EDITORIALE
ODISSEA TELEFONICA VOLEVO SOLO CONSULTARE LA BOLLETTA, E NON CI SONO RIUSCITO. COLPA MIA? OPPURE...
Insomma, pare che ciascuno di noi, in media, debba gestire 11 account, cioè 11 diverse identità digitali, chiamiamole così, o per dirla in altro modo 11 differenti registrazioni su internet per poter accedere a un servizio. Per gestire questi maledetti 11 account hanno calcolato che, sempre inmedia, ognuno debba ricordare almeno nove password. E siccome stiamo appunto parlando di medie statistiche, significa che moltissimi di noi hanno magari 20 account e devonomemorizzare, che so, 30passworddiverse, perché poi vanno cambiate periodicamente, e sempre di nuove te ne vengono chieste...
Un inferno. L’altro giorno ho deciso di controllare la mia bolletta del telefono. Mi arriva una mail che annuncia: «Gentile Umberto, ti informiamo che è disponibile on line la tua fattura mensile. Puoi consultarla direttamente nella sezione ecc. ecc.». Ok, ci vado. Compare una finestrella in cui mi si chiedono username e password. Oh, cavolo, le avrò? E se sì, dove diavolo le trovo?
Tengo sempre con me un librettino in cui negli anni, come stratificazioni geologiche, ho segnato codici, password, username, account, id, pin, puk, iban e quant’altro il mostro digitale che si è ormai impossessato delle nostre vite abbia saputo inventare. Si tratta di un fascicoletto tascabile pieno di cancellature, sovrascritture, modifiche, aggiornamenti a penna, a matita, a pennarello, a seconda dello strumento che avevo sotto mano. Uno “zibaldino” che di fatto contiene tutta lamia vita attiva: se dovessi perderlo mi ritroverei come un naufrago in mezzo all’oceano, tagliato fuori da tutto. Dovrò decidermi a farne una copia, prima o poi.
Dunque, estraggo il prezioso librettino e, miracolo!, le credenziali ci sono. Stanno nelle prime pagine, devo averle trascritte nel Mesozoico o giù di lì. Digito quanto richiesto conmolto scetticismo: mi aspetto la solita replica automatica tipo «utente inesistente» o «password non corretta», comemi è già capitato circa un milione di volte in altre situazioni. Invece stavolta le credenziali risultano giuste. Peccato che non siano «certificate». Cosa diavolo vorrà dire? Lo schermo del computermi informa che «per procedere devi prima completare la registrazione dalla connessione internet di casa». Ma io sono in ufficio, mica su Marte, possibile che da qui non possa fare nulla? Provo a chiamare il «numero telefonico gratuito, opzione 2». Non arrivo neanche alla opzione 1, perché la vocina registrata mi informa ovviamente che devo chiamare da casa. Manca solo che mi dica: «Cretino! Non sai leggere? Dalla tua linea di casaaa!». Ma io a casa il telefono fisso non ce l’ho più: pieni come siamo di cellulari che me ne faccio?
Diciamo che è la versione telefonica del famosoComma 22 del romanzo di Joseph Heller: «Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo». Però io volevo solo vedere la mia bolletta, mica lanciare un’Opa sulla compagnia telefonica! Perché deve essere tutto così complicato, sempre?
Mah. Dovrò rassegnarmi. Alla fine chiamerò il call center (dallo smartphone) e dopo un’attesa infinita mi auguro di trovare un gentile impiegato, spero «dal territorio italiano», che mi risolva il problema e mi consenta finalmente di accedere al Santo Graal della bolletta per verificare quali costi aggiuntivi, oneri di sistema e noleggi di apparecchi telefonici (che non ho) mi vengono addebitati. C’è una morale, in questa micro-avventura? In fondo è solo l’ennesima riprova di quanto mi irrita questo presunto progresso tecnologico che taglia posti di lavoro per far spazio agli algoritmi, esclude chi non ha dimestichezza con l’hi-tech, uccide i rapporti diretti fra le persone, riversa sugli utenti operazioni e procedure che dovrebbero essere a carico di chi fornisce il servizio e complica inutilmente la vita a tutti, cioè a coloro che vorrebbero impiegare il proprio tempo per fare qualcosa di diverso dal combattere con le «credenziali non certificate» o con un call center.