Ha ragione ilPapaadire che bisogna riscoprire la tradizione del presepe?
DURANTELAVISITAAGRECCIO, INPROVINCIADIRIETI, FRANCESCOHAFIRMATOUNALETTERAAPOSTOLICA PER SOSTENERE LA CONSUETUDINE DI ALLESTIRLO IN FAMIGLIA, A SCUOLA, NELLE CARCERI...
Ècurioso il luogo: Greccio. Sì, perché proprio a Greccio, 796 anni fa, nel 1223, Francesco, tornando da Roma chieseaunodei cavaliericheloaccompagnavanoqualcosa di originale: «Voglio vedere, almeno una volta prima di
morire, la nascita del divino infante». Era esuberante ed euforico in quei giorni: dopo il viaggio in Terrasanta in cui si era letteralmente innamorato di Betlemme e, soprattutto, dopo il 29 novembre 1223, giorno in cui Papa Onorio III, con la Bolla Solet annuere, aveva pubblicamente approvato la Regola dell’Ordine Francescano, il santo poverello voleva vedere e in qualchemodo partecipare alla natività di Gesù. E così, con l’aiuto e l’organizzazione offerta da Giovanni Velita, signore di Greccio, in 15 giorni realizzò il primo presepe vivente.
La commozione che gli astanti testimoniarono, le lacrime sparse in quella notte, richiamano quanto – tra le righe – emerge dalla Lettera apostolica di Papa Francesco: il desiderio che tutti facciano esperienza viva, tangibile, visibile di questo grande evento che cambiò persino il modo di contare gli anni dell’umanità (prima e dopo Cristo).
Per i motivi che il lettore potrà leggere nella lettera papale Admirabile signume per quanto si prova immediatamente dinanzi anche al più povero e umile presepe, risponderei che non so se il Papa ha ragione… ma sicuramente riscoprire questa tradizione, questa plasticità e visibilità, nel tempo del digitale, è una buona scommessa!