AichéNana Parla Sara, la figlia della ballerina che spogliandosi ispirò Fellini di G. Ciacci
«QUEL5NOVEMBRE DEL 1958MAMMA AVEVALAFEBBRE, NONVOLEVA ANDARE AL “RUGANTINO”», SVELA SARA, LA FIGLIADIAICHÉ NANA. «LE DIEDERO UNAPASTICCAE FINÌ SENZAREGGISENO. MAMIOPADRE LA SALVÒ», DICE
Lei è la figlia dellaDolceVita. Lei è SaraPastore, figlia della attrice turca Aiché Nana e del produttore Sergio Pastore. I suoi genitori si sono innamorati la sera del balletto scandaloso che diede il via allaDolce vita a Roma.
Cosa vuol dire, Sara, essere la figlia della Dolce Vita ?
«Imei genitori si sono conosciuti quella famosa sera del 5 novembre del 1958 al ristorante Rugantino. Quella notte ha portato a mia madre tanti dolo
ri, tanti dispiaceri, ma anche questo grande amore che è sfociato nellamia nascita. Mio padreemiamadre hanno vissuto a pieno quegli anni. Una stagione incredibile: mi hanno raccontato che bastava una stretta di mano a via Veneto dentro un bar per dare il via alla produzione di un film. E capitava di scritturare un’attrice solo vedendola camminare lungo quella via».
Come si conobbero i tuoi genitori?
«Mi ha raccontatomiamadre chequella famosa sera era influenzata e non voleva andare a quella festa; arrivata a Trastevere, dove si trovava il ristorante, non trovava parcheggio e aveva deciso di tornare a casa, anche perché pure la nonna era lì con una forte influenza. E in quegli anni non stava bene che una ragazza guidasseda sola lamacchina».
Tua mamma era turca?
«Sì, turca di origine armena; mia nonna era l’unica della sua famiglia scampata al genocidio. Mia mamma era famosissima in Turchia: a 13 anni vinse il concorso Miss Bosforo e immediatamente iniziò a lavorare nel cinema turco. Era di una bellezza travolgente e vinse anche perché è stata la prima donna a indossare un bikini in pubblico, una cosa eclatante per l’epoca».
Perché arrivò in Italia?
«Perché era stata scelta daVittorioDe Sica come protagonista di un suo film che si doveva chiamare Un italiano a Istanbul, filmche dopo lo spogliarello non vide mai la luce».
Ma chi la invitò quella sera? «L’organizzatore, lei non conosceva la
Sara Pastore è anche una cantante lirica, è soprano di coloratura specializzata nel repertorio verdiano e mozartiano
festeggiata, la contessina Olghina di Robilant».
Veniamo al “fattaccio”: perché si spogliò?
«Mia mamma aveva tanti difetti, ma la sincerità era la sua caratteristica principale: non riusciva a dire bugie. Per questo io racconto la sua versione e sono pienamente convinta che sia andata così comeme lo ha raccontato».
Cioè?
«Quella sera fu drogata. Novella Parigini e Olghina di Robilant le diedero una pasticca bianca dicendole che le avrebbe fatto passare subito l’influenza. Non sapremo mai se, a causa delle medicine che aveva preso nel pomeriggio, quella pasticca le procurò un effetto allucinogeno o se fosse una pasticca di anfetamina. Mia mamma era molto ingenua, non parlava l’italiano...».
Quindi, stando ai racconti di tua mamma, quella sera al Rugantino girava droga...
«Sì, mia madre non ne faceva uso, beveva ma non si drogava».
Torniamo a quella sera... «Beveva, appunto. Su quella pasticca bianca, che magari poteva essere anche semplice aspirina, ci deve aver bevuto sopra e la pasticca le ha fattoun effetto immediato. Mi ha raccontato che si sentiva un leone, che le passò immediatamente lo stato influenzale, che si sentiva molto eccitata. Lei ballava insieme ad Anita Ekberg ma su quello che è successo dopo aveva i ricordi confusi. Si vede dalla sequenza di foto famose che qualcuno le apre il vestito e lei rimane solo inmutandoni neri. Mia madre non portava il reggiseno perché aveva il seno piccolo. Si ricordava solo che aveva gente intornomentreballava. Improvvisamente, qualcosa la colpisce inunocchio. Inquelmomento si risveglia, si vede a seno nudo e comincia a chiedere il suo abito. Quello che sarebbediventato suomaritoepoimiopadre recupera il vestito e glielo porta».
E poi?
«Poi escono dal Rugantino e passano tutta la notte insieme a ballare al locale Il Pipistrello in via Veneto. La polizia arrivò quando miamadre era già andata via dal locale. Comunque miamamma ricordava benissimo che, prima di perdere conoscenza, aveva visto che si era spogliata anche Anita Ekberg, ma le sue foto sono state fatte sparire e mai sono state tirate fuori in tutti questi anni. Mia madre si ricordava perfettamente il seno nudo di
Anita, che, ubriaca, ballava».
Cosa ha fatto la mattina del giorno dopo, quando la foto dello spogliarello venne pubblicata in formato gigante sui giornali italiani?
«Tentò il suicidio. Nonper la foto nuda, mia madre era una donna che faceva anche nudismo, ma perché De Sica o chi per lui annullò immediatamente il contratto. Ti ricordo che ci fu anche un processo per atti osceni e oltraggio al pudore, a causa del quale ogni volta che lei si esibiva doveva passare al commissariato a dichiarare dove si svolgeva lo spettacolo. Le diedero anche una multa esorbitante, che penso non sia stata mai pagata».
Suamadre, poi, negli anni, ha rinnegato quanto accaduto: perché? «Lei non ha mai rinnegato il ballo, ha negato che fosse stato uno spogliarello e che fosse stata pagata per spogliarsi. Lei era una semplice invitata e, come altre, era rimasta a senonudoper colpa di qualcosa che le aveva fatto perdere la testa. Miamadrenonèmai statauna spogliarellista, era una grande artista, una grande ballerina, si sentiva sminuita tutte le volte che la definivano una spogliarellista turca».
Quali offerte le arrivarono dal cinema dopo questo avvenimento? «Le proposero servizi di nudo e persino filmhard pagati a prezzi esorbitanti perché la notizia delle notti turche aveva fatto il giro del mondo, ma lei non accettòmai. Disse di no anche a Fellini, che immortalerà nel film La dolce vita lo spogliarello onirico. Lui chiese a mia madre di interpretarlo, ma lei non volle accettare. Con Fellini erano amici, lei avrebbe poi lavorato in altri suoi film ma lui tagliava tante scene e cosìmolte di miamadre non si trovano nelle sue pellicole».
Ne parlavate in famiglia di quella sera?
«Papà quand’ero piccola diceva solo che aveva conosciuto mamma a una festa. A scuola, però, iniziarono ad additarmi dicendo che ero “la figlia di quella...”».
Quanto ti è pesato essere la figlia della Dolce Vita?
«Molto: pensa che quando ballavo per Boncompagni a Domenica in con le sorelle Boccoli, una casa editrice mi offrì 80 milioni per apparire a seno nudo come accadde a mia madre. Io, però, nella vitaho scelto altro: recitare, cantare e scrivere».
DAMISS BOSFORO ASTAR DELLA DANZA DEL VENTRE