Oggi

Carlo Vanzina La lite della vedova con il cognato Enrico

LISAMELIDO­NIACCUSA: «MIO MARITOMAIA­VREBBEVOLU­TO CHELASUAMA­LATTIAFOSS­E RACCONTATA IN UN LIBRO». MAFORSEQUE­STOATTACCO NASCONDEUN’ALTRABATTA­GLIA...

- di Andrea Greco

Sono stato sincero quanto ho potuto, meno di quello che avrei voluto».

Enrico Vanzina lo aveva confessato con ritrosia a Oggi, nell’intervista pubblicata lo scorso settembre,ettembre, alla vigilia dell’uscita del suos libro Mio Fratello Carlo. C’era ancoraa tanto da dire ma aveva spiegaato: «Su alcune persone, anche moltom vicine, mi sono imposto di non dared nessun tipo di giudizio, di non raccontare tutto fino in fondo, per eleganzae». E come spesso capita, quello che non ha raccontato luil lo ha detto al Corriere del-d la Sera, a distanza di i qualche settimana, conn parole sferzanti, la cognata Lisa Melidoni: «Carlo era una persona talmente riservata che mai avrebbe voluto che la sua intimità nella sofferenza e nel dolore finisse alla mercé di tutti. Così come nonmeritav­a di essere raccontato come un uomo inseguito dal fisco. Io

Enrico non lo commento, si commenta da solo e la gente che ci conosce ha capito tutto». Ha poi concluso con una nota velenosa dicendo che tra Enrico e Carlo, i due fratelli indivi

È un libro sincero, non retorico, emozionant­e. Ti spezza il cuore LL’ho iniziato a leggere aalle 15 e finito alle 19, aalzandogl­i occhi dal libro solo per asciugare le lacrime. Mio fratello

Carlo C è un libro sulla vvita, è un’opera uuniversal­e, un regalo bbellissim­o Il romanzo dell’uomo che incontra se stesso portandosi addosso anche la vita dell’altro, Carlo, per renderlo immortale… Nel romanzo di Enrico Vanzina c’è la trasformaz­ione dell’uomo, gli attraversa­menti, ma anche l’inno all’onestà dei sentimenti, la trasparenz­a dell’anima

sibili del cinema italiano c’era «solo una frequentaz­ione profession­ale».

ARRIVANO GLI AVVOCATI?

Chiamato in causa, Enrico Vanzina si è limitato a rispondere con poche parole scelte con cura: «Avendo vissuto tutta la vita in simbiosi con mio fratello Carlo, non commento le dichiarazi­oni rilasciate da mia cognata Elisabetta Melidoni. Penso di avere scritto una meraviglio­sa storia d’amore dedicata a mio fratello Carlo. Ricevo ogni giorno decine di lettere ed email di nostri amici e di lettori comuni che mi ringrazian­o per avere testimonia­to cosa significa avere amato profondame­nte».

Ma non è necessario altro per intuire che l’attacco della cognata assomiglia in tutto e per tutto a una dichiarazi­one di guerra totale, destinata magari a sviluppars­i nei tribunali, più che a una semplice, per quanto dura, rampogna sul libro nel quale Enrico racconta con dolore la malattia del fratello. Anche perché i due fratelli Vanzina hanno sviluppato in simbiosi le loro carriere, dividendo una vita di lavoro e iniziative, ed è facile che, se al momento delle divisioni manca l’armonia, si alimentino sospetti e recriminaz­ioni.

E probabilme­nte fino a oggi non c’era la pace tra Enrico e la cognata, ma una guerra fredda, altrimenti perché confessare che non era stato sincero quanto avrebbe voluto su persone anche vicinissim­e?

Eppure il libro di Enrico Vanzina è stato giudicato damolti amici dell’ambito cinematogr­afico come il più affettuoso degli omaggi, ossia la cosa più lontana dall’esposizion­e irrispetto­sa dei momenti più dolorosi della vita di un uomo, come invece l’ha percepita la vedova di Carlo Vanzina.

Dalle prime pagine capisci che nel leggerlo potrai piangere. Ma non ti fermi. Perché di quel piangere, di quel riflettere sulla vita, ognunodi noi ha bisogno ed è anche questo a tenerci insieme La testimonia­nza di un grande scrittore. Si diventa tali solo attraverso il dolore.

Carlo ha fattoa suo fratello questo grande dono. Un libro che Enrico non avrebbemai voluto dover scrivere. Un libro che però tutti dovrebbero leggere

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