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LA STRAGE DEL 12 DICEMBRE IN DUE SAGGI DAVVERO UTILI PER CAPIRE LA STAGIONE PIÙ BUIA DELLA STORIA ITALIANA
Diciassette morti, 88 feriti, una molteplicità di processi dall’esito contraddittorio, un’unica certezza (i depistaggi) e ormai 50 anni di misteri che ancora oggi non si riescono ad abbattere. Questo è, in estrema sintesi, Piazza Fontana, il buco nero della storia italiana.
Ma se, con un po’ di pazienza, un lettore volesse andare oltre l’estrema sintesi? Un’ottima proposta viene dal giornalista Gianni Barbacetto, che con cocciuta determinazione per decenni ha intervistato protagonisti e raccolto atti e testimonianze. Il suo libro porta il lettore direttamente dentro quel buco nero, quel complicato intreccio di servizi segreti infedeli, manovali della strage, governanti interessati a tutto fuorché alla verità. C’è chi ancora fatica a convencersene, ma molti elementi portano a credere che ci fu davvero una guerra non ortodossa.
Questo, anche se non sembra, è un libro di storia del tempo presente. Partire da qui per capire, 50 anni dopo le bombe, cosa rimane della strage di piazza Fontana e come raccontarla, fornendo un quadro completo di contesto storico e strumenti di studio.
Provare ad analizzare l’origine delle storture attuali nell’immaginario collettivo e nella memoria pubblica e privata, per spiegare alle generazioni di ventenni e trentenni di oggi perché questa storia continua a essere la loro e, anche, la nostra. Se la storia è il suo uso pubblico, riportare la strategia della tensione alle sue esatte coordinate può aiutare a sciogliere il grande nodo irrisolto dell’età repubblicana e correggere la rotta dell’attuale disgregazione politico-culturale cui stiamo assistendo.