Annalisa Minetti
«Chissà se vedrò mai quanto sono belli i miei figli»
DOPO LE CADUTE, CO MELA MALATTIA CHELE HA TOLTO LA VISTA, E LEMILLERISALITE, LAVINCITRICEDI SANREMO‘98 ORA VUOLE COMBATTERE LAMADRE DI TUTTE LE BATTAGLIE: «C’È UNA NUOVAOPERAZIONE, UNMICROCHIP DIETRO LA RETINA ... POTREI GUARDARE LAMIA PICCOLA EL ÈNA»
La scena è già cult: AmedeoMinghi duetta a Ora o mai più con la concorrente Annalisa Minetti, cantando il suo grande successo Vattene amore. Ma i giudici (Ornella Vanoni e Donatella Rettore soprattutto) invece di commentare l’interpretazione della Minetti, massacrano il trottolino amoroso dudu dadada e il malcapitato autore. Risultato: il web insorge, le figlie del maestro minacciano querele. Segue puntata riparatrice: Minghi torna il sabato successivo e i giudici si scusano per i commenti inopportuni. AnnalisaMinetti, lei come l’ha presa? «Mi sono sentita in colpa, ho pensato: “Forse l’ho cantata talmente male da farla sembrare una brutta canzone”. I giudici hanno detto cose ingiuste. Ma Minghi si è rivelato un maestro di vita, oltre che di musica. Ha avuto l’intelligenza di rimanere in silenzio e aspettare le scuse». Siamo in un albergo milanese vicino agli studi Rai dove va in onda Ora o mai più, il talent show condotto da Amadeus in cui cantanti in cerca di una seconda occasione si sfidano davanti a una giuria “pazzerella”, composta da glorie della musica italiana come Toto Cutugno, Fausto Leali, i Ricchi e Poveri, Orietta Berti, Marcella Bella, Red Canzian, Ornella Vanoni e Rettore. Vive a Roma Annalisa Minetti, che ha perso la vista a 18 anni per una malattia genetica, ma passa qui tre giorni alla settimana per il program-
ma, e con lei c’è la figlia Elèna, dieci mesi. Mentre parliamo, la bambina, nata dal matrimonio con il ricercatore scientifico Michele Panzarino, sta in braccio alla mamma: sono inseparabili. Certo che questi giudici sono senza freni… «Non vorrei essere nei panni di Amadeus, penso che per lui siano difficili da gestire, gli spieghi le cose e poi fanno il contrario. Però sono divertenti». Non hanno peli sulla lingua. «Ma è naturale, quando si va avanti con l’età si perdono i filtri. È un bell’asilo nido!». ( ride) Lei come si trova a Ora o mai
più?
«Ho capito che non devo pensare solo al traguardo, come nello sport. Canto per emozionare, non solo per vincere. La verità è che la musica non dovrebbe mai subire una competizione». Lei è un forza della natura: canta, è un’atleta paraolimpica, è una mamma affettuosa. Eppure sui social le hanno scritto che a causa della sua cecità non avrebbe dovuto fare figli (la Minetti ha anche un altro figlio, Fabio, nato da un precedente matrimonio, ndr). «Per essere madre ci vuole una cosa sola: l’istinto materno. Se ce l’hai, non c’è niente che possa fermarti. Ho avuto paura, sì, ma la paura è un’opportunità per scoprirsi coraggiosa». Quindi le critiche degli haters non l’hanno ferita? «Dicono le cose in modo sbagliato, ma alcune sono vere. Mi hanno scritto che faccio tante cose per non pensare alla mia condizione. In parte è vero, il mio è un modo per esorcizzare il dolore. Per il resto, penso che questi insulti siano indice, più che di cattiveria, di ignoranza». Cosa le dà tutta questa forza per
affrontare le difficoltà? «La fede. Sono credente e Dio mi ha fatto capire che non potevo vedere la luce, ma essere io stessa luce. Credere non è da bigotti. È un’opportunità per illuminare la vita, per affrontare il dolore, aspettare una risposta che non c’è nell’immediato». Che mamma è? Cosa è cambiato rispetto al primo figlio? «Ora mi sento più consapevole. Sono super attenta, prevedo l’imprevedibile. Mi piace come sono mamma adesso». Come immagina il volto dei suoi figli? «Non conoscere il loro volto è l’unica cosa che mi fa soffrire. Quandomi dicono cheElèna è bella, mi tappo le orecchie. Non posso permettermi di pensare: “Bella sì, ma come? Come sono i suoi occhi? Come sarà il suo naso?”. Io non potrò mai vedere i miei figli, né ora, né mai». Però ha ancora speranze di recuperare la vista. «C’è una tecnica nuova, riconosciuta, sto aspettando che evolva. In pratica, mettono unmicrochip dietro la retina. Non si pensa più a ripararla, si salta l’ostacolo, è il microchip che elabora le immagini. Mi dicono che avrei una visione completa ma sfuocata, come vedere Roma dietro un vetro appannato. Ma per me sarebbe tanto». Lei è un’atleta paraolimpica, nel 2012 ha stabilito un record nei 1500 metri, ha vinto un oro negli 800metri nel 2013. Continuerà? «Mi sto preparando per Tokyo 2020, correrò la maratona. Mi alleno due ore al giorno, sono felice perché mentre l’atletica leggera è un’attività d’élite, la maratona è lo sport del popolo. Unamarea di gente di tutte le etnie che si muove con la stessa sofferenza e la stessa fatica verso lo stesso traguardo». Ha vinto anche il festival di Sanremo, nel 1998. Ci tornerà? «Sì, perché mi sento più sicura di prima, ho più consapevolezza, più convinzione. In primavera uscirà il mio nuovo disco di inediti, con duetti unici, non scontati. Anzi, Sanremo vorrei anche condurlo un giorno».