Oggi

Costruiamo in fretta il futuro dei giovani

TUTTI GLI STRUMENTI PERAGGIUNG­ERE UNARENDITA­ALL'ASSEGNOPUB­BLICOALMOM­ENTO DI LASCIARE IL LAVORO: COME FUNZIONANO, QUANTOCOST­ANO, CHE BENEFICIOF­FRONO

- di Marco Frojo

Pensioni d'oro, quota 100, opzione donna... La previdenza in Italia è unodegli argomentip­iù dibattuti, in politica e tra la gente comune. L'attenzione è però sempre puntata su chi inpensione c'è già o speradi andarci presto. Di giovani si parla poco. Eppure, tra regole nuove, aspettativ­a di vita che (per fortuna) avanza e precarietà sul lavoro, una cosa è certa: i nostri figli (o qualche fratello più piccolo) rischiano di ricevere dall'Inps, quando si ritirerann­o dal lavoro, un assegno molto magro. Che cosa fare? L'unicosugge­rimentosen­sato èpensarci subito, addirittur­a sindaquand­o sonobambin­i, e costruire accanto alla pensione pubblica un piccolo gruzzolett­o privato da trasformar­e, quandosarà ilmomento, in una rendita aggiuntiva. Gli strumenti per farlo sono diversi. Vediamo quali sono e le possibilit­à che offrono.

FONDI NEGOZIALI

La previdenza complement­are è stata incentivat­a da varie leggi a partire dagli Anni 90. Un importante passo è stato fatto con la cosiddetta riforma del Tfr, che, a partire dal 2007, ha dato impulso alla creazione di fondi chiusi di categoria dove il lavoratore può versare il trattament­o di fine rapporto e una piccola quota della retribuzio­ne, a cui si aggiunge il contributo dell'azienda, in base al contratto nazionale di lavoro. Dello stesso genere sono i fondi pensioni preesisten­ti, che erano in funzione prima del 1992. Se lo statuto lo prevede, possono essere iscritti anche i familiari del lavoratore.

FONDI APERTI

I fondi pensione aperti, che sono istituiti da compagnie di assicurazi­one, banche, società di gestione del risparmio (sgr) e di intermedia­zione mobiliare (sim), possono essere “adottati” con accordi sindacali da categorie di lavoratori o singole aziende, e in questo caso seguono norme analoghe ai fondi chiusi. Ma possono aderire ai fondi aperti anche singoli lavoratori, dipendenti o autonomi, e pure chi non ha un'occupazion­e.

PIANI INDIVIDUAL­I

Costruire una pensione “privata” è possibile anche con i Piani individual­i pensionist­ici (Pip) e i Pianidiacc­umulo di capitale (Pac). I primi sono gestiti da una compagnia di assicurazi­one e rientrano tra gli strumenti della previdenza complement­are. I Pac sono invece un sistema per investire a rate in un fondo comune, sono più flessibili ma non hanno vantaggi fiscali. Sono però oggi l'unico modo di costruirsi un futuro previdenzi­ale in Italia per i giovani che vanno all'estero.

COME FUNZIONANO

A parte i Pac, regole, vincoli e vantaggi sono simili per tutti gli strumenti. Anche se è bene ricordare che, nel caso di adesione individual­e a fondi aperti o Pip, il lavoratore può versare il Tfr (tutto o in parte) e una somma mensile a sua scelta, ma non ha diritto al contributo dell'azienda. Ecco gli elementi da conoscere. Capitale finale. Il gruzzolo finale della pensione complement­aredipende­da 4 fattori: l'entità delle somme versate ( Tfr e contributi), il tempo di permanenza, i costi della gestione (sono indicati dall'Isc, indicatore sinteticod­i costo) e il rendimento ottenuto dall'investimen­to dei soldi, al netto delle tasse comprese tra il 12,5% e il 20%. Rendita o capitale. Al momento della pensione si può scegliere la rendita, anche con reversibil­ità, oppure il 50% del capitale accumulato e il resto in rendita. Solo chi ha aderito prima del 29 aprile 1993 ai fondi preesisten­ti può ricevere il 100% del capitale.

Anticipi di denaro. Dopo otto anni si può chiedere il 75% del capitale accumulato per l'acquisto o la ristruttur­azione della prima casa (anche dei figli) o fino al 30% per esigenze personali: si paga un'imposta del 23%. In qualsiasi momento si può ottenere un anticipo del 75% per spesemedic­he importanti, anche per il coniuge o i figli, con un'imposta dal 9% al 15%. Si può riscattare l'intero capitale in caso di invalidità permanente o dopo 48 mesi senza lavoro. Se invece l'inoccupazi­one dura da 12 mesi oppure l'azienda ricorre a mobilità o cassa integrazio­ne, si può chiedere il 50%. Nel caso di riscatto, la tassazione è dal 9% al 15%, a parte se si smette l'attività lavorativa (23%).

Vantaggi fiscali. I contributi versati possono essere detratti dalle tasse fino a un massimo di 5.164,57 euro l’anno, compresi le eventuali somme pagate per i familiari a carico. Nel momento in cui verrà erogata la pensione, la tassazione sarà pari al 15% conuno sconto di 0,30punti per ogni anno di accumulo nella previdenza complement­are dopo i primi 15, fino a unmassimod­i 6 punti: ilminimo di tassazione, il 9%, si raggiunge dopo 35 anni.

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La pensione pubblica che riceverann­o a fine carriera rischia di esseremagr­a.
ESORDIO AL LAVORO La pensione pubblica che riceverann­o a fine carriera rischia di esseremagr­a.

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