Oggi

AntonioBan­deras

Il grande attore ci confida: «Melanie Griffith? Sì la amo ancora»

- di E. Brettschne­ider

Nel maggio scorso, al Festival di Cannes, Antonio Banderas ha riscosso uno strepitoso successo interpreta­ndo Pedro Almodovar in Dolor y Gloria, l’autobiogra­fia del grande regista spagnolo. «Un applauso così forte non l’avevo mai ricevuto in tutta la carriera. Ho detto a Penelope Cruz: “Mamma mia, che ovazione come travolgent­e! Non può andare meglio di così”». Invece sì: una settimana dopo ha vinto il premio come migliore attore e da allora, nella corsa all’Oscar, è dato alla pari con mostri sacri come Robert De Niro, Leonardo di Caprio e Joaquin Phoenix. Prima aveva ottenuto pure il Goya ( l’Oscar spagnolo, ndr) alla carriera.

Si sente arrivato?

«Per carità, no! Se ti consideri arrivato, ti rimane so lola discesa. Io voglio continuare a salire, ho ancora tanti progetti ».

Cosa significan­o questi premi? «Tempo fa non gli avrei dato tanta importanza, ora comincio a provare un certo orgoglio. Anche perché posso dire di non aver mai mai accettato una parte solo per il cachet o per la speranza di vincere un premio. Il mio obiettivo è sempre stato quello di fare la migliore interpreta­zione della mia vita, anche

se alle volte mancavano i presuppost­i: ci sono film per i quali preferirei non essere ricordato».

Sua figlia Stella sembra volere seguire le orme dei genitori: studia da un anno alla Adler, la celebre scuola di recitazion­e dove ha imparato il mestiere anche mamma Melanie.

«Èstatauna suadecisio­ne, nonl’abbiamo spinta noi. Un giorno mi ha detto: “Papà, fammi provare. Senonmipia­ce, smetto e faccio altro”. Le ho risposto: “Vai pure, sai benissimo com’è questo mestiere, e le rinunce che comporta”. Essendo cresciuta con due genitori attori, Stella conosce la sottile distinzion­e tra la fama e il rifiuto. Quante volte ci ha visto piangere per un “no”! Ha visto il lato oscuro di questo lavoro. Le mie lunghe assenze da casa per girare un film, i Natali senza albero…».

Automata (2014) è stato l’ultimo film girato con Melanie. Poco dopo avete annunciato la fine del vostromatr­imonio, durato18 anni. Reciterete di nuovo insieme? «Ci siamo incontrati sul set e sul set ci siamo separati. Melanie è una bravissima attrice e come tale la rispetto e l’ amo ancora. Ci siamo lasciati in modo amichevole e abbiamo un ottimo rapporto. Quando sono a Los Angeles, ci vediamo sempre. Abbiamo deciso di non “seppellire” i 20 anni trascorsi insieme: è rimasta parte dellamia famiglia».

La sua compagna Nicole Kimpel la pensa allo stesso modo?

«Certo. Stiamo assiemeda cinque anni e nel tempo ha sviluppato una grande comprensio­ne per gli ex coniugi che mantengono un rapporto cordiale per i figli. Per lei è più facile, viene da un altro ambiente ( si occupa di investimen­ti, ndr), vede tutto da un’altra ottica».

Tutto questo potrebbe cambiare quando sposerà Nicole?

«Lei è già mia moglie. Non abbiamo bisogno di unpezzodi carta per averne

la conferma, viviamo insieme e questo è sufficient­e. Pensiamo che sposarci sia inutile e anchemolto costoso».

Non avete problemi economici... «Quando ci siamo sposati io e Melanie c’erano solodiecip­ersone: è statalamia più grande vittoria sui paparazzi, sulla stampa non è finita nemmeno una foto. Se mai dovessi sposarmi un’altra volta, sarebbe sempre in gran segreto».

Vive con Nicole Kimpel nel Surrey, vicino a Londra. Ha comprato un pezzo di terra e ci ha piazzato una casa prefabbric­ata di vetro e legno. Sarà questa la sua nuova residenza?

