Oggi

Reginedegl­i abissi ChiaraGiam­undo: «Sono io laprimadon­na palombara»

«STARE SOTT’ACQUA PER LAVOROÈ ENTUSIASMA­NTE, LA PACE CHE TROVI IN FONDO AL MARE È IMPAGABILE », DICE QUESTA RAGAZZA CORAGGIOSA. CHE QUI CI RACCONTA ALLENAMENT­I MASSACRANT­I, IMMERSIONI NOTTURNE E L’ ORGOGLIO DI ESSERE DONNA

- di Cristina Bianchi

Chiara scioglie la coda di cavallo e scuote i capelli castani al vento. «Ogni mattina mi faccio lo chignon. Non ho voluto tagliarli. Forse per dire: sono una donna, e posso comunque raggiunger­e gli stessi risultati di un uomo».

Il risultato è cheChiaraG­iamundo, 23 anni, il 21 febbraio riceverà il brevetto di palombara: la prima nella storia della Marina italiana. Con emozione e orgoglio. «Non vedo l’ora, sarà una grande festa». In questo servizio fotografic­o eccezional­e, l’abbiamo inseguita sotto il mare. Ma ora vogliamo capire che cosa l’ha spinta a superare una selezione durissima e 11 mesi di corso tra i più tosti di tutti i tempi presso la scuola subacquei del Comsubin, nel golfo di La Spezia, che forma i palombari italiani. Le loromissio­ni? Bonificare gli ordigni nei fondali, essere pronti a soccorrere gli

DA RAGAZZINA FACEVO NUOTO AGONISTICO. L’IDEA DI SUPERARE I MIEI LIMITI L’HOSEMPREAV­UTA NELLA TESTA E NEL CUORE

equipaggi dei sommergibi­li in avaria, recuperare antichi tesori sepolti negli abissi (vedi box a sinistra). Un po’ astronauti, un po’ artificier­i e un po’ anche archeologi delmare.

Come nasce la voglia di diventare palombara? A sei anni alcune bambine sognano scarpette e tutù, lei sognava lo scafandro?

«No di certo. Sono nata a Tarquinia, in provincia di Viterbo. Però lo sport e l’acqua sono stati sempre la mia passione. Dai 6 ai 17 anni ho praticaton­uoto agonistico. L’acqua era già il mio elemento. L’idea di allenarmi ogni giorno per superare i limiti l’avevo già nella testa e nel corpo».

E nel 2018 è entrata in Marina. «Sì, è stato naturale per me. La curiosità per la carriera di palombaro è arrivata quando sono uscite le date del concorso e mi sono informata meglio. Avevo già il brevetto civile da sub. Con mio fratello Ivan, in viaggio inMessico e inThailand­ia, siamo rimasti incantati dalle immersioni. La pace che trovi in fondo al mare è impagabile. Stare sott’acqua per lavoro è entusiasma­nte».

Serve coraggio, però.

«Se per questo, io e Ivan siamo appassiona­ti anche di paracaduti­smo e bungee jumping. Si vede che abbiamo l’adrenalina nel Dna».

Per diventare palombara ci vuole un fisico bestiale?

«Io sono alta 1,76, peso 72 chili ma non è tanto quello. Ci vuole determinaz­ione e carattere. Durante il corso la sveglia è tra le 5.30 e le 6 delmattino. Poi corsa e palestra. Colazione. Alle 8 devi essere in banchina per le immersioni. Al pomeriggio studiamo la teoria, dalle leggi delmare agli ordigni». È vero che molti vengono eliminati al terzo giorno? «Qualcuno. Devi lanciarti in una vasca trasparent­e sotto gli occhi degli istruttori e dimostrare subito di saper stare a fondo con il respirator­e, fare un minuto di apnea e spostarti, saper allagare e svuotare il mascherino».

Subito con lo scafandro?

«No, le prime immersioni si fanno con l’autorespir­atore, come quello dei sub».

La prima grande emozione? «Scendere sotto il mare di notte, al buio, da sola. È stato bellissimo. Si prova un grande senso di libertà».

E com’è l’attrezzatu­ra da vero palombaro? «Ce ne sono due. Quella più scenografi­ca è lo scafandro storico, del 1900: tra elmo, scarpe, collare, pesa circa 80 chili e si usa spesso al corso. La prima volta che l’ho indossato ero emozionati­ssima. Mi ripetevo: sei la prima donna che entraqui dentro! Pianpiano devi imparare a scendere, a risalire, a muoverti con disinvoltu­ra».

Oggi l’attrezzatu­ra è più leggera? «Sì ma anche il “palombaro leggero” va dai 30 ai 40 chili. E inprofondi­tà,la luce è davvero fioca. Per allenarci, noi scendiamo senza luce artificial­e».

Cosa farà dopo il brevetto?

«Un giorno vorrei diventare pilota dell’ads, lo scafandro che permette di scendere 300 metri sotto il mare».

La seguiranno altre donne?

«Lo spero. Un mese dopo di me, era arrivata al corso un’altra ragazza, ma non ha superato la prova dello scafandro pesante. Eravamo diventate amiche, ne ho sofferto moltissimo».

A terra c’è un amore che l’aspetta?

«No, e per ora va bene così. Sono giovane, no?».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? In queste foto, Chiara si prepara a immergersi con l’aiuto dei compagni. AL CORSO
In queste foto, Chiara si prepara a immergersi con l’aiuto dei compagni. AL CORSO
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? PROMOSSI Chiara Giamundo (in primo piano) coi compagni di corso per palombari.
PROMOSSI Chiara Giamundo (in primo piano) coi compagni di corso per palombari.
 ??  ?? HA LA GIOIA NEGLI OCCHI Sopra, Chiara Giamundo con il fotografo Massimo Sestini, 56. Da sinistra, sott’acqua con lo scafandro “leggero” di 40 kg e qui a lato, con quello storico.
HA LA GIOIA NEGLI OCCHI Sopra, Chiara Giamundo con il fotografo Massimo Sestini, 56. Da sinistra, sott’acqua con lo scafandro “leggero” di 40 kg e qui a lato, con quello storico.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy