Donne ai vertici: l’Italia festeggia un traguardo
SONOIL15PERCENTODEGLIAMMINISTRATORIDELEGATI. BATTUTOANCHEILNORDAMERICA
Ho sentito dire che le grandi aziende italiane sonotraquelle, nelmondo, che hanno più donne nei consigli di amministrazione, e che vantano addirittura un primato per quanto riguarda gli amministratori delegati... Può spiegarmi meglio?
Luca La notizia riguarda innanzitutto un dato generale positivo per le donne: sono sempre più numerose quelle che siedono nei consigli di amministrazione delle grandi società; in dieci anni, la loro rappresentanza è praticamente raddoppiata, raggiungendo una quota del 20,6 per cento su scala mondiale.
Il dato emerge da una ricerca appena pubblicata dal Credit Suisse Research Institute, il think tank interno del Credit Suisse, che studia gli sviluppi economici a lungo termine e il loro impatto sul settore dei servizi finanziari. Più precisamente, il rapporto CS Gender 3000 (edizione 2019) esamina il legame tra diversità di genere e prestazioni aziendali superiori, fornendo una ricerca unica sul mix di diversitàdigenere all’interno dei teamdi governance e leadership esecutiva di oltre 3 mila aziende in 56 Paesi. Il dato presenta naturalmente sfumature diverse: i risultati migliori arrivano da Europa e Nord America, dove la rappresentanza femminile nei board aziendali ha raggiunto rispettivamente il 29,7 e il 24,7 per cento (nel 2015 i valori erano molto più bassi, ovvero 22,5 e 17,3 per cento). Un cambiamento notevole, dipeso anche dal fatto che i singoliPaesi europei hanno contrastato gli squilibri di genere all’interno delle imprese attraverso l’introduzione, per via normativa, di quote e misure volte a contenere la predominanza maschile. È successo anche in Italia, attraverso la legge Golfo- Mosca del 2011 sulle cosiddette quote rosa. Il risultato è cheoggi, nella classificadei Paesi con il maggior numero di donne presenti nei CdA, otto delle prime dieci posi
zioni sono occupate da Stati europei e l’Italia è quinta, con una quota del 33,1 per cento (nel 2015 era il 26,8 per cento).
Purtroppo, il cambiamento nella composizionedeivertici delleimpresenon si riflette anche nel numero di donne che rivestono la carica di amministratore delegato. Nella classifica degli stati con il maggior numero di Ceo donna, quattro delle prime cinque posizioni sono occupate da quelli dell’Asia Pacifica: Singapore, Thailandia, Filippine e Australia. Le posizioni peggiori sono quelle degli Stati europei e del Nord America. Questo però non vale per l’Italia, che qui fa registrare il vero primato: si colloca in testaaquellaclassifica, conilmaggior numero di amministratori delegati donna, una quota del 15 per cento. Queste ultime rilevazioni dimostrano che il divario di genere nei posti che contano di più è ancora profondo e difficile da colmare. Un veropeccato, specialmente se si riflette sul fatto che – sempre secondo la ricerca del Credit Suisse Research Institute – le aziende con una presenza più massiccia di donne in ruoli decisionali realizzano performance migliori a livello di mercato azionario e utili. Un ottimo motivo in più per augurarci che questo dato aumenti in tutto il mondo, il prima possibile.