«La mia vera patria è Malaga, in Spagna, dove sono nato. Lì sono cresciuto, lì ho i parenti e gli amici più stretti. Lì è nata Stella. Cuore e anima appartengo­no a Malaga. Lì ho comprato un attico con vista sull’antico teatro romano. Ogni volta che sono via, è come se una forza magica mi richiamass­e a Malaga ».

Cosa fa a Malaga?

«Tantissime cose. Ho una fondazione, Lagrimas y Favores, che sostiene i malati di cancro, le famiglie povere e gli studenti senza mezzi di sostentame­nto. Poi c’è un altro progetto chemi sta molto a cuore: riportare il vecchio teatro Soho agli antichi splendori. L’ho comprato e vorrei trasformar­lo in un gioiello. Malaga ha già un teatro “convenzion­ale”, ma penso sia arrivato il momento giusto per creare un secondo teatro, uno spazio per giovani talenti».

Avrebbe accettato un incarico come ministro della Cultura? Si dice che gliel’abbiano offerto.

«Nonè vero, ancheperch­é, per scoraggiar­e idee simili, ho sempre dichiarato che non avrei mai accettato alcun incarico politico».

Perché?

«Può diventare pericoloso. Specie per un attore famoso e a Hollywood. Ho fatto una buona carriera in America: non voglio rovinarla. Unaparola sbagliatae­paf: unacarrier­a finisce in un amen».

In Spagna partecipa spesso alle procession­i religiose. Si definirebb­e un “fervido cattolico”? «No, direi piuttosto che sono un cattolico “culturale”. Per me le tradizioni sono sacre e mi impegno a mantenerle. Faccio parte di una confratern­ita i cui membri portano a spalle l’altare di Maria, e guardi che pesa tonnellate! Nonostante le spalle imbottite, è molto doloroso e impegnativ­o a livello fisico».

In futuro dovrà rinunciare... «Èquelchemi hanno ordinato i medici dopo l’ infarto di due anni fa. Ho smesso di fumare, prendo puntualmen­te tutte le medicine e seguo alla lettera tutti i consiglide­i dottori. L’infarto è statouno shock».

L’ha cambiata?

«Sì. Mi ha reso più sentimenta­le e più profondo. Almodovar è convinto che l’infarto abbia portato in superficie delle fragilità nascoste, rendendomi adatto a interpreta­re il suo alter ego inDolor y Gloria. In effetti, ho constatato un cambiament­o dentro di me, la tendenza a esser sopraffatt­odalle emozioni o dalla tristezza anche per delle cose piccolissi­me. Ma non ho paura dellamorte».

A 59 anni ha parecchio tempo davanti a sé…

«Da quando il cuore mi ha lanciato questo avvertimen­to, è proprio questo chemi chiedo: quanto mi resta? Mi chiedo anche se, lavorando di meno, avrei potuto evitare l’infarto».

Ha trovato una risposta?

«Non avrei potuto fermarmi. Stare immobile non fa per me. Mi hanno chiesto qual è il segreto del mio successo. La risposta sta in un verbo: continuare. Nonmi sonomai tirato indietro quando si trattava di ricomincia­re da capo. Chi non rischia, non vince».

 ??  ?? MA LA SUA DONNA ORA E NICOLE KIMPEL
MA LA SUA DONNA ORA E NICOLE KIMPEL
 ??  ?? CON MELANIE FU VERA PASSIONE
CON MELANIE FU VERA PASSIONE
 ??  ?? «L’INFARTO? UNO SHOCK» «Dopo l’infarto di due anni fa, sono molto cambiato, spiega Banderas. «Non ho paura di morire, ma sono diventato più profondo».
«L’INFARTO? UNO SHOCK» «Dopo l’infarto di due anni fa, sono molto cambiato, spiega Banderas. «Non ho paura di morire, ma sono diventato più profondo».
 ??  ?? «SIAMO RIMASTI UNA FAMIGLIA UNITA»
«SIAMO RIMASTI UNA FAMIGLIA UNITA»
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy