FIORELLO E ZALONE
“Scontro” di star nella Capitale (con bacio!).
Che bella giornata, anno 2011. Zalone prende di mira gli estremisti islamici - in unmomento anche più caldo di quello attuale -, l’Arma, e lemissioni di pace. Urta insomma parecchie sensibilità. Nella messa in scena, i terroristi vengono neutralizzati da una scorpacciata di cozze. Suo padre invece non si perde una missione umanitaria («perché c’ho il mutuo di casa da pagare») e spera che l’Iran dichiari guerra all’Occidente per poter lasciare la «trincea domestica», dove la moglie lo maltratta. Ci sono poi uno zio, maresciallo dell’Arma maneggione, e l’altro zio, brigadiere della Forestale che sradica ulivi da usare come regali.
TRA SORDI E JERRY LEWIS
Scrive Michela Tamburrino su La Stampa: «Più che un Alberto Sordi contemporaneo, Zalone è un Jerry Lewis legislatore di comicità, preso nel compito di fornire istantanee dell’italiano medio in chiave grottesca. Così facendo si aggiudica l’immunità del politicamente scorretto, diventando super partes». Ora, rimane legittimo chiedersi se in un clima di neanche velato razzismo e omofobia si possano prendere in giro gli immigrati o certi vezzi dei gay oppure fanatici pasticcioni quando ci sono attentati veri. Enrico Vanzina, sceneggiatore, scrittore, una vita dedicata alla commedia di costume, ha commentato: «I limiti nella satira, fatta bene da chi sa essere super partes, non possono esistere. Il pericolo è che qualcuno non capisca e ti spari, vedi Charlie Hebdo ( il periodico satirico francese, oggetto di attentato nel 2015, ndr). L’errore più comune è pensare che chi fa satira sia il protagonista di essa. Invece mette in scena ciò che non sei. Quando l’ideologia giudica, allora è veramente finita. La satira andrebbe difesa perché ci dà la cifra della democrazia di un Paese, è una patente di senso civico. Flaiano diceva che ci libera dalla mediocrità. Io dico: per essere persone serie, bisogna accettare che si possa ridere di noi».