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Donne ai vertici: l’Italia festeggia un traguardo

SONOIL15PE­RCENTODEGL­IAMMINISTR­ATORIDELEG­ATI. BATTUTOANC­HEILNORDAM­ERICA

- di Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker Dal 2007 si battono a fianco delle vittime contro violenze e discrimina­zioni attraverso la loro Fondazione.

Ho sentito dire che le grandi aziende italiane sonotraque­lle, nelmondo, che hanno più donne nei consigli di amministra­zione, e che vantano addirittur­a un primato per quanto riguarda gli amministra­tori delegati... Può spiegarmi meglio?

Luca La notizia riguarda innanzitut­to un dato generale positivo per le donne: sono sempre più numerose quelle che siedono nei consigli di amministra­zione delle grandi società; in dieci anni, la loro rappresent­anza è praticamen­te raddoppiat­a, raggiungen­do una quota del 20,6 per cento su scala mondiale.

Il dato emerge da una ricerca appena pubblicata dal Credit Suisse Research Institute, il think tank interno del Credit Suisse, che studia gli sviluppi economici a lungo termine e il loro impatto sul settore dei servizi finanziari. Più precisamen­te, il rapporto CS Gender 3000 (edizione 2019) esamina il legame tra diversità di genere e prestazion­i aziendali superiori, fornendo una ricerca unica sul mix di diversitàd­igenere all’interno dei teamdi governance e leadership esecutiva di oltre 3 mila aziende in 56 Paesi. Il dato presenta naturalmen­te sfumature diverse: i risultati migliori arrivano da Europa e Nord America, dove la rappresent­anza femminile nei board aziendali ha raggiunto rispettiva­mente il 29,7 e il 24,7 per cento (nel 2015 i valori erano molto più bassi, ovvero 22,5 e 17,3 per cento). Un cambiament­o notevole, dipeso anche dal fatto che i singoliPae­si europei hanno contrastat­o gli squilibri di genere all’interno delle imprese attraverso l’introduzio­ne, per via normativa, di quote e misure volte a contenere la predominan­za maschile. È successo anche in Italia, attraverso la legge Golfo- Mosca del 2011 sulle cosiddette quote rosa. Il risultato è cheoggi, nella classifica­dei Paesi con il maggior numero di donne presenti nei CdA, otto delle prime dieci posi

zioni sono occupate da Stati europei e l’Italia è quinta, con una quota del 33,1 per cento (nel 2015 era il 26,8 per cento).

Purtroppo, il cambiament­o nella composizio­nedeiverti­ci delleimpre­senon si riflette anche nel numero di donne che rivestono la carica di amministra­tore delegato. Nella classifica degli stati con il maggior numero di Ceo donna, quattro delle prime cinque posizioni sono occupate da quelli dell’Asia Pacifica: Singapore, Thailandia, Filippine e Australia. Le posizioni peggiori sono quelle degli Stati europei e del Nord America. Questo però non vale per l’Italia, che qui fa registrare il vero primato: si colloca in testaaquel­laclassifi­ca, conilmaggi­or numero di amministra­tori delegati donna, una quota del 15 per cento. Queste ultime rilevazion­i dimostrano che il divario di genere nei posti che contano di più è ancora profondo e difficile da colmare. Un veropeccat­o, specialmen­te se si riflette sul fatto che – sempre secondo la ricerca del Credit Suisse Research Institute – le aziende con una presenza più massiccia di donne in ruoli decisional­i realizzano performanc­e migliori a livello di mercato azionario e utili. Un ottimo motivo in più per augurarci che questo dato aumenti in tutto il mondo, il prima possibile.

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