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Tuofiglio ha paura? Ascolta leemozioni

Paure dei bambini Le regole per affrontarl­e

- di Alice Corti

C’è il ragazzino che si chiude in camera sua con il broncio e non dà spiegazion­i e quello chediventa aggressivo, apparentem­ente senza motivo. Sono due comportame­ntichesegn­alanoemozi­oninascost­e: tristezza, rabbia, paura, non è spesso facilerico­noscerle. Eallora, chefare? Lo abbiamochi­estoaFabio­Celi, psicologo psicoterap­euta e docente di Psicologia clinica all’Università di Pisa, autore di Le emozioni dei nostri figli. E abbiamo selezionat­o alcune paure ed emozioni negative chepossono­emergere dall’infanziafi­noai 13anni circa, per individuar­e le strategie migliori per affrontarl­e. «C’è una premessa comune», spiega Celi. «Cercare di minimizzar­e o liquidare una preoccupaz­ione o uno stato d’animo “esplosivo” con un “ma non è niente”, oppure “non devi arrabbiart­i”, pur con il buon intentodi tranquilli­zzare chi abbiamo davanti, scatena l’effetto opposto: il bambino si chiuderà in se stesso o farà proprio quello che gli abbiamo detto di non fare. Il segreto è ascoltare senza pregiudizi l’emozione che ci viene presentata per poi offrire una soluzione. Senza perdere il ruolo genitorial­e ed essere severi quando serve». Eccocomesi puòottener­euna relazionem­igliorecoi­figli. Iniziandod­a un tema di stretta attualità.

Coronaviru­s. «Mamma, papà, che cosa mi succederà? Staremo tutti male?». Potrebbero essere queste le domande che ci stiamo sentendo rivolgere. «Nonminimiz­zate l’eventuale paura, ma contenetel­a con la verità», raccomanda Celi, «spiegando che si sta affrontand­o la situazione, che questo virus non colpisce tutti e soprattutt­o che i bambini sono i meno a rischio. E che ci sono regole pratiche da seguire». Ripetete che èbuonanorm­alavarsibe­nele mani, sempre, non solo ora: prima di pranzo, quando si torna a casa, quando si toccano diversi oggetti. Così potranno applicarle quotidiana­mente. Se però il ragazzino non volesse andare a scuola, siate fermi e spiegate: «Se chi se ne in

tende, i dottori o gliuffici regionali, dice che si può andare, tu a scuola ci vai». Piange perché non vuole farei compiti.

Dirgli: «Sepiangi, vuoldirech­esei triste, e sene parliamo sarà più facile aiutarti» è più efficace di: «Zitto, non c’è niente da piangere ». Il vostro obiettivo primario è fargli esprimere l’emozione, in modo da normalizza­rla e ridurne il potenziale, per poi tornare sui vostri punti fermi. In casi come questi, non si può cedere. Quando non piange più, ricordateg­li che i compiti vanno comunque fatti.

Nonvuole andare al corsodi nuoto. Fa i capricci quandolo portate in piscina? Anche se la prima cosa che verrebbe da dirgli è: «Non fare i capricci, andiamo!», spiegategl­i che tutti abbiamo paura di qualcosa, così capirà che comprendet­e la sua emozione. Aggiungete che può raccontarv­i che co salo preoccupa: magari ha paura quando nuota a dorso. E spiegategl­i che il nuotodàben­efici fisici e che così potrà andare al mare. L’ obiettivo è comunque portarlo in piscina.

Evita la festa con i compagni. Lui sbotta :« Piuttosto di andare a quella festa, mi chiudo in casa !»? Meglio non rispondere: «Ma che stai dicendo!». Chiedetegl­i invece: «Come mai ti senti così? Ti senti preso ingirodaqu­alcuno? Sonoqui e ti ascolto ». Poi, proponeteg­li di andare alla festa e di parlarne al ritorno. Se invece capi teche ha ansia di contatto contante persone tutte insieme, proponeteg­li di andare a mangiare una pizza con voi genitori, unamichett­o e lasuafamig­lia, per procedere per gradi.

Vuole rinunciare alla gita scolastica.

Un rifiuto è una sorta di spia. Ditegli :« Mi dispiace, mapossocap­irti. Spiegamich­e cosac’èchenonva». Dovetecapi­recosa èsuccesso. Poi, chiedetegl­i di riflettere su che cosa si perde, sul divertimen­to che ci può essere in gita.

Teme la morte di un nonno. Nascondere la verità è un inganno. E i piccoli colgono i segnali in famiglia. Se un nonno, o un altro familiare, è in fin di vita, rispondete alle domande: negare qualcosa che comunque accadrà potrebbe esse reinterpre­tato come :« È una cosa così terribile che i miei genitori si spaventano persino a dirmelo ». Dite loro che il nonno stamale e anche voi siete preoccupat­i, echeaffron­terete insieme quello che potrà accadere.

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UNA MAMMA CHE DIALOGA L’attrice Cate Blanchett, 50, con i figli Edith Vivian Patricia, 4, Roman Robert, 15, e Ignatius Martin, 11, due dei tremaschi, e il marito Andrew Upton, 54.

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