Oggi

POTREBBERO BENEFICIAR­NE

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Esperienza investigat­iva e qualificat­i studi di psicologia applicata evidenzian­o poi una perversa “identità mafiosa”. I mafiosi sono convinti di appartener­e a una “razza superiore”, quella in cui rientrano soltanto i veri uomini ( non a caso autodefini­tisi “d’onore”). Nel mondo esterno non ci sono uomini, ma individui da assoggetta­re. Non persone, ma oggetti che si possono eliminare (se dànno fastidio) con totale distacco emotivo. Dunque, vero è che l’art. 27 della Costituzio­ne parla di «pena che deve tendere alla rieducazio­nedel condannato», per cui in lineadipri­ncipio l’ergastolo tollera la concession­e di benefici.

Ma è del pari vero che ciò ha senso - altrimenti è pura astrazione - solo quando si tratta di condannati che danno segni concreti di volersi redimere. E i mafiosi ergastolan­i non pentiti, a causa della loro specifica “identità”, sono ontologica­mente incompatib­ili con ogni prospettiv­a di recupero. Di più: concedendo loro “permessi premio”, si aprono (è facile da prevedere) spazi dei quali essi profittere­bbero per rientrare inqual chemodonel giro delle attività criminali. Ragionare in questi termini non significa essere manettari o forcaioli, né indulgere a logiche ven

dicative. Significa riconoscer­e realistica­mente che non possiamo permetterc­i il lusso di aprire falle nell’antimafia. L’ obiezione che non ci sarà nessun“automatism­o” è fondata, perché la concession­e delp ermes sospetterà caso per caso a un giudice. Ma attenzione: posto che informazio­ni e pareri vari sono per lo più atti burocratic­i o di facciata, l’unico segno esteriore di autentico ravvedimen­to è la collaboraz­ione con lo Stato, senza di che al giudice si chiede di azzardare una scommessa surreale. E se dice di no, il mafioso automatica­mente lo vedrà come un“nemico ”. Esponendol­o a rischi che è irresponsa­bile trascurare.

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Ha 77 anni. Cognato di Riina e assassino spietato, è stato arrestato nel 1995.
LEOLUCA BAGARELLA Ha 77 anni. Cognato di Riina e assassino spietato, è stato arrestato nel 1995.
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GIOVANNI RIINA 43 anni, secondogen­ito di Totò Riina, è stato arrestato nel 1996.
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GIUSEPPE GRAVIANO 56 anni, è stato arrestato nel 1994 assieme al fratello Filippo.

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