Pensione: tutti i modi (e le età) per "ritirarsi"
DA QUOTA CENTO AI LAVORI USURANTI, TANTE LEOPZIONI PER LASCIARE IL LAVORO IN ANTICIPO RISPETTO ALLA" VECCHIAIA ". CON UN ASSEGNO ADEGUATO A QUALITÀ E ASPETTATIVA DI VITA
Non c’è bisogno della sfera di cristallo per sapere che le pensioni di domani non saranno più come quelle di oggi. La staffetta retributivo-contributivo e lo sviluppo dei fondi pensionistici integrativi rappresentano due punti chiave nel cambiamento del sistema previdenziale italiano. Ecco perché la politica e l’Inps hanno sul tavolo diverse ipotesi di lavoro con l’obiettivo di garantire un reddito decoroso ai pensionati del futuro e mettere le basi per una maggiore equità intergenerazionale. Il problema non è di poco conto, in un dibattito che non è solo italiano ma europeo, come testimoniano le forti resistenze dei lavoratori francesi al mutamento della struttura pensionistica d’Oltralpe. Ma quali sono le opzioni sul tavolo? E quali le novità del dibattito politico italiano sul tema previdenziale?
Per andare in pensione oggi, non c’è un‘unica strada. Si accede all’assegno di vecchiaia con almeno 67 anni di età e un minimo di 20 anni di contributi. Alcunecategoriedi lavoratori, che svolgono attività particolarmente gravose e usuranti, hanno ancora accesso alla pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi di età, a patto di avere totalizzato almeno 30 anni di contributi nell’arco della vita lavorativa. Nonostante l’innalzamento della soglia anagrafica previsto dalla legge Fornero, è però ancora oggi possibile lasciare il mondo del lavoro primadei67anni. Finoal 31 dicembre 2021, per esempio, resta in vigore Quota 100 che consente di raggiungere la pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi di cui almeno 35 anni effettivi. Sono esclusi quindi i periodi coperti da contribuzione figurativa per malattia o disoccupazione. È anche possibile andare in pensione anticipata con un minimo di 42 anni e dieci mesi di contribuzione per gli uomini (un anno in meno per le donne) e 62 anni di età per l'assegno pieno: per ogni anno di eventuale anticipo rispetto ai 62, si applica una riduzione dell'1% per i primi due anni, poi del 2% per ogni anno ulteriore.
ALTRE SOLUZIONI
Chi ha iniziato a versare contributi dal 1996 ed è integralmente sottoposto al metodo di calcolo contributivo, può accedere alla pensione anticipata contributiva con 64 anni di età, 20 anni di contributi e un assegno previdenziale di importo pari ad almeno 2,8volte l’assegno sociale, che per quest’anno è pari a 1.287,52 euro lordi. Opzione donna è invece studiata per le lavoratrici dipendenti che nel 2019 abbiano compiuto 58 anni di età (59per le autonome) con 35 anni di contributi. Chi sceglie di percorrere questa strada andrà inpensione all’internodi una finestra mobile compresa fra i 12 mesi (per le lavoratrici dipendenti) e i 18mesi (per le autonome) ricevendo il primo assegno non prima del compimento di 59 anni o dei 60 e sei mesi di età. Infine, il legislatore ha riconosciuto un diverso trattamento alle persone che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni e hanno versato contributi per almeno 12mesi prima dei 19. Per il sistema previdenziale, chi si trova in una simile circostanza è un lavoratore precoce che può anche andare in pensione con 41 anni di contributi se rientra in una delle quattro categorie tutelate: disoccupati o senza sussidio di di-soccupazione da tremesi; ca- regiver che si prendono curaa di un familiare con disabilitàà grave; lavoratori con una pe-sante invalidità (oltre il 74%%) o che hanno svolto mansioni “gravose” per almeno sei anni negli ultimi sette o almeno sette anni negli ultimi diecii. Infinechi è impegnato inn attività usuranti o che si svolgono in orari nottur-ni, può dire addio al lavoroo a 61 anni e 7 mesi purchéé raggiungaalmeno la“quota”” di 97,6. L’opzione è previstaa per chi ha svolto lavori pesanti (minatori, palombari per almeno metà della vitaa lavorativa o per almeno settee degli ultimi dieci anni.