qualcuno ha pensato che potesse nascondere una velata polemica con l’attuale politica di governo. Alberto Sironi, il regista della serie fin dai suoi esordi, spiega, racconta e dice la sua. Il tema migranti ha origine dal romanzo di Camilleri? «Caspita! Il racconto è molto più lungo, occupa quasi lametà delle pagine. Ma il libro fu pubblicato tre anni fa, non c’era questo governo. L’intento di Camilleri, e il nostro, era quello di introdurre dei personaggi come il medico arabo o il musicista che fossero intellettu­almente importanti. Noi pensiamo che gli arabi siano tutti dei poveri disgraziat­i, o peggio dei terroristi, ma non è così». Come vi siete preparati per girare quelle scene? «Ci siamo documentat­i, volevamo la verità. Abbiamo parlato con tutti quelli che si occupano dell’accoglienz­a, siamo saliti sulla Diciotti. Per fortuna quando eravamo a bordo non c’è stato alcun allarme. Ma poi abbiamo seguito un arrivo notturno assieme alla Capitaneri­a di porto. Ci siamo rivolti alla Polizia, agli agenti di Frontex, alla Protezione civile, alle organizzaz­ioni umanitarie. E poi abbiamo ricostruit­o le storie, anche con l’aiuto di comparse prese nei centri di accoglienz­a». Lei come la pensa sui profughi? È solidale come Montalbano appare da sempre? E come Zingaretti ha detto in un’intervista:

«Credo che il soccorso sia un dovere»? «Siamo un Paese cattolico che ha sempre accolto chi veniva a chiedere aiuto. Anche perché, quando i migranti eravamo noi, di aiuti ne abbiamo chiesti tanti». Porti aperti o porti chiusi? «Fosse per me li terrei aperti, cercando di capire chi arriva in casa. Sono persone che cercano la salvezza e tanti di loro fanno mestieri che gli italiani ormai disdegnano. Ne abbiamo bisogno». Qual è la sua opinione su Salvini? «Io sono lombardo, lui pure. Ma la pensiamo diversamen­te». Voltiamo pagina e parliamo di questi suoi vent’anni con Montalbano. Vero che Zingaretti l’ha voluto lei? «Camilleri aveva inventato un commissari­o in età, con le rughe, capelli e baffi. Io lo volevo più giovane, anche perché mi ero fatto un giro nei commissari­ati di Sicilia ed erano tutti così. “Ma perché hai scelto proprio uno che al mio Montalbano non ci somiglia?”, mi disse Camilleri, che Zingaretti lo conosceva. “Perché è proprio bravo”, risposi. Lasciò che facessi come meglio credevo».

In ballo per la parte c’erano anche Massimo Popolizio e Ennio Fantastich­ini. «Fantastich­ini non potè venire a fare il provino. Popolizio era molto interessan­te, ma Zingaretti di più». Lei e Zingaretti: vi descrivono come Sandra e Raimondo. Vi siete mai scontrati? «Eh sì, ma è normale. Io tendo a dare meno movimento al personaggi­o, invece Luca ha bisogno di fisicità. Negli ultimi film è più facile, c’è meno azione. Abbiamo fatto di Zingaretti un vero attore western nella camminata, nelle movenze». È vero che una volta l’ha mandata a quel paese? «E mica una! Ci siamo mandati a quel paese parecchie volte!». Come finisce poi? Con un abbraccio? «No. Finisce che si torna a lavorare». A Montalbano piace mangiare. Lei la pensa come Fellini che voleva sempre un buon ristorante vicino al set? «No, io no. Anche perché non mangio quando giro, lo faccio il fine settimana. Però un indirizzo dove si gusta un ottimo pesce glielo do: il ristorante di Vincenzo Gulino a Ragusa Ibla». Nei vent’anni di Montalbano sono comparse tante bellezze: Belén, Afef, la Merz, Margareth Madé. Chi è la più attrice?

«C’è stata anche Valenttina Lodovini, straordinn­aria! Belén è una seria e ha voglia d’imparare. Potrebbe diventare una grande attrice, ha talento. Ma probabilme­nte guadagna già tanti soldi che non ha bisogno di perdere tempo sul set. Con lei la cosa più ostica fu insegnarle a camminare normalment­e, non da indossatri­ce». Vero che avete dovuto sottrarla alla curiosità della gente? «Uuhh. Una volta l’abbiamo fatta arrivare sul set nascosta in un’ambulanza. Non c’era altro modo». E Afef? «La più bella che abbia mai visto. Ma a fine riprese mi disse: “Questo è un lavoro troppo faticoso perme”». Una curiosità. Perché tre attrici per impersonar­e Livia, la fidanzata del commissari­o? «La prima, Katharina Böhm, nipote del famoso direttore d’orchestra austriaco Karl Böhm, rispecchia­va un amore con Montalbano più erotico. L’attrice non si rese più disponibil­e perché stava avendo successo in Germania e allora per un anno provammo con la svedese Lina Perned. Brava. Ma poi la Rai ci chiese di scegliere un’attrice italiana. Sonia Bergamasco è seria, preparata, un’intellettu­ale vera. Come più intellettu­ale è diventato il rapporto tra Livia e Montalbano». Lei quale Livia preferisce? «La prima, perché eramolto più passionale. Per un regista è più facile raccontare quel tipo di rapporti che non altri». C’è stato un periodo in cui Zingaretti aveva pensato di abbandonar­e Montalbano. Lei si è allarmato? «Sì, certo. Ma è stato un momento di debolezza. Temeva che un personaggi­o così popolare lo avrebbe impoverito, noi abbiamo cercato di tranquilli­zzarlo. Senza Luca, il Montalbano televisivo non esisterebb­e». E lei ha mai pensato di fuggire dal commissari­o più popolare di sempre? « No. Forse se ci fosse stato qualche problema con Camilleri, ci avrei riflettuto. Ma già dal primo film lui mi disse: “Guarda, mi sono piaciute anche le comparse”. Ora penso già ai tre prossimi episodi, cominciamo a girare a maggio».

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 ??  ?? Contempora­neo e sempre solidale
Contempora­neo e sempre solidale
 ??  ?? LINA PERNED, 45 «È DURATA UN ANNO»
LINA PERNED, 45 «È DURATA UN ANNO»
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54 NA BÖHM, KATHARI
 ??  ?? 53 SONIA BERGAMASCO,
53 SONIA BERGAMASCO,
 ??  ?? «Valentina Lodovini? Attrice straordina­ria» «Belén ha talento e voglia d’imparare»
«Valentina Lodovini? Attrice straordina­ria» «Belén ha talento e voglia d’imparare»
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«Afef è la donna più bella che ho visto»
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