Vittorino Andreoli «Cari vecchi, godetevela»
IL GRANDE PSICHIATRA, CHE QUI SI RACCONTA, SPIEGA: «È UN PERIODO RICCO DI OPPORTUNITÀ. NON ESCLUDIAMO GLI ANZIANI DALLA SOCIETÀ,, MA AIUTIAMOLI A VIVERE BENE»
P rovateci voi a rottamarmi, per farlo ci vogliono almeno 500 giovani agguerriti!». Vittorino AAndreoli è unamiscela esplosiva. Non n ci sta a giustificare una società che e mette le persone da parte solo per que estioni anagrafiche. «Non bisogna rott tamare i vecchi, ma aiutarli a vivere bbene, perché servono a tutti». Andre eoli, psichiatra, si infervora quando oss erva che prima le persone anziane era no considerate “i veri saggi”, mentre oggi spesso sono relegate nell’abban ndono: messe da parte da città che non n offrono strutture di aggregazione e dalle famiglie che non se ne occupan no, «quando invece bisognerebbe toglierlil dall’abbandono e trovare loro uno spazio nella collettività». Di certo «siamo in presenza di una nuova vecchiaia, data da questi aspetti: longevitàmaggiore, benessere e voglia di vivere. È come l’ultimo capitolo di un libro: il più interessante e il più bello», spiega il professore, che su questo tema ha scritto anche il saggio Una certa età (Solferino). «Per questo motivo bisogna cambiare la mentalità e mutare la percezione dei vecchi». Sfatiamo subito un pregiudizio sul fatto che la parola vecchio sia offensiva: «Io sono vecchio e voglio essere chiamato così, perché significa che ho vissuto», dice Andreoli, che ad aprile compirà 80 anni. A dispetto di chi pensa che gli anziani non abbiano più stimoli o motivi per uscire di casa, dice: «L’età anziana, che convenzionalmente si fa iniziare a 65 anni, ha delle caratteristiche proprie e dei vantaggi straordinari: non bisogna dimostrare più nien