Luca Zingaretti Gli storici collaboratoridicono: «Sei il nostro Montalbano»
BOCCI, MAZZOTTA ERUSSO, GLI ATTORI CHE AFFIANCANO IL COMMISSARIO IN TV, LO DESCRIVONO «LEALE, PRONTO ALL’AIUTO E FORTE». COME IL SUO ALTER EGO. MASE STA CON LE FIGLIE DIVENTA UN ALTRO
La storia di Montalbano è anche quella dei suoi storici collaboratori al commissariato di Vigata. CesareBocci, ovvero l’insostituibile viceMimìAugello, PeppinoMazzotta (il devoto ispettore Fazio) e AngeloRusso (l’agente pasticcione Agatino Catarella) raccontano l’amicizia che li lega da più di vent’anni. A partire da quella con Luca Zingaretti, ormai indistinguibile dal suo personaggio. Intanto i due nuovi episodi del commissario più amato d’Italia vanno in onda il 9 e 16 marzo su Rai 1.
«CON LUI ONORO IL RITO DEL MERCOLEDÌ»
Rivela Cesare Bocci: «Quando giriamo, con Luca si onora il rito: la partita a calcetto del mercoledì. Cinque contro cinque, ci mischiamo con la troupe e i ragusani. Comincia sempre allo stesso modo: “Facciamo solo una sgambatina” e dopo tre secondi, il sangue agli occhi, ognuno vuole vincere. L’ultima volta ero digiuno di pallone da tanto tempo e mi sono fatto uno strappo al bicipite femorale. L’anagrafe purtroppo avanza». Una carezza a Rocco, il pitbull «che mai potrebbe essere di Mimì perché lui, il cane, è buono ed equilibrato», e riprende: «Questo per noi è stato un anno difficile, abbiamo girato con la tristezza nel cuore. È venutoamancare Andrea ( Camilleri, ndr), poi Alberto ( Sironi,
QUANDO LA MIA DANIELA EBBE L’ICTUS, LUI MI ÈSTATO ACCANTO Cesare Bocci, 62 (Mimì Augello)
È UN UOMO CON UN ALTO SENSO DELLA GIUSTIZIA E PROTEGGE CHI AMA Peppino Mazzotta, 48 (Fazio)
LO GUARDAVO CON LE BIMBE EDIS SI: “ALLORA IL CUORE TENERO CE L’ HAI !” Angelo Russo, 58 (Catarella)
il regista storico di Montalbano, ndr), lo scenografo Luciano Ricceri. Luca dietro la macchina da presa, ha girato con la responsabilità e la malinconia addosso, sulla strada di chi l’aveva preceduto. Ma io credo ormai che sia finita un’epoca. Per andare avanti con Montalbano, bisognerebbe inventare qualcosa di diverso».
Bocci ha appena terminato la tournée teatrale di Pesce d’aprile, tratto dall’omonimo libro che ha scritto con la compagna di vita Daniela Spada: è la storia della malattia, un ictus, che ha colto lei e l’ha costretta a una battaglia quotidiana. «Quando successe era il 2000, l’avventuradi Montalbano mi aveva già coinvolto. Luca e tutti i colleghi mi sono stati particolarmente vicini, non posso dimenticare... Il mio Mimì? Un poliziotto con le sue intuizioni, che a volte sbaglia. Persevera nell’essere attratto dalle donne. E a Salvo vorrebbe dire: “Ma goditela, ogni tanto, una scappatella da Livia!».
«MI HA DATO UNAMANO A SUPERARE IL PROVINO»
«Io non noto la differenza tra Luca e Montalbano», dice con enfasi Angelo Russo. «Lui è nato per fare Salvo e io Catarella. Siamo come una famiglia: ci invita fuori e non c’è primo attore, secondo attore, caratterista. Tutti uguali. “Luca, la scena nonmi piace, facciamola così”, gli dico. Zingaretti è un uomo comune, un uomo tranquillo: se proprio devo esprimermi, io non lo vedo burbero come il commissario. Lo guardavo con le sue figlie: “Ma allora il cuore tenero ce l’hai pure tu!”, gli ho detto. Vicino alle bambine sembra Geppetto con Pinocchio... E poi c’è la storia delmio provino, eccola.
