ALDO GRASSO
OGNUNO PER CONTO SUO, SENZA PIÙ STRASCICHI PERI SOLDI. BERLUSCONI E LA LARIOHANNOCHIUSO LE PENDENZE E RINUNCIATO ALLE RISPETTIVE RICHIESTECS ECONOMICHE CO OC
Dopo dieci anni, Silvio Berlusconi e Veronica Lar rio hanno raggiunto un accor rdo, ratificato dal Tribunale di Monza a, che mette la parola fine alla battaglia legale sui profili economici del divorzio, chiuden tutte le pendenze.
Il leader di Forza Italia ha rinunciato a chiedere i circa 46 milioni di euro che l’ex moglie gli doveva; la Lario, dal canto suo, ha rinunciato a chiedere 18 milioni.
Pari e patta, amici come prima. A fine agosto scorso, la Suprema Corte aveva stabilito che Veronica Lario stava vivendo una condizione di «assoluta agiatezza», che la ripagava del «sacrificio delle aspettative professionali» (sposando Berlusconi aveva rinunciato alla sua carriera), e ch quindi non avesse diritto all’assegno di divorzio, come giàà deciso dalla Corte d’Appello milanese (il tribunale lo aveva inizialmente quantificato in 1,4 milioni di euro al mese).
Il primo incontro fra i due avvenne al Teatro Manzoni di Milano, appena comprato da Berlusconi. Lei, seducente, recitava Stella in una commedia brillante, Le cocu magnifique, il magnifico cornuto; lui, poco più che quarantenne, irresis stibilmente simpatico, andò in came erino e la sera dopo lo riempì di rrose rosse. Amore a prima vi ista, tre figli, coppia all’apparenza a inossidabile.
Ma la loro è anche una lunga storia di accordi mancati.
Circa vent’anni fa Berlusconi e la Lario concordarono privatamente di vivere ciascuno la propria vita dal punto di vista sentimentale, ma con reciproco rispetto in pubblico p e trascorrendo i nsieme del tempo in oc ccasione di festività e altre occ casioni familiari.
Ma dopo che nella primavera del 2009, lui, all’eppoca presidente del Conssiglio, partecipò alla festa di comppleanno di Noemi Letizia, sua
moglie ritenne che egli avesse «oltreepassato i limiti dell’accordo». In una lettera pubblica, Veronica parlòò di «ciarpame senza pudore», a prooposito delle ragazzette da spedire in Parlamento, e stilò una dolorrosa invettiva sulle «vergini che ssi offrono al drago». Per questo chiese il divorzio. E poi c’è tutta la vicenda del bunga bunga, delle serate di Arcore, delle vestali di Forza Italia che hanno sempre circondato il Capo. Ora tutto è finito, ognuno per conto suo, i soldi non mancano. A certe cifre, è più facile dirsi addio.
IL PRIMO INCONTRO FRA I DUEAVVENNE AL TEATRO MANZONI DI MILANO DOVE LEI RECITAVA IN UNA COMMEDIA BRILLANTE