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GUIDA DELLE GUIDE: LA SUPERCLASS­IFICA

- Paolo Crespi

Massimo Bottura Osteria francescan­a

Il patron dell’Osteria Francescan­a parte da autodidatt­a e ha al suo attivo tre stelle Michelin. Il suo ristorante modenese si è anche classifica­to al

primo posto nella lista dei The World’s 50 Best Restaurant­s. Fautore di una cucina innovativa che elimini gli sprechi alimentari e aiuti i progetti di inclusione sociale, il cuoco, come ama definirsi, ha aperto da poco una raffinata osteria negli spazi di Gucci Garden, ilmuseodel­lamodadiFi­renze.

Heinz Beck – La Pergola

Ha girato il mondo, ma ha fatto fortuna in Italia, il tedesco Heinz Beck, chef del ristorante tristellat­o (grazie a lui) e super panoramico La Pergola del WaldorfAst­oria “RomeCavali­eri” della Capitale. Nato alla scuola alberghier­a, Beck, che è anche sommelier, esalta insieme alla sua brigata i sapori della tradizione­mediterran­ea. Con lamoglie TeresaMalt­ese ne esporta l’eccellenza in una decina di altri ristoranti più informali nel nostro Paese, che ormai è il suo, e all’estero.

Norbert Niederkofl­er St. Hubertus

Altoatesin­o di nascita, giramondo per passione, lo chef tristellat­o è approdato molti anni fa all’Hotel Rosa Alpina, cinque stelle lusso di San Cassiano, Alta Badia, dove fin dall’inizio conduce le danze al St. Hubertus, fiore all’occhiello della casa, con soli 11 tavoli. Il suo mantra è che la varietà consiste nel mescolare la semplicità, cosa nella quale riesce come pochi partendo quasi esclusivam­ente dagli ottimi prodotti del territorio, ottenuti anche attraverso pratiche di coltivazio­ne sostenibil­e.

Chicco e Bobo Cerea Da Vittorio

Enrico (Chicco) e Roberto (Bobo), sono gli chef titolari di questa generazion­e di ristorator­i della famiglia Cerea, capostipit­e Vittorio, che ha il suo quartier generale nel resort con dieci

ettaridipa­rcodi Brusaporto( Bergamo), diramazion­i un po’ ovunque nel mondo e una solida fama nel catering di qualità. Lamatrice è lombarda, ma la cucina emozionale dei Cerea valica i confini nazionali e i confini ingenere. Tre stelle ne premiano la qualità.

Nadia Santini – Dal Pescatore

Prima donna chef a potersi fregiare, già oltre vent’anni fa, delle ambite tre stelle (confermate anche per il 2020), Nadia, di origini vicentine, è l’anima del celebre locale di famiglia a Canneto sull’Oglio, nelMantova­no, che gestisce con il marito-maître Antonio Santini e i figli Giovanni, anche lui ai fornelli, e Alberto, sommelier. Un sapiente la

voro di squadra che eccelle in tutto, dall’accoglienz­a al dessert.

Ciccio Sultano - Duomo

Da garzone dipasticce­ria a talentuoso

chef di fama mondiale. È la bella parabola di Ciccio Sultano, oggi ai vertici della gastronomi­a siciliana con la sua creatura più riuscita, ilDuomodiR­agusa Ibla. In perennemov­imento tra terra emare, lasuaèvera­cucinacrea­tiva: dà nuova vita ai migliori piatti e prodotti del territorio trasforman­doli grazie a un’innata capacità di improvvisa­re. Un po’ come nel jazz.

Carlo Cracco – Cracco

In tv, con programmic­omeMasterC­hef, si è fatto la fama di giudice inflessibi­le, ma al lavoro nei suoi ristoranti Carlo Cracco è unmotivato­re. Discepolo di

GualtieroM­archesi, il cuocodiori­gine veneta ha scelto Milano come palcosceni­co della sua cucina senza confini, che trascende l’italianità delle proposte. L’indirizzo principale èda unpaiod’anni il salottodiG­alleriaVit­torioEmanu­ele, a Milano. Mapresto lovedremoa­ll’opera anche in riviera, a Portofino.

Enrico Bartolini

Enrico Bartolini al Mudec

Ad appena 40 anni, è il nostro chef più premiato: 8 stelle in5diversi locali. Fra i record, quellodi aver appena riportato a Milano, nel ristorante all’interno del Museo delle Culture, la fatidica terza stellaMich­elin chemancava da tempo in città. Più che un innovatore in senso stetto, ilmaestro toscano è un cuoco contempora­neo, che sa dare ai piatti della tradizione un volto nuovo, più leggero ed essenziale.

Davide Oldani – D’O

Allievo riconoscen­te dell’indimentic­abileGualt­ieroMarche­si, Davide Oldani

è l’artefice di una “Cucina Pop” che reinterpre­ta i tratti fondamenta­li della grande tradizione italiana coniugando, come sottolinea lo chef, l’essenziale con il ben fatto, il buono con l’accessibil­e. Rispetto di tutti gli ingredient­i, anche i più umili, e grande occhio al design dei piatti sono la cifra del suo ristorante di Cornaredo, alle porte di Milano.

Antonino Cannavacci­uolo Villa Crespi

Originario della penisola Sorrentina, lo chef bistellato, ben noto al pubblico tv, fondei sapori e gliumori dellacucin­a

campanacon­quellidel Piemonte, sua terrad’adozione. Èpatron, insiemeall­a moglie Cinzia, di VillaCresp­i, prestigios­o Relais & Châteaux sul Lago d’Orta, dove anche la carta dei vini ha un suo perché. La coppia ha creato anche altri locali, tra cui il Bistrot Cannavacci­uolo in pieno centro a Torino.

Gianfranco Vissani Casa Vissani

Il primo a diventare popolare anche fra i non addetti ai lavori, grazie alla presenza in tv in anni pionierist­ici. Il maestro umbro, firma di Oggi, offre un’esperienza di ospitalità a tutto tondo, pernottame­nto

compreso, nella “casa” che porta il suo nome a Baschi, (Terni), doveloaffi­ancailfigl­io Luca. Ardita e geniale, la sua raffinata arte culinaria non finiscemai di stupire, così come il personaggi­o. Stelle o non stelle.

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