«Mi preparavo da unmese per la parte di Catarella, attingendo alla mimica di Franco Franchi e alla voce di Nino Terzo, caratterista palermitano delle commedie anni Sessanta. Un uccellino alla finemidice che quel ruolo era stato già assegnato e devo ringraziare solo mia figlia Leandra se decisi di presentarmi comunque. Luca per darmi una mano entrò in scena e insieme cominciammo a recitare a braccio. “Sbam”, la porta sbattè perché avevo le mani sudate, Luca prese a cazziarmi, io a dire “dottore, buongiorno, domando perdonanza!”. E giù tutti a ridere. Fin dall’inizio siamo stati Totò e Peppino... Me n’ero già andato, sicuro che la parte fosse di quell’altro, quando mi arriva la telefonata di Luca: “Torna indietro, sbrigati: vogliono te!”... A lui piace babbiare. Ricordo quando organizzò l’apparizione di Alberto in una puntata: aveva fatto sparire il ragazzo del bar che doveva servire i cannoli al tavolo, così non ci fu alternativa che sostituirlo con lui».
Angelo Russo vive a Ragusa, dove arriva l’allarme Coronavirus, viene spontaneo chiedere come reagirebbe Catarella davanti a questa nuovapeste: «Ah, se ilCoronavirus lo date inmano a lui è sicuro che lo distrugge subito».
«L’HO AVUTO VICINO NEL PERIODO BUIO»
Peppino Mazzotta sta girando un nuovo thriller prodotto da Amazon, titolo provvisorio Bastardi a mano armata. Dice: «Come Fazio sono metodico, molto leale, scrupoloso. Riservato rispetto alla mia vita privata quanto lui. « La pr ima volta che ho incrociato Luca sul set non ci conoscevamo, ma con la frequentazione più che ventenna le abbiamo condiviso anche un pezzo di vita: nascite, battesimi, matrimoni, divorzi, lutti. S’è creato un legame forte che va ben oltre il lavoro. Quel giorno di debutto davanti alla macchina da presa ero molto agitato. Lui mi si avvicinò e disse: “Pensa solo che siamo io e te. Cosa ci può succedere?”. Mi tranquillizzai subito e le cose andarono. Da allora è sempre stato molto attento neimiei confronti. Presente nei tantimomenti nonfacili della mia vita. In passato ho sofferto di depressione: ecco, lui c’era. E nonha fatto semplicemente la parte di chi ti dà una pacca sulla spalla, ma è stato un caro amico mai avaro di consigli e di analisimirate. Con molta chiarezza e compassione, nel senso di condivisione, tentava di offrirmi chiavi di lettura alternative rispetto a quello che non riuscivo a trovare o a vedere in quel delicato momento». Mazzotta è separato ormai da quattro anni dalla compagnaMonica. Nonha figli. Un po’ il destino dell’ispettore Fazio, il suo personaggio.
Invece: quanto Zingaretti r itrova nel commissario?, chiediamo. « Ormai non distinguo più. È stato bravo Sironi a scegliere attori con le caratteristiche dei personaggi che aveva in mente. Negli anni la simbiosi si è accentuata nostro malgrado, perché non capisci più dove inizia l’uno e finisce l’altro. Luca è una persona sensibile, molto leale, con un carattere forte che non si piega facilmente. Ha un alto senso della giustizia ed è protettivo verso gli affetti più cari. Certo, lui vive l’esperienza della paternità che non appartiene a Montalbano. E con le sue figlie è di una dolcezza incredibile...
«Il futuro della fiction? Io mi auguro che il famoso libro chiuso a chiave, in cui Camilleri immaginava in qualche modo la fine del suo commissario, possa diventare un film. Per chiudere anche a livello televisivo un eccezionale percorso letterario».