Preti sposati In Italia già ci sono di Valeria Palumbo
PAPA RATZINGER SCENDE IN CAMPOPER IL CELIBATOALLA VIGILIA DELLA DECISIONE DI FRANCESCO SULL’ AMMISSIONE AL SACERDOZIO DEI DIACONI DELL’AMAZZONIA. EPPURE NON È UNA NOVITÀ PERI CATTOLICI. CENE SONO IN SICILIA, CALABRIA E NELLE COMUNITÀ DI IMMIGRATI DALL’ ES
La possibilità di ordinare uomini sposati rappresenterebbe una catastrofe pastorale». Non ha dubbi il Papa emerito Benedetto XVI, 92 anni. Le sue tesi sono apparse proprio nel momento in cui il Papa “effettivo”, Francesco, potrebbe confermare l’approvazione (a maggioranza di due terzi) del sinodo sull’Amazzonia dell’ottobre scorso, sulla proposta di ordinare sacerdoti i “diaconi permanenti”, ossia uomini sposati, là dove non ci sono più religiosi disponibili.
Benedetto XVI avrebbe espresso il suo dissenso in un libro intitolato Des profondeurs de nos coeurs, Dal profondo dei nostri cuori, scritto con il cardinaleRobert Sarah e in libreria, inFrancia, dal 15 gennaio. Non pochi osservatori vi hanno letto un attacco diretto a Papa Bergoglio. E la smentita di Papa Ratzinger di aver firmato il libro non spegne i sospetti. Perché Ratzinger sa bene che esistono diversi preti sposati nella chiesa cattolica, e non soltanto in quella di rito orientale. Ma soprattutto che vivono anche in Italia. E da secoli. Si trovano a Lungro, in Calabria, prima “eparchia” (ossia “suddivisione territoriale affidata a un vescovo o eparca”) italiana, istituita nel 1919, e a Piana degli Albanesi, in Sicilia, l’altra eparchia sul nostro territorio, creata nel 1937. Entrambe sono di orgine albanese.
Per quanto in Calabria e Sicilia non siano mancati problemi con i preti sposati, come documenta un bel libro sul tema, Lui, Dio e Lei, di Enzo Romeo (Rubbettino), non si tratta di una assoluta rarità per i cattolici. Lo stesso Ratzinger ha firmato l’Anglicanorum coetibus, la costituzione apostolica entrata in vigore il 4 novembre 2009, che consente ai pastori anglicani, convertiti al cattolicesimo, di diventare a pieno titolo parroci (ma non vescovi), benché sposati. Tanto che uno di loro, l’ex vescovo anglicano Keith Newton, sposato, con tre figli e nonno, nel 2011 fu messo, da Ratztinger, a capo del
primo Ordinariato, creato in Gran Bretagna per accogliere gli ex anglicani. Già nel 2001 il Corriere della Sera aveva raccontato della folla di preti sposati che aveva accolto Papa Giovanni Paolo II a Leopoli, inUcraina: il 60 % dei sacerdoti della chiesa uniate, ossia di liturgia bizantina ma sotto l’autorità del pontefice, risultava coniugato. L’unico limite: se vedovi, non possono risposarsi. Nell’occasione papaWojtyla proclamò beato il primo prete sposato, Roman Lysko, ucciso nel 1949 per ordine di Stalin. Non si tratta di un’eccezione: è santo, per la Chiesa, Papa Ormisda, morto nel 523 e padre, a sua volta, di Papa Silverio che regnò tra 536 e 537. Ed era sposato san Severo, vescovo. Altri tempi si dirà: vero. Perché in effetti laChiesa sul celibato dei sacerdoti è stata a lungo incerta, anche perché si suppone che alcuni apostoli avessero moglie e figli. Per quasi 600 anni il problema non si è posto e soltanto il Concilio di Trento (1545-1563) ha vietato definitivamente il matrimonio dopo l’ordinazione e i rapporti coniugali, oltre a favorire i celibi nei seminari.
SPARSI NEL MONDO
Di fatto la legislazione è complessa e non ha impedito alle Chiese orientali, da quella copta a quella etiope, da quella maronita a quella siriaca, di conservare il matrimonio. L’elenco è lungo e arriva in Romania, India, Armenia, Iraq e a tutte le comunità sparse per il mondo: dal Canada all’Australia, all’Argentina. Sta accadendo lo stesso in Italia, con l’immigrazione: Papa Bergoglio ha creato un esarcato apostolico per i cattolici ucraini residenti in Italia. Dei 62 sacerdoti molti sono sposati. Vi si aggiungono ex pastori protestanti: nel 2005 Oggi raccontò la storia del belga Patrick Balland. E allora in Amazzonia? Il divieto a sposarsi dopo l’ordinazione non è un ostacolo: i diaconi candidati hanno già moglie.