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Agenda spettacolo o

a cura di Dea Verna a

- Laura Frigerio

A sei anni di distanza da Il Rovo e la

Rosa, Angelo Branduardi torna a cantare la spirituali­tà nell’album Il cammino dell’anima attraverso il quale ci fa scoprire la figura e l’opera della compositri­ce Hildegard von Bingen. Ci racconta come ha scoperto Hildegard von Bingen? «Sapevo di una donna che nell’anno mille scriveva delle sinfonie, ma non ne conoscevo il nome. Mi sono quindi messo a fare delle ricerche e mi sono appassiona­to alla sua storia. Era una bimbamalat­iccia che a otto anni entrò in un monastero diventando poi badessa in una badia in cui lemonache indossavan­o un saio bianco senza velo, con i capelli sciolti, come delle hippie. Hildegard era anche erborista, dietologa (ha scoperto il luppolo usato per la birra) e chiamava ogni sua composizio­ne sinfonia. È uno dei miti delle femministe storiche, una sorta di Leonardo da Vinci in gonnella e così il suo processo di beatificaz­ione è stato bloccato. A farla Santa è stato un grande teologo come Papa Ratzinger». Come ha portato il mondo di Hildegard von Bingen nel suo? «La sua eramusica orizzontal­e, perché non c’era l’armonia, così io ho studiato le sue partiture e conmolto rispetto ne ho scelte alcune per poi armonizzar­le. Sono sempre stato controcorr­ente, un artista di nicchia che per qualchemot­ivo è finito talvolta nel mainstream con dei brani diventati successi internazio­nali». Cosa ci dice di questo suo percorso artistico-spirituale? «Sono affascinat­o da tutto ciò che è spirito. Ho ancora tanto da fare, per me il massimo sarebbe dirigere Tristano e

Isotta ». È alle prese con un tour. «Sì, sarò il 20 febbraio al Teatro Creberg di Bergamo; il 24 al Teatro Dal Verme di Milano, il 26 al Colosseum Theater di Torino».

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